Atelofobia, la paura di essere imperfetti
Al giorno d’oggi, il perfezionismo è visto più come una virtù che come un difetto. Ma può la ricerca della perfezione essere folle e irrazionale? La risposta è sì. Quando il perfezionismo diventa paralizzante, è probabile che si soffra di atelofobia, una patologia mentale legata ai disturbi d’ansia.
L’atelofobia è la paura di essere imperfetti, di non fare bene qualcosa, di non essere abbastanza bravi. Si manifesta quando le aspettative percepite da una persona non corrispondono alla realtà. È una forma irrazionale e ossessiva di perfezionismo che può portare all’inazione e provocare numerosi problemi di salute legati allo stress.
A causa dell’atelofobia, il soggetto non riesce a superare semplici ostacoli. Le relazioni, ovviamente, ne risentono. E il fatto stesso di non poter raggiungere gli obiettivi, scatena in lui tutta una serie di emozioni negative e invalidanti.
Il soggetto affetto da atelofobia ha il terrore di sbagliare, di commettere errori senza rendersene conto. Anche il compito più semplice, pertanto, rischia di diventare una tortura a causa del grado di risorse dedicate alla sua supervisione. Questo fa sì che la persona assuma pochi rischi o nessuno.
Esistono diversi sintomi psicologici che si possono considerare tipici dell’atrofobia: frequenti comportamenti di evitamento, sentimenti di impotenza, ansia e paura estrema, paura di perdere il controllo, confusione, irritabilità e mancanza di concentrazione. Possono comparire anche sintomi fisici, come iperventilazione, secchezza delle fauci, palpitazioni, nausea, mal di testa e sudorazione eccessiva.
Cause dell’atelofobia
Non si conosce ancora la vera causa dell’atelofobia. Potrebbe trattarsi di una predisposizione genetica o potrebbe derivare da un evento traumatico. Tuttavia, sembra che nella maggior parte dei casi si tratti di una reazione appresa che compare già in tenera età e che nel corso degli anni si intensifica fino a diventare cronica.
L’atelofobia è una fobia specifica incentrata su fattori chiave non sociali. In genere le fobie specifiche dipendono da traumi pregressi, che spesso risalgono all’infanzia e in molti casi di natura fisica.
L’educazione può avere un ruolo chiave nello sviluppo dell’atelofobia, come gli avvertimenti dei genitori su un rischio reale, il che diventa particolarmente evidente nei casi in cui il rischio sia imminente (allergie o punture di insetto, per esempio).
Al tempo stesso, si ritiene che la genetica e i fattori ereditari possano svolgere un ruolo primario in alcune fobie specifiche, in particolare quelle legate al pericolo di lesioni. Ad esempio, il riflesso primario di “attacco-fuga” può essere attivato più facilmente nei soggetti con una predisposizione genetica.
In tutti i tipi di fobie, le esperienze e le relazioni esterne possono rafforzare o sviluppare la paura, come vedere un membro della famiglia o un amico che ne è interessato. In casi estremi, le esposizioni indirette possono essere talmente remote come ascoltare una frase chiave in una conversazione o venire a conoscenza di determinate notizie.
Come la maggior parte delle fobie, l’atelofobia deriva da un meccanismo di iperprotezione inconscia e può avere radici in un conflitto emotivo irrisolto. I genitori esigenti che pretendono la perfezione e gli insegnanti troppo severi possono diventare fattori scatenanti di futuri disturbi mentali, inclusa la paura di non essere abbastanza bravi.
Differenza tra atelofobia e perfezionismo
L’atelofobia è in stretta relazione con il perfezionismo, ma non sono sinonimi. Esiste una differenza sostanziale tra i due concetti. Le persone che soffrono di atelofobia spesso fanno della perfezione il loro obiettivo, ma non lo raggiungono semplicemente perché è impossibile.
Ma questa fobia va oltre all’abitudine di stabilire standard troppo elevati. IParalizza e blocca i rinforzi invece di motivare. Molti perfezionisti rispondono all’ansia lavorando di più. Le persone affette da atelofobia scelgono l’inazione per evitare possibili fallimenti.
Inoltre, il perfezionismo si manifesta spesso come desiderio di ottenere un risultato e il successo personale. Questa visione, pur con i suoi problemi, può aiutare la persona a essere migliore e ad avere maggiore successo. L’atelofobia non condivide neanche questo aspetto.
Considerazioni finali
Sforzarsi di fare qualcosa “abbastanza bene” si traduce in una qualità che genera benessere. A tal proposito, Olga Khazan scrive: «Può essere difficile, nella nostra cultura, essere costretti ad accontentarsi di un “sufficientemente buono”. Ma in termini di felicità e soddisfazione, “sufficientemente buono” non è solo buono, è perfetto». La stessa perfezione che nell’atelofobia diventa una minaccia dalla quale la persona riesce a malapena a sfuggire.
Questa tende a causare una paralisi che castra ogni tentativo di raggiungere un determinato obiettivo. Tale cornice non solo genera frustrazione, ma è anche deleteria per l’autostima del soggetto; il quale si sente sopraffatto e imprigionato dalla sua stessa paura.