Autoaffermazione del bambino

L'autoaffermazione dei minori non è un comportamento contro l'adulto. La loro intenzione non è ferire, ma avvertire che hanno appena iniziato il percorso verso l'indipendenza.
Autoaffermazione del bambino
Elena Sanz

Scritto e verificato la psicologa Elena Sanz.

Ultimo aggiornamento: 13 febbraio, 2023

Intorno ai due anni, i bambini entrano in una fase caratterizzata dall’opposizione. È normale che rispondano di “no” a tutto, sfidando costantemente gli adulti ed esprimendosi con rabbia o lacrime quando non riescono a ottenere quello che vogliono. Queste reazioni sono proprie dell’autoaffermazione del bambino, un processo naturale che i genitori devono comprendere.

La fase in cui il bambino è ribelle, disobbediente e poco accomodante fa parte del suo sviluppo ed è positivo. Sebbene sia estenuante, fastidioso o esasperante per gli adulti, è un segno che il bambino sta costruendo la propria identità in modo sano.

Cos’è l’autoaffermazione del bambino e perché si manifesta?

L’autoaffermazione è presente in tutti gli esseri umani ed è la caratteristica che ci permette di comprenderci ed esprimerci come individui.

Grazie a essa possiamo difendere i nostri interessi e i nostri diritti, esprimere le nostre opinioni ed esprimere le nostre emozioni con sincerità.

Senza l’autoaffermazione, componente fondamentale dell’autostima, molto probabilmente diventeremmo esseri passivi, sottomessi e dipendenti.

Bambino con stress.

Nel caso dei bambini si verificano due fenomeni che ci portano a percepire questo bisogno di affermazione come negativo. Da un lato, è comune credere che i minori debbano obbedire agli ordini degli adulti senza fare domande.

D’altra parte, prima dei due anni, i bambini non mostrano questo atteggiamento di sfida, quindi la sua comparsa improvvisa può sorprendere e confondere i genitori.

In realtà il bambino non ha cambiato personalità né ha un disturbo del comportamento, sta semplicemente attraversando una naturale fase di sviluppo.

È in questo periodo, tra i 24 ei 36 mesi, che i bambini iniziano a percepire se stessi come esseri individuali. Prima dei due anni non percepiscono chiaramente la distinzione tra sé e l’esterno.

Questa constatazione li porta a volersi affermare come persone diverse e a provare, in questo senso, ad affermare opinioni e desideri personal i.

L’opposizione agli adulti è uno dei principali strumenti che trovano per raggiungere questo obiettivo, motivo per cui è normale che rifiutino qualsiasi richiesta o suggerimento dei genitori.

Capricci: una manifestazione di autoaffermazione nel bambino

In questo processo di autoaffermazione, i capricci sono comuni. Questi sono un’espressione emotiva naturale e salutare; sono dunque comuni nella stragrande maggioranza dei bambini di questa età. La difficoltà sorge quando gli adulti responsabili non sanno come gestirli.

Se si va su tutte le furie, si sgrida il bambino e lo si costringe a ubbidire, i capricci aumentano di frequenza, durata e intensità.

Al contrario, se ne comprendiamo il ruolo e la necessità alla base, possiamo dirigere quell’energia in una direzione positiva per tutti.

Strategie per la gestione dei comportamenti problematici

A questo punto sappiamo già che la gestione intelligente dell’autoaffermazione del bambino va oltre il combatterla o resistervi in modo sistematico.

Tuttavia, i capricci sono senza dubbio fastidiosi per bambini e adulti. Come ridurne la presenza? Ecco alcune strategie:

  • Consentire al bambino di decidere. Per esempio, permettergli di indossare quella maglietta che gli piace se accetta di indossare anche una giacca. In questo modo, sentirà di aver scelto e di essere ascoltato; dunque non avrà bisogno di affermarsi tramite l’opposizione.
  • Stabilire i limiti strettamente necessari ed essere flessibile. Ci sono situazioni in cui non è possibile negoziare e gli adulti devono alzarsi e fare da apripista; ma in molte altre occasioni è possibile tener conto dell’opinione del bambino.
  • Consentire l’espressione emotiva del bambino. Sebbene i limiti siano necessari e debbano essere rispettati, il piccolo ha il diritto di provare rabbia, dispiacere o tristezza quando i suoi desideri sono ostacolati.

In questi casi si possono usare frasi come: “È normale che tu ti senta arrabbiato; tuttavia, non va bene rompere o lanciare oggetti. Quando ti senti così, puoi parlare con me e possiamo fare una passeggiata.” Capirà di essere compreso e rispettato.

Madre che parla con sua figlia in cucina.

Conclusioni

Ricordate he i bambini possono e devono avere opinioni, decisioni ed emozioni. Gli adulti non devono pretendere obbedienza cieca o sottomissione né prendere sul personale i loro atteggiamenti ribelli e di sfida.

Il bambino non si comporta in un certo modo per infastidire il genitore o mancare di rispetto, desidera solo affermare la sua identità.


Tutte le fonti citate sono state esaminate a fondo dal nostro team per garantirne la qualità, l'affidabilità, l'attualità e la validità. La bibliografia di questo articolo è stata considerata affidabile e di precisione accademica o scientifica.


  • Naranjo, M. L. (2007). Autoestima: un factor relevante en la vida de la persona y tema esencial del proceso educativo. Revista Electrónica” Actualidades Investigativas en Educación”7(3), 0.
  • Díaz, P., & Bonet, C. (2005). Las rabietas en la infancia: qué son y cómo aconsejar a los padres. Revista Pediatría de Atención Primaria7(25).

Questo testo è fornito solo a scopo informativo e non sostituisce la consultazione con un professionista. In caso di dubbi, consulta il tuo specialista.