Cefalea cervicogenica, comune nelle donne
Dolore a un lato della testa o intorno all’occhio, rigidità del collo, nausea, sensibilità alla luce… La cefalea cervicogenica è il terzo tipo più comune di cefalea e affligge soprattutto le donne. Fino a qualche decennio fa sottovalutata, al giorno d’oggi è presa seriamente in considerazione per un motivo importante: in molti casi si cronicizza.
Come molti sanno, il mal di testa è spesso relegato a una condizione di invisibilità sociale, persino di scetticismo. Può essere il mal di testa motivo di assenza dal lavoro? Questo è quanto qualcuno potrebbe pensare. I medici, tuttavia, sanno bene che le cefalee tensive e cervicogeniche hanno un impatto enorme sulla vita sociale e personale.
Uno studio condotto dai laboratori di AstraZeneca e Ferrer International rivela che solo il 12% delle persone che soffrono di mal di testa si assenta dal lavoro, in media tre giorni l’anno; la qualità di vita di chi deve affrontare un dolore cronico è tuttavia drasticamente influenzata.
Per questo motivo, è importante dare la giusta visibilità al problema. Tutti abbiamo avuto un attacco di emicrania o ne abbiamo sentito parlare, ma la cefalea cervicogenica non è così conosciuta. Non si tratta di un semplice dolore al collo o un normale mal di testa.
“È sincero il dolore di chi piange in segreto.”
– Marco Valerio Marziale –
Cefalea cervicogenica: sintomi e cause
Lo studio condotto da O’Mullony I, Lafuente A, Pareja JA (2005) ci ricorda che questa sindrome trova un riconoscimento sempre maggiore da parte della comunità scientifica.
La cefalea cervicogenica fu descritta per la prima volta nel 1993 da Ottar Sjaastad. Soltanto pochi anni fa, tuttavia, l’International Headache Society (IHS) ha individuato i criteri che permettono di diagnosticare il terzo tipo più comune di mal di testa.
Quali sono i sintomi?
Un primo dato importante è che colpisce soprattutto le donne. Questo è spiegato dal suo legame con l’osteoartrosi, la forma più comune di artrite caratterizzata da una progressiva usura delle articolazioni; alterazione molto più frequente nelle donne. Vediamo le principali caratteristiche di questo tipo di cefalea:
- Dolore continuo su un lato del viso che può estendersi a un occhio o a entrambi.
- Rigidità del collo.
- Dolore quando si tossisce o si starnutisce.
- Capogiri e acutizzazione del dolore quando si esegue un qualunque movimento.
- Sensibilità alla luce.
- Vomito e disturbi digestivi.
Causa della cefalea cervicogenica
In genere presenta più di un fattore scatenante e cause. Come anticipato, una di queste è l’osteoartrite (delle vertebre C2 e C3). Si tratta di una condizione che può certamente diventare cronica.
È quindi opportuno che il paziente trovi un approccio al dolore appropriato e in grado di offrire una minima qualità della vita. Le cause che possono essere alla base di questa condizione sono:
- Una cattiva postura che sovraccarica le articolazioni o i tessuti molli.
- Alcuni lavori ci obbligano a effettuare la cosiddetta protrazione cervicale. Si tratta di una postura per cui non curiamo l’asse testa-schiena e proiettiamo il mento troppo in avanti. Ciò provoca una serie di sovraccarichi che, se protratti nel tempo, causano cefalea cervicogenica.
- Traumi causati dalla chiropratica, il colpo di frusta o lesioni neuropatiche.
Trattamento della cefalea cervicogenica
È molto importante ricevere una diagnosi precisa. Molte persone credono di soffrire semplicemente di mal di testa. In altri casi il medico di base prescrive genericamente un farmaco antinfiammatorio per trattare il dolore al collo.
È preferibile, invece, ricorrere a un approccio in cui concorrono diverse terapie, sempre sulla base della causa scatenante. Lo studio condotto presso l’ospedale universitario di Akershus, Università di Oslo, consiglia le seguenti strategie:
- Esercizi per il tratto spinale-cervicale. Vengono insegnati al paziente alcuni esercizi leggeri che aiutano a calmare il dolore e migliorare la mobilità.
- Fisioterapia: i massaggi e i consigli di un professionista specializzato migliorano la qualità della vita.
- Tecniche di respirazione e rilassamento.
- Uso di un cuscino cervicale che permetta di rispettare l’asse schiena-collo-testa durante il sonno.
- I farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS) sono i più utilizzati in questi casi.
- Imparare a controllare la postura in ogni momento della giornata.
Infine, nei casi più gravi, esiste la possibilità di sottoporsi a intervento chirurgico della colonna vertebrale; per esempio, in caso di compressione di un nervo. Sono casi molto specifici in cui l’eventualità di intervento deve essere valutata con attenzione.
Vale la pena di sottolineare che nella maggior parte dei casi questi approcci terapeutici possono migliorare la qualità della vita.
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- Frese, A., Schilgen, M., y Evers, S. (2018). Cefalea cervicogénica. Nervenheilkunde , 37 (1), 29–32.
- Sjaastad, O., Fredriksen, TA, y Pfaffenrath, V. (1990). Cefalea cervicogénica: criterios diagnósticos. Dolor de cabeza: The Journal of Head and Face Pain , 30 (11), 725–726. https://doi.org/10.1111/j.1526-4610.1990.hed3011725.x
- O’Mullony I, Lafuente A, Pareja JA. Cervicogenic headache. Differential diagnosis and general therapeutic principles. Rev Soc Esp Dolor 2005; 12: 24-32.