Cercare l'approvazione degli altri: è infedeltà?
La maggior parte di noi associa l’infedeltà al tradimento, alla perdita di fiducia e alle bugie in un rapporto di coppia. Ma si può essere infedeli verso se stessi? È possibile tradire il legame affettivo instaurato con noi stessi? La risposta è sì. Metterci in secondo piano e non considerare importante la nostra opinione perché dediti a cercare l’approvazione degli altri è una forma di infedeltà.
Aver paura di mostrare chi siamo per venire incontro alle aspettative altrui non è privo di conseguenze. La più importante è nascondere, tradire la nostra essenza, ovvero ciò che ci rende unici e irripetibili.
Che cos’è l’infedeltà?
L’infedeltà – dal latino infidelitas – si verifica quando non si è leali verso qualcuno o si tradisce la sua fiducia. Può avere molte forme, ma la più importante è quella che viene meno agli accordi, impliciti o espliciti, stabiliti da subito con un’altra persona.
L’infedeltà quindi spezza il legame di fiducia tra due persone, facendo crollare uno dei pilastri più importanti su cui si regge un rapporto. È a questo punto che si comincia a provare insicurezza, paura, irritabilità, instabilità emotiva o rifiuto.
Una relazione sana ha bisogno di ingredienti come sostegno, fiducia, protezione, sicurezza e, soprattutto, accettazione incondizionata di se stessi e dell’altro. Se si segue bene questa ricetta, la torta sarà squisita.
Cercare l’approvazione degli altri, una forma di infedeltà
Malgrado l’infedeltà sia una dimensione di solito collegata alla coppia, può certamente essere trasportata in ambito personale, nel rapporto che abbiamo con noi stessi. Ci sorprenderebbe ricordare quante volte ci siamo ignorati, messi in secondo piano o vergognati di noi stessi, perché eravamo alla ricerca dell’approvazione altrui.
La fiducia in sé è una qualità difficile da sviluppare, soprattutto quando siamo in continua lotta con noi stessi o quando vogliamo modellarci alle aspettative altrui. Questa necessità sarà molto più forte se abbiamo paura di essere rifiutati. Molte persone sono capaci di annullarsi del tutto piuttosto che sentirsi tali.
In questo caso cercare l’approvazione degli altri diventa una priorità che svuota di ogni importanza i nostri valori o le nostre emozioni. In questo modo siamo infedeli a noi stessi, ai nostri gusti e ideali; coltiviamo il seme dell’insicurezza, da cui deriva un continuo interrogarci su chi siamo e chi vogliamo essere.
“Un uomo che non trova soddisfazione in se stesso la cercherà invano altrove.”
– La Rochefoucauld –
Senso di colpa e desiderio di cercare l’approvazione degli altri
L’infedeltà è un gioco pericoloso: più otteniamo consenso e più aumenta il desiderio di cercarlo; al tempo stesso, però, ci sentiamo in colpa per aver messo da parte i nostri principi. Non è strano che ottenere l’approvazione altrui porti a un aumento esponenziale di autostima e felicità. Ma è una felicità di breve durata.
Il consenso funziona come le onde del mare: in un primo momento genera una sensazione di soddisfazione, subito dopo la toglie. Ecco perché è tanto importante gettare un’ancora dentro di sé. Perché quello che resterà sempre stabile è la nostra essenza.
Cosa ci spinge a considerare il giudizio altrui più importante del nostro?
L’ingrediente indispensabile per instaurare o mantenere un legame è l’accettazione di sé e dell’altra persona. Il problema è che in genere il legame è inteso come rapporto con l’altro. Dimentichiamo che la prima persona con cui dobbiamo saper entrare in relazione siamo noi.
Accettare chi siamo o quello che vogliamo, tenendo conto del possibile disallineamento con ciò che il mondo ci chiede, è la base della fiducia in noi stessi, il pilastro a cui possiamo appoggiarci per non tradirci mai.
Noi e il nostro personaggio
Quando siamo vittime di infedeltà, tutto quello in cui credevamo e i nostri progetti si sgretolano. All’improvviso la realtà si incrina e si instaura la sfiducia come risultato della delusione verso un futuro che ha smesso di esistere. È dunque normale sentirsi persi.
Ciò può accadere anche quando cominciamo a prendere coscienza del tradimento che abbiamo rivolto a noi stessi; ci sentiamo persi, non sappiamo cosa fare o che direzione prendere. Abbiamo assunto per così tanto tempo i panni di un personaggio fittizio che il solo pensiero di tornare noi stessi ci paralizza.
Non sappiamo più che cosa vogliamo veramente, se il nostro comportamento risponde alla nostra iniziativa o alle aspettative altrui. È come una lotta tra il personaggio che abbiamo inventato e la nostra vera essenza; una difficile battaglia che se ben condotta, può offrire buoni frutti.
Diventiamo quello che siamo solo a partire dal rifiuto totale e profondo di quello che gli altri hanno fatto di noi.
– Jean Paul Sartre –
Solo perché è difficile non significa che sia impossibile. Fare pace con la nostra identità repressa è più facile che farlo con un’altra persona. Alla fine, chi non ci delude mai è la nostra essenza. Quindi, prendiamoci per mano e accettiamoci, così come accettiamo gli altri.