Cinematerapia: film per curare le ferite
Il cinema può ispirarci al punto da commuoverci e farci riflettere sui nostri valori, pensieri e opinioni, praticamente su qualsiasi argomento. Non abbiamo forse pianto per le storie dei personaggi? Non ci siamo solo commossi, ma abbiamo anche rivalutato alcuni valori etici e morali riguardanti la famiglia? Questo meccanismo prende il nome di cinematerapia.
Il cinema ci mostra tutto questo sotto forma di storie che, reali o meno, riescono a toccare il nostro cuore. Ogni film trasmette un messaggio e quando si tratta di problemi familiari ci immedesimiamo più facilmente con la trama. Questo perché in fondo veniamo tutti da un’unica famiglia.
In un modo o nell’altro, tutti, o quasi, siamo cresciuti all’interno di un nucleo familiare, sia esso una famiglia allargata, un genitore single, adottivo, ecc. La verità è che alcuni film sono più efficaci di una sessione con lo psicoterapeuta, soprattutto quando i personaggi presentano una certa profondità psicologica.
“La famiglia è parte di noi, è più grande di noi, viene prima di noi e sopravvivrà con la parte migliore di noi.”
-Alphonse de Lamartine-
Il cinema come terapia per liberare le emozioni
Proprio come la musica, il cinema può aiutarci a superare certi momenti. Possiamo definire questa sua capacità con una parola: cinematerapia.
La psicoterapeuta americana Birgit Wolz, che ha dedicato gran parte del suo lavoro alla cinematerapia, afferma quanto segue:
“La cinematerapia può essere un catalizzatore molto potente per la guarigione e la crescita, per chiunque sia aperto ad imparare attraverso i film, purché la visione sia consapevole. La cinematerapia ci consente di utilizzare l’effetto di immagini, trama, musica, ecc. dei film sulla nostra psiche per ottenere una visione, un’ispirazione, un sollievo emotivo, oltre che un cambiamento naturale”.
-Birgit Wolz-
Sebbene la cinematerapia sia prescritta dai terapisti, spesso è autosomministrata. La consapevolezza che i film possono cambiare il modo in cui pensiamo, ci sentiamo e, in ultima analisi, affrontiamo le sfide della vita può rendere la loro visione un’opzione preziosa, oltre che piacevole.
Lo psicologo Gary Solomon, autore di due libri sulla cinematerapia, afferma che scegliere di vedere film che trattano tematiche vicine alla propria situazione personale è una scelta molto interessante.
Per esempio, in caso di dipendenze, l’esperto consiglia Trainspotting e Via da Las Vegas; per i problemi di coppia, invece, Pretty Woman e Harry, ti presento Sally; infine per l’omofobia American Beauty.
Cinematerapia: film sulla famiglia per curare le ferite
Uno studio condotto dalla Florida University of Technology ha analizzato 4 film che trattano i problemi familiari da una prospettiva di guarigione.
Si tratta di quattro film che sono il riflesso della vita stessa, di circostanze particolari che spesso si ripetono. Vediamoli insieme.
Crimini del cuore (1986)
Crimini del cuore racconta la storia di tre sorelle che si ritrovano nella casa della maggiore, Lenny, che vive con il nonno, dopo il suicidio della madre. Ognuna porta con sé la storia della propria vita e lo scontro tra loro non tarda ad arrivare.
Lenny, la maggiore, è sterile; Meg è una cantante frustrata che ha avuto un esaurimento nervoso; Babe, la più picola, si trova in libertà condizionale dopo aver sparato al marito. Tutte hanno lottato e si sono sentite molto sole, senza il sostegno delle sorelle, date le differenze personali.
Tuttavia, nella scena finale, le tre si trovano attorno a un’enorme torta di compleanno. È un momento molto bello e nostalgico che riflette la necessità di sapere che, nonostante tutto, saranno sempre sorelle.
Parenti, amici e tanti guai (1989)
Parenti, amici e tanti guai è un film che affronta il difficile rapporto tra fratelli. Una delle sorelle, divorziata, con figli di cui il padre non vuole sapere nulla; l’altra sorella, colta e vegetariana; il fratello ha problemi di dipendenza dal gioco d’azzardo.
Il padre, cresciuto senza genitori, cerca di tenere unita la famiglia a volte riuscendoci, altre no. Il film ci mostra da una prospettiva tragicomica le difficoltà, i dubbi, le preoccupazioni dell’essere genitori.
Cinematerapia: Sybil (2007)
Sybil Dorsett è una studentessa a cui viene diagnosticata “isteria femminile”, un disturbo mentale. Per essere curata, viene inviata presso la psichiatra Cornelia Wilbur, che studia a fondo il suo caso fino a scoprire che ha subito gravi abusi emotivi, fisici e sessuali da parte della madre.
Grazie alla terapia e dopo diverse sedute di ipnosi, la Wilbur riconosce nella giovane donna circa 16 personalità diverse, per età e caratteristiche. Affinché Sybil guarisca, lei stessa deve riconoscere tutte le sue identità.
La donna dai tre volti (1957)
La donna dai tre volti ha segnato un prima e un dopo nel rapporto tra cinema e psicologia. La protagonista, Eva White, è una casalinga timida che soffre di mal di testa, vertigini ed episodi di amnesia.
Inizia a farsi curare da uno psichiatra che scopre in lei un disturbo psichiatrico della doppia personalità, o disturbo dissociativo (DPD). Aa causa dei traumi familiari, Eva ha sviluppato fino a tre personalità diverse.
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Research Overview | Florida Tech. www.fit.edu (en inglés).
UKEssays. (November 2018). The Three Faces of Eve Psychology Analysis. Retrieved