Coltivare un orto in casa è più che una moda
Oggi è un’immagine comune: sono tante le persone che si sono lanciate nell’impresa di coltivare un orto in casa. In terrazza, in balcone, in veranda o sulle finestre si trovano vasi in cui crescono timide piantine. Piante che con le nostre cure, la nostra dedizione e la nostra pazienza in pochi mesi offriranno frutti commestibili.
Per molta gente è poco più che una moda. I social network sono saturi di immagini di persone, sia anonime sia famose, che hanno iniziato a mettere in mostra i loro piccoli orticelli casalinghi. Queste foto ottengono migliaia di Mi piace, facendoci vedere come possiamo realizzare un orticello ecologico a partire da qualche seme, compensando con la creatività e la dedizione la mancanza di spazio.
Ma per gli esperti non si tratta di moda e non è nemmeno un tentativo di dedicarci a un’attività creativa quando non abbiamo niente da fare. In realtà questo esercizio, o passione, è anche un modo per tornare alle origini, al contatto con la terra, a qualcosa di basilare per l’essere umano.
Non siamo spinti dalla paura di rimanere senza cibo da un momento all’altro; non si tratta neppure di un tentativo disperato di nutrirsi in modo autosufficiente, di coltivare aglio e pomodori in balcone qualora arrivasse una carestia. Si tratta di un ritorno alla natura per ritrovare la calma, per riconnettersi a un elemento primordiale e tranquillizzante.
Coltivare un orto in casa: il ritorno alla terra
Il poeta Rabindranath Tagore diceva che le persone hanno l’abitudine di maltrattare la terra ed essa, in cambio, non offre i suoi frutti. È proprio così.
Un gran numero di persone sta vivendo in questi giorni un interesse verso il ritorno alla terra, al contatto con quel terreno che nutre, protegge e, in fin dei conti, dona la vita.
All’improvviso, avere tempo e vivere a un ritmo più lento, intimo e con uno sguardo introspettivo ha risvegliato in noi curiosità per la terra e interesse nel vedere germogliare piante, semi, fiori e frutti… Coltivare un orto in casa non è un semplice capriccio nei giorni di noia. Molti stanno riscontrando inaspettati benefici da questa attività.
Coltivare la terra per riconnettersi con se stessi
A volte abbiamo bisogno di spazio per stare bene, per pensare, per trovare la calma in un mondo che soffre, che cambia in fretta. Sopravviviamo come possiamo, ma scopriamo anche qualcosa di nuovo ogni giorno.
Molti creano, altri semplicemente riposano per rigenerarsi, per placare l’ansia. E altri hanno scelto di dedicare qualche ora della propria giornata alla coltivazione casalinga.
È interessante scoprire che coltivare un orto in casa è un esercizio che rigenera la nostra salute mentale.
Jennifer Atkinson, docente presso l’Università di Washington, ci spiega nel suo lavoro di ricerca Nature, Fantasy and Everyday Practice che curare un orto o un giardino aiuta a gestire lo stress, aiuta a pensare a possibili modi per risolvere i problemi e favorisce la connessione con noi stessi.
Coltivare un orto non per paura, ma per entrare in contatto con la terra e vederla germogliare
Lo dicevamo all’inizio: coltivare un orto in casa non è un’attività in risposta alla paura. Non abbiamo paura di esaurire le opzioni.
Dobbiamo dire, tuttavia, che in tempo di crisi e di difficoltà questa pratica era comune e potrebbe aver lasciato in noi un piccolo tratto istintivo.
Al di là del fatto che ci si dedichi a questa pratica per necessità o meno, c’è un fatto innegabile: coltivare i semi, vederli crescere e dare un frutto o una verdura è uno degli esercizi più gratificanti per l’essere umano. È sempre stato così. Entrare in contatto con la terra ci riporta alle origini e questo non ci offre semplice piacere.
Nasce in noi una sorta di speranza nel vedere come crescono le piante, come spunta il frutto e, infine, come pende la pianta, nella speranza di essere notata.
Coltivare un orto in casa, un’alternativa ai dispositivi elettronici
Coltivare un orto in casa è un modo per far rilassare il cervello. Oggi la tecnologia è nostra alleata, è un dato di fatto. Grazie a essa siamo a contatto con amici, parenti, colleghi di lavoro. Gli schermi dei cellulari e dei computer riempiono le nostre ore e creano dei ponti con chi è lontano.
Nonostante ciò, quando rispondiamo al telefono o finiamo una videochiamata ci sentiamo pervasi da una sensazione di vuoto. Quel vuoto inspiegabile può essere riempito dal giardinaggio e da quegli orticelli in terrazza o in balcone.
Coltivare significa creare, entrare in contatto con la terra, imparare a prendersene cura e a essere pazienti. I giorni scorrono più in fretta vedendo quella pianta crescere e sbocciare, dare i suoi piccoli frutti…
Non abbiano niente da perdere provandoci, immergendoci in questa antica pratica che spesso va ben oltre l’approvvigionamento e l’alimentazione.
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- Atkinson, Jennifer (2002) Gardenland. Nature, Fantasy, and Everyday Practice. New York. Criticism