Il cuore va da una parte, la vita da un’altra
Tutti dovremmo ascoltare il nostro cuore. La verità è che è molto difficile essere assolutamente coerenti ogni giorno ed ogni ora. Siamo pieni di contraddizioni perché amiamo e odiamo allo stesso tempo, perché siamo coraggiosi, ma al contempo timorosi, perché sappiamo essere buoni, ma alle volte anche cattivi. Tuttavia, riusciamo a convivere con queste contraddizioni, a gestirle, in modo da costruire un modo di essere e di vivere che sia più o meno consistente.
Per alcune persone, però, non è possibile costruire questa minima base di coerenza. Vivono come non vorrebbero vivere. Lavorano come non desiderano lavorare. Amano come non vogliono amare. In questi casi, esiste una forte asincronia tra quello che si sente con il cuore e ciò che si mette in pratica con le azioni. È come se vivessero un’esistenza che non è la loro.
“La mia corona è nel mio cuore, non sulla mia testa”
-William Shakespeare-
I casi sono molti. Persone che non amano davvero il proprio partner, ma nonostante ciò mantengono viva la relazione; gente che ogni giorno va a lavoro anche se l’unica cosa che aspetta è l’ora di chiusura; gente che sceglie un lavoro che detesta o che dedica il suo tempo solo alle persone che ha intorno, quando in realtà vorrebbe solo vederle sparire.
Di fatto, tutti abbiamo giorni o momenti nei quali rinneghiamo il nostro modo di vivere. In quei momenti perdiamo un po’ di passione per il lavoro che facciamo, ci sentiamo più distanti nel rapporto di coppia e ci dà fastidio chi ci circonda. Ma quando, in fondo, siamo connessi alla vita dal profondo del nostro cuore, questi momenti sono solo passeggeri e vengono superati con grande facilità.
Quando il cuore non è connesso con la vita
Sicuramente molte persone che non riescono a vivere la vita seguendo il loro cuore, diranno che questo dipende da un limite esterno. Se odiano il loro lavoro, insistono nel farlo, affermando che “sono stati costretti dalle circostanze”, che i conti a fine mese non aspettano e che trovare un nuovo impiego è molto complicato. Eppure, non provano nemmeno cercarlo né si prodigano in sforzi per cambiare un lavoro che, a quanto dicono, detestano.
La sfera in cui questo tipo di atteggiamento risulta più frequente è quella delle relazioni di coppia. Probabilmente conoscerete qualcuno che prova verso il proprio partner un risentimento costante che non sparisce, anno dopo anno. Se gli si suggerisce di lasciare quella persona, risponderà che prima o poi lo farà o che non può farlo a causa dei bambini, per il conto in banca co-intestato o per convinzioni religiose.
È qui che allora qualcuno si domanda: se è impossibile superare questa situazione, perché allora non cercare di adattarsi ad essa? Mentre se al contrario è possibile superarla, perché non fare di tutto per porre fine a quel tormento?
Sono questi i casi nei quali il cuore va da una parte e la vita da un’altra. La persona soffre e si sente intrappolata, ma non riesce a trovare un modo per uscire da quel labirinto. Si auto convince che “così è la vita” e la si deve accettare o non si reputa in grado di provare un cambiamento. In fondo, in questi casi, ad agire è una forza inconscia, sconosciuta.
Gli ordini inconsci
Quasi tutti siamo convinti di agire spinti da motivi assolutamente chiari, e le poche volte che ci interroghiamo sul perché facciamo quello che facciamo, sappiamo dare risposte molto vaghe. Quel che è certo è che la mente umana è molto più complessa di così. Sembra ci sia un’ampia zona a noi sconosciuta, in cui si celano i motivi più profondi e autentici di quello che facciamo.
Fin dalla nascita siamo soggetti al volere degli altri. I nostri genitori hanno costruito per la nostra esistenza un significato cosciente, ma al contempo vi hanno riversato aspettative e desideri inconsci.
Una madre depressa, per esempio, trasmette tutto l’amore che riesce a dare, ma trasmette anche un alone grigio che aleggia su qualunque cosa succeda. Un padre distante dà amore a modo suo, ma diventa anche un fantasma irraggiungibile quando si cerca la sua attenzione prendendo buoni voti a scuola, cercando di essere più giudiziosi o cercando a tutti i costi di creare problemi.
Quando il vostro cuore va da una parte e la vostra vita da un’altra, si verificherà una contraddizione tra i vostri desideri coscienti e i vostri desideri inconsci. Probabilmente vivrete come qualcuno desidera o ha desiderato che voi viviate. Questo qualcuno è, quasi sicuramente, uno dei vostri genitori o una delle figure fondamentali nella vostra infanzia.
Volete compiacere queste persone, anche se in fondo siete consapevoli di essere motivati da un desiderio che non è il vostro. Eppure, qualcosa dentro di voi vi impedisce di ribellarvi o di reclamare una vita genuina, fatta su misura dei vostri desideri. Questo si deve spesso alla paura infantile di perdere l’amore di queste persone dalle quali, inconsciamente, continuate a dipendere.
Dentro ognuno di noi vive un bambino insicuro che farà tutto il necessario per non perdere l’amore, l’attenzione e l’affetto dei propri genitori. Qualcuno impara a riconoscere queste insicurezze e ad evitarle in modo da condurre una vita individuale, lontana da quelle ombre.
Altri invece, continuano a gravitare attorno al conflitto inconscio mai risolto con i propri familiari. Crescono, studiano, lavorano fino a diventare medici o addirittura presidenti. Anche se dentro di loro continuano a sentire di non essere pienamente loro stessi.