Da una dieta restrittiva alle sane abitudini
Vivete nel perenne dilemma: stare a dieta o no? Avete la sensazione di aver trascorso metà della vostra vita in questo stato e non riuscite a sentirvi bene con voi stessi? Iniziate una dieta restrittiva e poco dopo vi sentite sopraffatti da sentimenti negativi, come senso di colpa o frustrazione?
Stiamo per darvi alcuni strumenti per capire cosa si cela dietro la cultura della dieta e come riuscire a distinguere le famose diete miracolose da alcune sane abitudini di vita. Dire addio alle diete restrittive e scegliere di prendersi cura di sé è il primo passo per rompere questo circolo vizioso.
Cosa si nasconde dietro la cultura della dieta?
Dal punto di vista etimologico, il significato della parola “dieta“ proviene dal greco dayta e può essere definito come “l’insieme di alimenti che una persona ingerisce abitualmente”.
Nel corso degli anni, questa parola ha esteso il proprio significato: si è trasformata in un concetto non solo legato all’alimentazione, ma anche allo stile di vita che, a volte, si allontana da quello di una esistenza salutare e assume una valenza negativa per la salute fisica e mentale.
È facile vedere come la parola “dieta” influisca direttamente sul nostro stato emotivo. A livello culturale, il suo significato si è costruito sulla base di una polarità: “la dieta è proibitiva, se non lo sono mangio quello che mi passa per la testa“.
Questa polarità, sebbene sia stata imposta dai mezzi di comunicazione e dalla cultura della dieta, può ripercuotersi negativamente sulle nostre emozioni e sulla nostra vita, impedendoci di modificare o di mantenere sane abitudini alimentari, oltre che uno stile di vita sano. Ma perché?
Prendersi cura di se stessi è molto più che scegliere alimenti sani
Prendersi cura di se stessi non significa solo scegliere alimenti sani, implica anche disciplina, armonia e la capacità di intendere la dimensione fisica ed emotiva come dipendenti, a livello generale e nello specifico le abitudini alimentari.
Per esempio, quando una persona è in sovrappeso e vuole dimagrire, istintivamente la prima cosa che fa è limitare l’ingestione di alimenti, perché pensa porzioni più piccole equivalgono a raggiungere più in fretta il proprio obiettivo. Tuttavia, seguire una dieta restrittiva, oltre a essere dannoso per la salute, non tiene conto di aspetti importanti, propri dell’individuo, come le emozioni.
Diversi studi recenti hanno dimostrato che nei casi di necessario dimagrimento, i risultati sono migliori quando si integrano alla dieta elementi psicologici, come una linea guida alimentare, rispetto a quando si lavora solo su una dieta restrittiva.
Così, nei programmi combinati si osserva un miglioramento non solo dell’autostima, ma anche della percezione del proprio corpo e dell’autoefficacia (Villaalba, 2016); migliorano anche i livelli di motivazione e quelli dell’adesione al cambiamento.
Caratteristiche della mentalità da dieta restrittiva
Per mettere fine a questa errata convinzione che riduce il dimagrimento alla semplice restrizione alimentare, la prima cosa da sapere è come funziona la cultura della dieta, ma anche conoscere l’insieme di pensieri ed emozioni negative che possono insorgere; vale a dire, quali sono le caratteristiche della mentalità da dieta. A seguire, vi presentiamo le più comuni:
- Presenta data di inizio e di fine.
- Richiede di restringere, eliminare o proibire il consumo di certi alimenti, il che induce stati di ansia e sentimenti negativi, come il senso di colpa o la frustrazione.
- Incompatibilità con gli eventi sociali. L’essere umano è un essere sociale. Qualsiasi piano alimentare incompatibile con la vita sociale fungerà da toppa e non potrà protrarsi a lungo.
- Favorisce un rapido dimagrimento, che non equivale al grasso corporeo, bensì ad altri aspetti fisici, come la massa muscolare.
Inoltre…
- È efficace a breve termine.
- In molti casi, la dieta che si segue ha un effetto boomerang.
- Il peso corporeo è l’unico indicatore dei progressi fatti.
- Provoca sentimenti negativi e di bassa autoefficacia quando non si riesce a raggiungere l’obiettivo preposto, che generalmente è un determinato peso corporeo in uno specifico intervallo di tempo.
Da una dieta restrittiva a sane abitudini
Già da tempo il concetto di salute non è più associato all’assenza di malattie, e ha assunto la valenza di uno stato di complessivo benessere, sia fisico che psicologico. Seguendo questa linea, possiamo definire un’abitudine sana come quello schema comportamentale che facciamo nostro e che, se ripetuto nel tempo, produrrà un effetto positivo sulla nostra salute.
Le caratteristiche principali che definiscono le abitudini sane in campo alimentare sono le seguenti:
- Sono guidate da obiettivi concreti, che aiutano a valorizzare i piccoli successi raggiunti.
- Implicano cambiamenti graduali nell’alimentazione e nello stile di vita.
- Comportano una perdita di peso graduale, essendo quest’ultima una delle conseguenze, e non l’unico obiettivo.
- Non esistono restrizioni né imposizioni alimentari, bensì attraverso l’acquisizione di adeguate conoscenze, poco per volta aumenta il buon senso nella scelta degli alimenti.
- Permettono di raggiungere obiettivi vantaggiosi per la salute, che si mantengono nel tempo.
- I livelli di benessere fisico e psicologico aumentano.
- Il senso di colpa e la frustrazione non sono più predominanti.
- Sono compatibili con la vita sociale.
Riflessioni conclusive: da una dieta restrittiva alle sane abitudini
Una volta riviste le principali differenze tra le caratteristiche della cultura della dieta e il cambiamento delle abitudini alimentari, è facile che sorgano dubbi sul tempo e sull’immediata efficacia.
È importante tenere a mente che cambiare abitudini richiede tempo. Prima che la fretta abbia il sopravvento e si ricominci a seguire qualunque dieta restrittiva, è bene fermarsi a riflettere sugli anni investi in questo ciclo di inizio-abbandono o fine-ricominciare.
È possibile prenderci cura di noi stessi concentrandoci solo su ciò che vediamo, punendoci con divieti e cicli infiniti di diete restrittive, che non possono protrarsi nel tempo e che inficiano la nostra autostima?
La risposta è chiara: no, o almeno, non in modo sano. E quindi, che ne pensate di cambiare obiettivo? e di investire in qualcosa di diverso, come imparare a prenderci cura di noi stessi senza diete?
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- Villalba, F. (2016). Estudio comparativo de la eficacia de dos programas dietéticos con apoyo psicológico y un programa dietético sin apoyo psicológico para el tratamiento del sobrepeso y la obesidad en la infancia y la adolescencia. Implicaciones de la ansiedad, la depresión y la satisfacción con la imagen corporal. Tesis Doctoral. Universidad de Murcia. Recuperado de: https://dialnet.unirioja.es/servlet/tesis?codigo=126989