Digestione mentale e problemi intestinali
L’apparato digerente è molto reattivo agli sbalzi emotivi. Può capitare che una persona si impressioni troppo e vomiti o che si senta nervosa e accusi mal di stomaco. Per questo motivo, e dinnanzi al diffuso problema della digestione lenta, si è iniziato a parlare di digestione mentale.
Oggi siamo consapevoli del fortissimo legame tra l’intestino, dunque del suo benessere e del suo funzionamento, e il cervello. Non è raro riferirsi all’intestino come al secondo cervello. Si tratta dell’unico organo del corpo che funziona in modo assolutamente indipendente; vale a dire che non ha bisogno del “permesso” del cervello.
L’intestino, inoltre, obbedisce al sistema nervoso enterico (SNE), che è una derivazione del sistema autonomo. Dispone di propri circuiti neuronali, ma comunica con il cervello mediante i sistemi simpatico e parasimpatico. Questa complessa struttura fa sì che la mente e la digestione abbiano un legame speciale, ecco perché si parla di digestione mentale.
Sono tanti i mortali che non possono digerire la felicità! La felicità non è una cosa facilmente digeribile; è, più che altro, molto indigesta.
-Miguel de Unamuno-
La digestione mentale
È stato individuato un legame molto stretto tra il modo in cui digeriamo i pensieri e le emozioni e il modo in cui digeriamo i pasti. Oltre a ciò, capita spesso che le esperienze non elaborate a livello mentale finiscano per riflettersi su una maggiore difficoltà a digerire adeguatamente un alimento. Potremmo dire che una corretta digestione mentale dipende anche dalla corretta digestione intestinale.
Al tempo stesso, si verifica l’opposto: i problemi digestivi finiscono per alterare visibilmente il nostro stato d’animo. Ciò si deve perlopiù al fatto che il 90% della serotonina viene elaborata dall’apparato digerente, mentre solo il 10% dal cervello.
Ricordiamo che la serotonina è un neurotrasmettitore dal notevole impatto sul nostro stato d’animo. Elevati livelli di serotonina presuppongono uno stato di felicità; bassi livelli, invece, uno stato d’animo negativo.
Come possiamo notare, esiste una chiara connessione tra la digestione mentale e la digestione alimentare. L’una influenza l’altra e si determinano reciprocamente.
La stitichezza e la digestione mentale
Uno dei problemi più spesso associati alla cattiva digestione mentale è la stitichezza. Viene interpretata come un segnale del fatto che ci sono idee, emozioni o esperienze del passato rimaste “bloccate”. In questi casi la persona si aggrappa alla situazione e si rifiuta di lasciarla andare.
Non è raro che le persone con stitichezza passino del tempo rimuginando su qualcosa successa il giorno prima, senza liberarsene. Può essere una convinzione, un obiettivo, una ferita o un oggetto materiale.
Il punto è che tutto ritorna continuamente, senza che ci sia alcun progresso in merito. Per quanto precedentemente detto, possiamo affermare che la stitichezza sia propria di coloro che tendono a ossessionarsi.
A volte, la stipsi è anche collegata alle parole non dette. La persona ha smesso di esprimere ciò che pensa o che sente per timore o per convenienza, ma il silenzio inizia a diventare una punizione inflitta a se stessi, che si traduce poi in un problema digestivo. Questo malessere è comune anche in coloro che tendono a risparmiare sempre per paure infondate verso il futuro.
La diarrea e le emozioni
La dottoressa Megan Rossi, specialista australiana di salute intestinale, indica che uno dei fattori principali osservabili nei pazienti con problemi intestinali è un alto livello di stress.
Sostiene anche che una delle raccomandazioni che dà a chi chiede una sua consulenza a seguito di problemi digestivi è di fare da 10 a 15 minuti di meditazione al giorno. Questo finisce per riflettersi positivamente sulla salute.
La diarrea viene associata al rifiuto diretto di un’idea o di un sentimento provato oppure a una decisione già presa. La mente reagisce cercando di liberarsi di questo aspetto quanto prima, e ciò si riflette sul corpo con una costante evacuazione. Vale a dire che una scorretta digestione mentale finisce per riflettersi su una digestione intestinale carente.
Dal punto di vista mentale e fisico, la diarrea è l’opposto della stitichezza. In questo caso c’è alla base un desiderio di disfarsi velocemente di qualcosa che provoca rifiuto e senso di colpa. Il soggetto non vuole, non può o non sa accettare quella parte di se stesso, il che finisce per esprimersi a livello fisiologico.
Alla luce di quanto detto, vale la pena di prestare un po’ più di attenzione ai nostri sintomi digestivi. Spesso, infatti, possono essere la manifestazione di un malessere emotivo. Si tratta di esplorare e di rilevare il problema che non riusciamo a digerire… per poi procedere con un’adeguata digestione mentale.
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De González Méndez, T. M. (2010). Psiconeuroinmunoendocrinologia, emociones y enfermedad. Una revisión. Revista MedULA, 18(2), 155-63.