Il dolore che non ha nome
Esistono dolori che ci segnano e ci lasciano senza fiato, perdite per le quali non esistono parole. Potete essere orfani o vedovi, ma la morte di un figlio vi porterà alla consapevolezza che nulla di ciò che dite potrà mai descrivere davvero quello che provate, trasformandosi in un dolore che non ha nome.
Un dolore che ferisce nel profondo, perché avete perso una parte di voi, parte della vita che avete costruito. La vostra vita ha perso in parte il suo significato, e ha lasciato spazio a senso di colpa e rimproveri – sarei dovuto andarmene via io per primo, non sono stato in grado di proteggerlo…
Nonostante in questi casi provare un senso di malessere sia la cosa più normale, la tendenza ad assumersi la colpa non è altro che il prodotto di auto rimproveri con i quali si cerca di castigarsi per essere ancora in vita, quando dovrebbero essere i figli a sopravvivere ai genitori.
“Non provare pietà per i morti, Harry. Prova pietà per i vivi, e soprattutto per coloro che vivono senza amore.”
-J. K. Rowling-
Non è stata colpa vostra
La voce interna della nostra coscienza si fa particolarmente intensa nei momenti di dolore. Quel Grillo Parlante che di solito ci aiuta a distinguere ciò che è giusto da ciò che è sbagliato può diventare una fonte di tormento quando è lì a ricordarci un passato che sarebbe potuto essere, ma non è stato. Ci porta ad incolparci per qualcosa che, di solito, è al di fuori del nostro controllo.
Ci ossessioniamo con rimproveri come: “Se solo mi fossi svegliato prima”, “Se solo mi fossi accorto in tempo che era malato”, “Se solo avessi agito diversamente”… Ma la verità è che anche cambiando una qualsiasi di queste variabili, il risultato non sarebbe cambiato. La morte arriva inaspettata, e cercare di trovarle un senso è totalmente irrazionale.
Alle volte risulta difficile distinguere tra colpa e responsabilità. Se il senso di colpa si insedia insieme al dolore, impedisce di superarlo e avanzare. La colpa non segue una logica, ci annienta del tutto. Non siamo più in grado di comprendere ciò che è successo né di superarlo senza sentirci responsabili.
E nonostante la comprensione sia il primo passo per accettare il dolore, ci sono occasioni in cui è impossibile dare un senso a tutti i “perché” di una perdita, semplicemente perché non esiste una risposta: le cose accadono e basta.
“…Credi davvero che le persone che abbiamo amato ci lascino mai del tutto? Non credi che le ricordiamo più chiaramente che mai nei momenti di grande difficoltà?”
-J. K. Rowling-
Affrontare il senso di colpa durante il lutto
Il senso di colpa è una delle sensazioni che più ostacolano il cammino del lutto. Tuttavia, esistono diverse indicazioni che si possono seguire per riuscire a superare il dolore.
- Parlate del vostro dolore. Rivolgetevi a familiari e amici fidati, non permettete che una perdita si trasformi in un tema tabù. Accettare i fatti passati è importante, conoscere il punto di vista degli altri potrà aiutare a superare il senso di colpa.
- Accettate i vostri sentimenti. È normale che con il dolore affiorino una lista infinita di altre emozioni, dalla tristezza al senso di soffocamento. Accettatele tutte, vivetele, ma non fatevi abbindolare da esse.
- Non mettete la vostra vita da parte. Durante il lutto capita di sentirsi male al punto da mettere da parte la propria routine quotidiana, concedendosi più tempo per cercare i motivi e i perché della perdita. Non smettete di occuparvi di voi stessi e delle persone a cui volete bene, anche loro hanno bisogno di voi.
- Ricordate la vita del caro che avete perso. Vostro figlio non è definito soltanto dal momento in cui se ne è andato. Ricordate l’amore che c’è stato tra di voi e i momenti felici passati insieme. Questo è il miglior omaggio che possiate fargli.
- Se necessario, richiedete il supporto di uno specialista. Anche se molti di coloro che vivono una simile situazione non ne hanno bisogno, non siamo tutti uguali. Chiedere aiuto potrà servire a superare le emozioni che vi stanno travolgendo.