Domande da non fare a un colloquio di lavoro

Presentiamo alcuni esempi delle domande da non fare al candidato per ottenere un colloquio più chiaro e informazioni più utili.
Domande da non fare a un colloquio di lavoro

Ultimo aggiornamento: 28 aprile, 2019

Quando si prepara un colloquio di lavoro, occorre studiare bene le domande da rivolgere ai candidati. Dal momento che non si dispone di un tempo illimitato, è importante essere chiari e concisi, concentrandosi su ciò che si ha bisogno o si vuole sapere. Vale quindi la pena ricordare quali sono le domande da non fare in una situazione come questa.

Il colloquio di lavoro viene considerato in genere il metodo di valutazione con maggiore capacità predittiva. Le domande, pertanto, devono essere pianificate allo scopo di ottenere il maggior numero di informazioni nel più breve tempo possibile.

Ecco alcuni esempi delle domande da non fare al candidato. Evitando di cadere in questi errori, possiamo ottenere un colloquio più chiaro e informazioni più utili.

5 domande da non fare al candidato

1. Che cosa sa di noi?

È di certo un modo comune per avviare un colloquio e rompere il ghiaccio. È, tuttavia, il primo esempio di domande da non fare. Siamo onesti, non è logico penalizzare un candidato con grandi potenzialità solo perché non ha fatto ricerche sull’azienda.

La risposta abituale del candidato potrà essere “ho raccolto qualche informazione, ma non sono riuscito ad approfondire molto”. Naturalmente il candidato vuole fare bella figura con chi gli sta davanti, ma non desidera certo parlare di un’azienda che non conosce dall’interno.

Candidata e selezionatore

2. Come vorrebbe che fosse il suo capo?

Ecco un’altra domanda completamente priva di senso. Nessuno direbbe che desidera un capo autoritario o inetto. La risposta sarà sempre “mi piacerebbe un responsabile empatico, che si preoccupi dei dipendenti e che possa essere di ispirazione, qualcuno da cui imparare. Che valorizzi i dipendenti e che sia esigente, ma in modo ragionevole”. È evidente che chiunque vorrebbe avere come capo un buon leader.

3. Cosa direbbero di lei i suoi ex colleghi?

Questa domanda offre solo al candidato alcuni secondi per autolodarsi. La risposta che segue è stata preparata a tavolino e l’intervistato si limiterà a dire quello che ci si aspetta di sentire. Metterà in rilievo la sua capacità di lavorare in equipe, la responsabilità, la puntualità, il perfezionismo, etc.

4. Perché ha lasciato l’ultimo posto di lavoro?

Un’altra domanda da non fare in sede di colloquio. Il candidato è ben cosciente che un licenziamento è penalizzante agli occhi della nuova azienda. Se possibile, quindi, farà di tutto per fare bella figura e non risultare responsabile per la perdita del lavoro precedente.

Certamente questo non significa che il candidato sia stato licenziato per colpa sua. Sono molti i fattori che possono portare a questa situazione.

5. Domande personali

Domande sulla salute, le condizioni fisiche, le questioni personali non sono consigliate se non, in alcuni casi, persino illegali. Cercare di ottenere informazioni personali crea disagio e tensione. Nessuno dovrebbe giudicare un candidato in base alla fede religiosa, le idee politiche, l’orientamento sessuale o, semplicemente, i suoi progetti familiari futuri.

6. Perché vuole lavorare in questa azienda?

Come nei casi precedenti, il candidato avrà preparato una risposta come “mi piacciono i progetti che sviluppa e penso di poter contribuire”, aggiungendo anche alcune sue qualità che vi si adattano. Questa domanda, pertanto, non permette di ottenere molte informazioni sul candidato e sul tipo di abilità che lo contraddistinguono.

È vero che se la persona è sincera non possiamo neanche scartare questa risposta. Ci saranno molte persone davvero interessate a lavorare nella vostra azienda. Il problema è che è difficile saperlo. Quindi, è meglio approfondire la risposta con ulteriori domande.

Colloquio di lavoro-domande da non fare al candidato

7. Quali sono i suoi punti deboli? Una delle classiche domande da non fare

Ormai è chiaro che sono da evitare le domande per le quali il candidato ha facilmente già preparato una risposta. Questo è l’esempio classico di domanda inutile a cui segue una risposta scontata come “sono perfezionista, troppo esigente sul lavoro”. In altre parole, si dà al candidato un’altra opportunità per elogiarsi, anche se in modo più indiretto.


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