Emicranie: il dolore nell’ombra
Le emicranie non sono semplici mal di testa. Significa dover scegliere la penombra e il silenzio di una stanza per poter avere un po’ di sollievo, significa sospirare nel letto sperando che passi quel dolore lancinante che colpisce metà della propria testa. Oltre a tutto ciò, significa anche patire l’incomprensione di chi pensa che sia un’esagerazione…
Chi soffre di questa malattia in modo cronico conosce bene il disprezzo sociale di chi non può capire, per esempio, che un “mal di testa” è in grado di impedirci di andare al lavoro. Per questo motivo e per accettare questa realtà che colpisce milioni di persone in tutto il mondo, nel 2012, la OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) ha dichiarato l’emicrania cronica una malattia invalidante.
Un’emicrania non è un semplice mal di testa, è un incubo del cervello che mi fa avere paura della luce, dei suoni, degli odori… Che mi costringe a cercare un luogo sicuro dove nascondermi al buio e nel silenzio.
Nessuno sceglie di patire questi dolori. A chiunque piacerebbe godersi la propria giornata al meglio e in salute, eppure il nemico invisibile delle emicranie emerge ogni mese in modo più o meno regolare “per spegnere il nostro interruttore vitale” e farci suoi prigionieri. Oggi, nel nostro spazio, vogliamo parlarvi proprio di questa malattia neurologia: l’emicrania.
Capire meglio le emicranie
Come si dice sempre in questi casi, non c’è niente di meglio che conoscere il proprio nemico per poterlo affrontare con più risorse. Nel caso dell’emicrania, prima di tutto dobbiamo dire che, di solito, dipende da un fattore genetico e colpisce soprattutto le donne.
È normale per molti ricordarsi che, da bambini, ci ripetevano di parlare a voce bassa e di non fare rumore perché uno dei nostri genitori aveva “quella cosa” chiamata emicrania. Dopo un po’ di tempo, anche noi abbiamo scoperto, sulla nostra stessa pelle, quell’ospite indesiderato e oscuro che si piazza nella nostra testa e che, per qualche ora, blocca l’ingranaggio che è la nostra vita.
È anche importante chiarire che gli attacchi d’emicrania dipendono da fattori biologici e non, come alcuni possono pensare, da problemi emotivi. Fattori come lo stress, per esempio, sono spesso i detonatori di questo problema, ma mai la causa, ed è per questo che è importante prendere in considerazione le seguenti informazioni.
Cause dell’emicrania
Ecco alcune delle principali caratteristiche dell’emicrania e le loro cause:
- Le emicranie colpiscono il 10% della popolazione e anche se di solito iniziano a manifestarsi intorno ai 20 anni, anche i bambini possono soffrirne.
- È importante sapere che esistono diversi tipi di emicranie. Le più comuni sono quelle che colpiscono “metà testa” (compresi uno degli occhi e una delle tempie) e che si manifestano con un dolore pulsante. I primi sintomi, inoltre, si manifestano attraverso ciò che si conosce come aura.
- Le più dolorose e invalidanti sono le cosiddette emicranie a grappolo, causate dall’attivazione o irritazione delle fibre del nervo trigemino. Areteo di Cappadocia, famoso medico greco del I secolo d.C., le descrisse come “il peggior dolore al mondo”.
- È importante sapere che il nervo trigemino si occupa di trasmettere la sensibilità della testa e che, con le proprie fibre, circonda le meningi.
- Quando il nervo trigemino si attiva o si sovraccarica, si scatena un’infiammazione e vengono rilasciate delle sostanze che colpiscono anche le meningi stesse. È per questo motivo che notiamo quelle incessanti pulsazioni in testa. Non ci sono dubbi, si tratta davvero di una sensazione terribile.
Come prevenire e affrontare i giorni delle emicranie
Molte persone intraprendono una vera e propria impresa personale alla ricerca di rimedi con i quali ottenere una migliore qualità di vita. Il loro obbiettivo, o umile desiderio, è semplicemente quello di riuscire a evitare che le emicranie diventino quel muro invalicabile che interferisce con il loro tempo, le loro relazioni, le loro giornate di sole o la loro produttività sul posto di lavoro.
Per questo motivo, e per darvi un piccolo aiuto, vi proponiamo di riflettere sugli aspetti che possono aiutarvi ad affrontare meglio, e persino a evitare, i giorni di emicranie e penombra.
Conoscere la propria malattia
La vostra emicrania NON è come quella del vostro collega di lavoro e nemmeno come quella di vostra madre. Non per tutti funzionano gli stessi rimedi ed è per questo che noi vi consigliamo di:
- Tenere un diario “del dolore”. È sempre molto utile tenere un registro in cui annotare la frequenza con cui si manifesta il dolore e le possibili cause: lo stress, un certo tipo di alimentazione, le giornate molto ventose, la sindrome premestruale…
- Provare più di un rimedio. Esistono diversi farmaci utili per combattere le emicranie. Dovrà sempre essere il vostro medico a offrirvi le opzioni migliori a seconda delle vostre necessità. Tuttavia, potete completare il trattamento con altre terapie come lo yoga, il biofeedback o retroazione biologica, la meditazione…
Conoscere i fattori scatenanti
Proprio come abbiamo detto prima, fattori come lo stress possono agire come detonatori quando il nervo trigemino è in sovraccarico. Per questo motivo, è importante conoscere i fattori che possono attivare la comparsa delle emicranie:
- L’esercizio fisico intenso (le emicranie si manifestano quando ci rilassiamo dopo l’attività fisica).
- I cibi ricchi di sale.
- I cibi che contengono stimolanti chimici o naturali.
- I formaggi stagionati, i latticini.
- La cioccolata.
- Il caffè, il tè, le bevande alcoliche.
- Le luci o gli odori intensi.
- Le variazioni di temperatura.
Canalizzare il dolore
Forse vi sembrerà strano, soprattutto se sapete quanto può essere invalidante il dolore associato alle emicranie. Nonostante ciò, accettare la propria malattia significa anche trovare un modo per spostare altrove l’attenzione dalla sofferenza stessa.
Diversi artisti come Salvador Dal í , Yakoi Kusama o Lewis Carroll, soffrivano di emicranie ricorrenti e trovarono nell’arte, nella musica o nella scrittura un canale attraverso il quale esprimersi. Vale davvero la pena trovare la vostra distrazione.
Il dolore vi rende prigionieri del vostro stesso corpo, schiavi di un guscio troppo fragile. Dovete trovare ogni giorno un motivo per andare avanti e non permettete mai all’emicrania di controllarvi, di trasformarvi in persone che non siete.