L’influenza delle esperienze traumatiche durante l’infanzia
Vivere esperienze traumatiche durante l’infanzia lascia diverse tracce nella vita adulta. Si tratta di un fatto risaputo da tutti. Ma come influiscono queste esperienze traumatiche nella vita dei bambini? Come influenzano il loro comportamento? E il loro apprendimento?
Un recente studio ha analizzato il modo in cui le esperienze difficili della tenera età, come l’incarceramento di un genitore o il maltrattamento fisico e psicologico, impediscono l’apprendimento e lo sviluppo del comportamento sin dall’età prescolare. Lo studio è stato realizzato dai ricercatori della Scuola di Medicina Johnson Robert Rutgers ed è successivamente stato pubblicato sulla rivista dell’Accademia Americana di Pediatria, Pediatrics.
L’importanza della tappa prescolare per il futuro rendimento accademico
Secondo gli scienziati, lo studio ha rivelato che i bambini delle grandi aree urbane che hanno vissuto eventi traumatici durante la tenera età rischiano più degli altri di soffrire di problemi di apprendimento e comportamentali sin dall’infanzia.
I ricercatori hanno esaminato i dati di altri studi che raccoglievano esperienze infantili difficili e i corrispettivi risultati del rendimento accademico e del comportamento all’asilo forniti dai maestri. È stata scelta la tappa dell’età prescolare a causa della trascendenza che essa ha nella vita di un bambino, a tal punto che essa può predire il rendimento accademico e le future abilità sociali.
I risultati dell’analisi hanno indicato che i bambini che avevano vissuto maggiori esperienze traumatiche adottavano anche una condotta peggiore in termini accademici, comportamentali e sociali. In particolare, le abilità linguistiche e di alfabetizzazione erano inferiori al livello medio. In condizioni di bassa attenzione e aggressione da parte degli adulti, il comportamento di questi bambini dava sempre più preoccupazioni.
“I risultati del nostro studio sono importanti perché rendono manifesti notevoli fattori di rischio per la futura lotta accademica. C’è anche il rischio di problemi di salute, giacché questi sono associati all’esposizione a traumi durante la tenera età”, hanno detto i ricercatori. “Speriamo che il nostro lavoro fomenti la collaborazione tra educatori ed esperti di salute, per sostenere i bambini a rischio e le loro famiglie”.
Proteggere i bambini dalle esperienze traumatiche
Proteggere i bambini non significa metterli in una bolla. Tuttavia, quando sono molto piccoli, la loro comprensione del mondo e il loro modo di interpretare gli eventi attorno a loro non sono gli stessi degli adulti.
Lo psicologo Jesús. F.J. Ramírez Cabañas spiega che le esperienze traumatiche avvenute prima degli 11 anni generano tre volte più problemi emotivi e comportamentali rispetto a quelle subite in età più avanzata. L’impatto psicologico di tali situazioni tende a persistere e incrementa con il passare del tempo.
Tuttavia, i genitori tendono a sottovalutare l’intensità e la durata delle situazioni stressanti per i loro figli. Tali reazioni variano a seconda dell’età, della capacità intellettiva, della personalità e di altri aspetti sociali.
Ramírez Cabañas sostiene anche che l’impatto che gli adulti lasciano sui bambini di cui si prendono cura ha un effetto enorme sulla capacità di ricordare le esperienze traumatiche. Ad esempio, la natura traumatica di una morte può generare un sentimento di impotenza e pericolo.
In generale, i problemi più comuni generati dallo stress post-traumatico e altre forme d’ansia sono: il dolore, la depressione, i comportamenti aggressivi e di sfida, sintomi fisici, una bassa autostima e difficoltà a scuola e nella società in generale.
Come agire con i bambini che hanno sofferto un’esperienza traumatica
Ramírez Cabañas spiega che, quando un bambino soffre un’esperienza traumatica, la cosa più importante è agire il più rapidamente possibile, per evitare gli effetti dello stress post-traumatico. Lo stress post-traumatico può apparire sotto forma di ansia, depressione e altri disturbi, i quali dovranno essere trattati nel caso in cui la sindrome si presenti (cosa che può avvenire anche tre mesi dopo).
Ma non bisogna aspettare che questo succeda: è conveniente insegnare subito al bambino a rilassarsi e a modificare i suoi pensieri negativi con altri positivi. Inoltre, bisogna incoraggiarlo ad esprimere i suoi sentimenti ed opinioni.
È anche importante fare uso di tecniche volte a sviare il suo pensiero verso aspetti più costruttivi o piacevoli, come giocare, fare esercizio fisico o partecipare ad attività di gruppo. Per di più, è molto frequente che i bambini si colpevolizzino per un disastro avvenuto o per la perdita di una persona cara; in questo caso, è importante insegnare loro a non farlo.
Un’altra azione importante che vi consigliamo di adottare è mantenere i bambini lontani dalle informazioni riguardanti il fatto per loro traumatico date dai grandi mezzi di comunicazione, in particolar modo la televisione, affinché non vedano immagini relative a questo.