Esternalizzazione del sintomo per allontanarsi dai problemi
Le persone spesso hanno bisogno di aiuto per affrontare i problemi o i sintomi che stanno vivendo. È in questo momento che bisogna andare in terapia. Una delle tecniche più utilizzate in questo contesto è quella dell’esternalizzazione del sintomo, un modo per allontanarsi dai problemi. Ne parliamo in questo articolo.
Le persone vanno in terapia per cercare di risolvere, grazie all’aiuto di un professionista, i problemi che non sono stati in grado di risolvere da soli. Il più delle volte si tratta di problemi molto interiorizzati, per cui molto spesso non sono ben elaborati e sono difficili da esprimere.
I sintomi più frequenti per cui una persona si rivolge allo psicoterapeuta sono: ansia, demotivazione, tristezza, stress, ma anche problemi con il partner o con la famiglia.
L’esternalizzazione del sintomo è uno strumento terapeutico utilizzato dagli psicologi affinché i pazienti possano prendere le distanze dai loro problemi. Consente alla persona di osservare le proprie difficoltà e i propri sintomi dall’esterno e di trovare un significato o una soluzione in modo rapido ed efficace.
I sintomi non definiscono le persone
Le persone che decidono di intraprendere la terapia spesso sono molto attaccate alle loro convinzioni, ai loro problemi e ai loro sintomi. Tant’è che li vivono come se fossero parte di loro stessi, privandosi della possibilità di espandere la loro prospettiva e quindi di trovare un altro modo di guardare la realtà.
Per esempio, trovano difficile staccarsi dalla loro ansia, dalla loro depressione o dalla loro bassa autostima, perché ormai li vedono come parte di loro stessi e non come ospiti di passaggio.
Le persone che vanno dallo psicologo di solito finiscono per non raccontare ciò che più li preoccupa, ciò che fa male o non amano di loro stessi. Eppure, lo scopo della terapia è proprio quello: sentirsi a proprio agio con il professionista per mostrare quella parte di noi stessi che di solito teniamo nascosta perché ci rende vulnerabili.
È allora che possono sorgere delle difficoltà nel promuovere il cambiamento e vengono fuori i diversi meccanismi di difesa che possono impedire questi cambiamenti.
Le origini della tecnica di esternalizzazione dei sintomi o dei problemi possono essere ricondotte alla psicologia sistemica. Uno dei primi a proporre questo approccio è stato lo psicoterapeuta Michael White, che fa di questa tecnica l’asse centrale del suo approccio terapeutico.
“Quando pensiamo che non ci sia una possibile soluzione ai nostri problemi, li creiamo.”
-Anonimo-
Come funziona l’esternalizzazione del sintomo
Spesso siamo così presi dai nostri problemi che non riusciamo a vedere nessuna soluzione. L’outsourcing o esternalizzazione si basa sull’osservazione dall’esterno di ciò che la persona presume si trovi dentro di sé. Può essere fatta attraverso un disegno o utilizzando altri elementi che facilitano il compito di osservare il problema dall’esterno.
Immaginiamo una persona che soffre di ansia, la vive così tanto da definirsi una persona ansiosa. Questo gli causa molta sofferenza, oltre ad un esaurimento mentale, emotivo e fisico. L’esternalizzazione del sintomo o dei suoi problemi può aiutare a calmare questa sofferenza.
Si tratta innanzitutto di scegliere quale elemento esternare (sintomi, emozioni, problemi), nominare l’elemento esternalizzato, creare una distanza tra la persona e ciò che sente il bisogno di esternalizzare e infine aiutare la persona ad affrontare le sue difficoltà da un altro punto di vista.
I vantaggi di cambiare prospettiva
Gli effetti che questa tecnica produce nelle persone che la sperimentano sono molteplici, e per questo motivo vale la pena elencarli di seguito:
- Sollievo e recupero dell’equilibrio emotivo: dando voce ai propri problemi, la persona riesce a provare un senso di riposo e tranquillità. Identificandosi con le proprie difficoltà, riuscirà a trovare il modo in cui non lasciarsi sopraffare dalle proprie emozioni. Da questo stato di stabilità emotiva sarà più facile osservare il problema dall’esterno.
- Maggiore autocontrollo nella gestione dei sintomi e dei problemi derivati: facendo proprio il sintomo o la difficoltà, il paziente può sentire di non controllare ciò che gli sta accadendo e che non sarà in grado di risolverlo. Prendere le distanze e guardare le cose da un’altra prospettiva ci aiuta a conoscere e gestire meglio le difficoltà.
- Nuove risorse per affrontare il problema in questione: cercare di risolvere un conflitto non è sempre facile. Abbiamo bisogno di nuove risorse che facilitano la risoluzione della situazione. Solo così possiamo acquisire nuovi strumenti e soluzioni.
- Aumentare la responsabilità di fronte alle difficoltà: se la persona è troppo assorbita dalle proprie difficoltà, è normale che perda il controllo della situazione. L’outsourcing consente di assumersi nuovamente le proprie responsabilità per promuovere il cambiamento.
- Cambiare e mettere in discussione le convinzioni e i preconcetti: i preconcetti, invece di aiutare a risolvere i problemi, spesso impediscono di trovare una soluzione ai conflitti interni. Questa tecnica invita a costruire altri modi di pensare.
- Allontanare il problema dalla persona: l’esternalizzazione dei sintomi rende più facile per la persona arricchire e modificare la propria prospettiva. Questo aiuta a disfarsi delle etichette che tendiamo ad auto-imporci. Ad esempio, invece di pensare “Sono un lunatico, sono una persona che si arrabbia sempre”, ci accorgeremo che a volte ci arrabbiamo, ma non sempre.
Esternalizzazione del sintomo e come liberarsi dei problemi
Attraverso questa tecnica, non solo i problemi o i sintomi vengono esternalizzati, ma possiamo analizzare da un altro punto di vista anche le qualità, le risorse e i punti di forza. In questo modo la persona potrà allontanarsi da ciò che la fa stare male e vedere la sua situazione da un punto di vista più costruttivo.
Per certi versi è come indossare un nuovo paio di occhiali: attraverso di loro sarà più facile accettare o trovare una soluzione a ciò che ci preoccupa o ci blocca.
Questa procedura offre una nuova visione e significato al problema e quindi facilita una soluzione più rapida. I benefici di questo strumento terapeutico si basano sul fatto che, non assumendo più le difficoltà come proprie, i pazienti possono cambiare il loro approccio e migliorare la propria qualità di vita.