Il disagio della civiltà di Freud
Il disagio della civiltà è una delle opere più filosofiche di Freud. Il padre della psicoanalisi era un grande seguace di Nietzsche e della sua teoria secondo cui l’uomo allo stato puro è colui che segue i precetti del dionisiaco; colui che si lascia trascinare dai suoi istinti primordiali.
Le pulsioni più forti dell’uomo, secondo la psicoanalisi, sono la pulsione sessuale (eros) e la pulsione di morte (thanatos). Freud riprende la concezione nietzscheana dell’uomo dionisiaco per scrivere nel 1930 la sua opera più filosofica Il disagio della civiltà.
Questo lavoro è stato concepito in tempi difficili e travagliati; tre anni dopo sarebbe si sarebbe conclusa la Repubblica di Weimar e Hitler sarebbe salito al potere. Non erano certo tempi per l’ottimismo.
Il disagio della civiltà
L’argomento principale de Il disagio della civiltà è l’antagonismo tra i bisogni istintivi dell’essere umano e le restrizioni che la civiltà gli impone.
Tale contraddizione consiste nel fatto che la civiltà cerca di instaurare società pacifiche limitando le pulsioni sessuali e aggressive. Proprio a causa di queste restrizioni, le pulsioni finirebbero per trasformarsi in sensi di colpa.
“… il senso di colpa è il problema più importante dello sviluppo della civiltà. Il prezzo del progresso culturale deve essere pagato con la mancanza di felicità causata dall’aumento del senso di colpa.”
–Il malessere nella cultura. Capitolo VIII. Pagina 130-
L’uomo mutilato dalla cultura
Per Freud, la civiltà può realizzarsi pienamente solo quando soffoca gli istinti primordiali dell’uomo. La civiltà vive un perenne disagio perché l’unico modo affinché esista è reprimere l’uomo, mutilando quella parte animale che l’avrebbe reso la bestia libera e feroce che Nietzsche ammirava.
Il dionisismo nietzscheano è vincolato dalle regole stabilite dalla civiltà, che servono affinché ci sia possibile vivere insieme in una presunta “armonia”.
L’essere umano culturale è nevrotico
Le conseguenze delle repressioni imposte dalla civiltà sono psicologicamente gravi: l’essere umano entra in uno stato di nevrosi, malato, di pura repressione.
Il senso di colpa non solo reprime gli istinti, ma li punisce dall’interno e trasforma l’uomo in un essere codardo e malleabile.
Le pulsioni contro il cogito cartesiano
Per Sigmund Freud, il cogito cartesiano ha prodotto una società borghese che reprime gli istinti/pulsioni dell’uomo, trasformandolo in un paziente. L’uomo non può crescere del tutto, non può sentirsi pieno, libero e vivo.
La routine della civiltà, segnata da un’eterna tregua tra gli impulsi l’uno dell’altro, ci relegherebbe a una vita grigia.
Se gli uomini liberi si uccidono a vicenda, è logico che l’imposizione di una civiltà sembri necessaria affinché possano vivere insieme in pace. È così che la civiltà genera esseri umani malati.
Amore e odio ne Il disagio della civiltà
Freud ammette che è difficile accettare che l’uomo abbia questa predisposizione istintiva alla vitalità in concomitanza con l’istinto di morte e distruzione, ma la repressione del suddetto istinto sarebbe la vera causa del bisogno di restrizioni nella società. La vita e la civiltà nascono e si sviluppano dalla lotta tra queste due forze interpersonali di amore e odio.
Gli esseri umani hanno bisogno di sottomettersi alla civiltà e cercare di liberarsi dei loro istinti in cambio di un po’ di sicurezza, come Hobbes aveva già spiegato anni prima.
Ne Il disagio della civiltà e L’uomo Mosè e la religione monoteistica, Freud spiega la naturale tendenza al male e alla crudeltà che deriva dall’odio primordiale e che ha conseguenze sociali disastrose.
L’uomo soddisfa le sue aspirazioni evitando leggi e diritti umani. Sfrutta umiliando, martirizzando, uccidendo e appropriandosi delle proprietà altrui. Ma poiché deve rinunciare a soddisfare pienamente questa aggressività nella società, riacquista un certo senso di controllo nei conflitti tribali o nazionali.
“L’uomo cerca di soddisfare il suo bisogno di aggressività a spese dei suoi simili.” (È tuttavia necessario dare un senso alle parole). Sfruttando il suo lavoro senza compenso, abusando sessualmente senza il suo consenso, appropriandosi della sua proprietà, umiliandolo, infliggendogli sofferenza, torturandolo e uccidendolo”.
–Il disagio della civiltà–
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- Freud, S. El malestar en la cultura. En: Amorrortu Editores. Sigmund Freud. Obras completas. Segunda edición. Buenos Aires: Amorrortu Editores S.A; 1992.