Il Libro dell'inquietudine di Fernando Pessoa
Le frasi tratte da Il libro dell’inquietudine sono frammenti di un vero e proprio capolavoro. Questo testo è considerato uno dei migliori libri in prosa a opera di Fernando Pessoa. L’autore ha impiegato 22 anni per portarlo a termine, selezionando una serie di accurate riflessioni.
Ne Il libro dell’inquietudine vengono affrontati tutti argomenti quotidiani. Il testo raccoglie anche frammenti del diario di Pessoa, così come aforismi e brevi riflessioni. Le frasi che abbiamo scelto sono la migliore espressione artistica del grande poeta portoghese.
Quando vedo un morto, la morte mi sembra una partenza. Il cadavere mi dà l’impressione di un vestito abbandonato. Qualcuno se n’è andato via e non ha avuto bisogno di portarsi dietro quell’unico abito che indossava.
Fernando Pessoa
Quella che sembra l’edizione definitiva del libro risale al 2010. Prima di questa data circolavano altre edizioni che includevano frasi de Il libro dell’inquietudine che non appartenevano davvero a Fernando Pessoa. Per questo il testo è stato depurato. Ecco alcune delle frasi più belle di questo libro:
Frasi tratte da Il libro dell’inquietudine di Pessoa
Andare alla cieca…
Molte frasi de Il libro dell’inquietudine enfatizzano l’assurdità della vita e dell’esistenza. Quanto segue riflette perfettamente il pensiero di Pessoa: “Sono come qualcuno che cerca a casaccio, non sapendo dov’è stato nascosto un oggetto che non gli hanno detto cos’è. Giochiamo a nascondino con nessuno”.
Pessoa sostiene che viviamo girando intorno al nulla. Non abbiamo idea di quale sia il nostro scopo e ancora meno di come raggiungerlo. Evitiamo gli altri, che a loro volta sono nelle stesse nostre condizioni. Secondo il poeta, è questo il gioco della vita.
I fantasmi
Una bella e profonda riflessione di Fernando Pessoa recita: “Passare dai fantasmi della fede agli spettri della ragione è solamente un cambiare di cella”. Con questa affermazione, il poeta prende le distanze dai due grandi pilastri del pensiero occidentale: fede e ragione.
Come sapete, il regno del pensiero si è retto per secoli su fede e ragione. La fede che nega la ragione e la ragione che nega la fede. Pessoa le definisce come immaginarie, ma anche come due prigioni. Entrambe limitano la prospettiva e confinano il pensiero a un territorio esclusivo.
Tutto è imperfetto
La perfezione è uno dei concetti più astratti e idealisti che esistano. Un prodotto mentale, che non corrisponde ad alcuna realtà. Per essere completo, l’essere umano anela la perfezione, ma allo stesso tempo la rende impossibile a causa del suo profondo ed eterno disagio interiore.
Una delle frasi de Il libro dell’inquietudine afferma: “Tutto è imperfetto, non c’è tramonto così bello da non poterlo essere di più, o brezza lieve che invita al sonno che non possa favorire un sonno ancora più sereno”. L’autore sottolinea come il valore che l’uomo attribuisce alla realtà non sia mai sufficiente.
La bellezza dell’inutilità
Ecco un’altra bellissima riflessione di Pessoa: “Perché è bella l’arte? Perché è inutile. Perché è brutta la vita? Perché è tutta fini e propositi e intenzioni. Tutte le sue strade portano da un punto a un altro punto. Magari ci fosse una strada in un luogo dove nessuno va!”.
L’arte, secondo Pessoa, manca di senso pratico. Ha valore per ciò che è, non per la sua utilità. Nessuno ha bisogno dei dipinti di Diego Velázquez per vivere, ma chi li contempla arricchisce la sua esistenza. La Terra continua a girare con o senza la Tour Eiffel, ma il pianeta diventa meraviglioso perché la torre c’è.
Nella vita di tutti i giorni accade il contrario. Le cose, e anche le persone, acquisiscono valore per il beneficio che offrono o smettono di offrire. Tutti noi esseri umani ci dedichiamo solo alle cose che rappresentano una certa utilità. In queste condizioni, nella vita rinunciamo alla grandezza e alla bellezza. Ecco cosa vuole esprimere Pessoa con le sue parole.
L’orfano della fortuna
Buona parte de Il libro dell’inquietudine è l’autobiografia di Fernando Pessoa, nonostante l’abbia firmato con lo pseudonimo di Bernardo Soares. Nel testo si trovano commoventi confessioni che parlano di solitudine e di abbandono.
Uno dei passaggi più intimi recita: “Ho sempre desiderato di piacere agli altri. Mi ha fatto sempre male che fossero indifferenti nei miei confronti. Orfano della Fortuna, ho, come tutti gli orfani, il bisogno di essere l’oggetto dell’affetto di qualcuno”.
In tutto il libro Pessoa si definisce come un fallito che non trova alcun senso alla sua esistenza. È un orfano della fortuna perché ha perso anche il desiderio di essere felice. Tuttavia, dichiara che l’amore può essere la cura che compensa l’assenza di successi e la negazione di un destino felice.
Fernando Pessoa è uno dei più importanti poeti di tutti i tempi. Il libro dell’inquietudine ci rivela la complessità dei suoi sentimenti e l’arguzia delle sue riflessioni. Ogni frase racchiude in sé una breve poesia pronta per essere scoperta dalla mente di un lettore sensibile.
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Pessoa, F. (2010). El libro del desasosiego (Vol. 101). Ediciones BAILE DEL SOL.