Il silenzio ci fa paura, perché?

Il silenzio è associato alla sensazione di vuoto, alla solitudine, ai timori e alle ferite del passato che preferiamo nascondere con il rumore del mondo esterno. Ma conosciamo tutto ciò che il silenzio può offrirci?
Il silenzio ci fa paura, perché?
Elena Sanz

Scritto e verificato la psicologa Elena Sanz.

Ultimo aggiornamento: 05 gennaio, 2023

Entriamo in auto e accendiamo la radio; arriviamo a casa e accendiamo la televisione; riproduciamo la musica dal telefonino, cantiamo o pensiamo mentre facciamo la doccia. Il silenzio ci fa paura e lo dimostriamo in migliaia di modi. Il vuoto rievocato dall’assenza di rumore ci tormenta, e con questo timore perdiamo importanti opportunità. Forse se sapessimo apprezzare il silenzio, smetteremmo di sfuggirgli come fosse un nemico.

Quando è stata l’ultima volta che siete rimasti in silenzio? Quando avete provato l’assenza totale di stimoli esterni e dentro di voi? Per la maggior parte della gente è quasi un’utopia, una condizione impossibile da raggiungere e da mantenere.

Secondo questo punto di vista, il silenzio risulta persino pericoloso ed è motivo di inquietudine. Ma perché succede? Cosa possiamo fare a tal proposito?

Il silenzio ci fa paura e ci preoccupa.

Il silenzio ci fa paura

Vi sarete accorti di questa tendenza diffusa nella nostra società, o forse no. Potreste persino aver riconosciuto in voi stessi questa paura del silenzio, sebbene non sappiate esattamente a cosa sia dovuta. La verità è che dimostriamo questo fenomeno ogni giorno.

Ci circondiamo di qualsiasi dispositivo tecnologico capace di offrirci stimoli visivi e sonori. E non lo facciamo solo per intrattenerci durante il tempo libero, ma durante qualunque attività quotidiana. Mentre cuciniamo, puliamo, facciamo sport, il rumore esterno ci accompagna sempre.

Lo stesso succede quando trascorriamo del tempo con gli amici, con i colleghi, con i parenti. Persino se incontriamo un vicino in ascensore preferiamo iniziare una conversazione banale e accondiscendente piuttosto che rimanere in silenzio. Molto spesso non abbiamo qualcosa da dire, ma ci sforziamo comunque di riempire quei terrificanti vuoti con le parole.

Persino quando restiamo in un apparente silenzio, senza alcun rumore esterno a coprire le nostre sensazioni, anche allora facciamo appello alle nostre risorse interiori per fuggire.

Vi è mai successo che, andando a dormire, nella quiete della sera, la mente cominciasse ad accelerare portandovi dal passato al futuro, in un continuo rimuginio di pensieri? Questi meccanismi servono a evitare il silenzio del presente.

Perché il silenzio ci fa paura?

Perché non conosciamo noi stessi

Il silenzio ci fa paura perché ci obbliga a entrare in contatto con noi stessi. Gli sfuggiamo perché scappiamo da noi stessi. Si tratta del timore di rimanere da soli con una parte del nostro essere che rifiutiamo di vedere, con le paure e le ferite che abbiamo ignorato nel tempo. Ci terrorizza ascoltare la nostra stessa voce, un grido interiore che abbiamo sepolto per anni sotto le voci altrui e i rumori esterni.

Non conosciamo noi stessi perché non siamo mai rimasti da soli. Non ci conosciamo e ci fa paura farlo. Quando il silenzio fa capolino, porta con sé i suoni delle nostre ombre, di quei lati oscuri che non riconosciamo come tali quando invece lo sono.

Da dove proviene quest’ansia, questa sensazione di solitudine e di vuoto, quell’ira insita che emerge quando rimaniamo in silenzio? Noi siamo tutto questo, nonostante gli sforzi decennali per negarlo.

Perché non è nostra abitudine

Eppure, non è tutta colpa nostra. Siamo nati e viviamo immersi in una società che non ci insegna a connetterci con noi stessi né ad ascoltarci, ma che, piuttosto, ci distrae di continuo.

La conoscenza di sé, lo sviluppo personale, la meditazione... tutte queste attività sembrano esclusive di una minoranza che soffre e che ha bisogno di un rifugio, in realtà dovremmo praticarle tutti.

Il silenzio è stigmatizzato e ci viene insegnato a guardarlo come qualcosa di negativo, come un segnale di rabbia, offesa, tristezza o assenza. Il silenzio rievoca la solitudine, il vuoto, la timidezza e le emozioni negative, ma non dovrebbe essere così.

Meditare all'aperto in mezzo alla natura.

Iniziamo ad allenarci al silenzio

Allenarsi al silenzio aiuta ad analizzare timori, ferite e desideri. Ci aiuta a conoscere noi stessi, a guarire e a crescere. Ci offre l’opportunità di scoprire i nostri desideri e le nostre opinioni, di recuperare le forze e la voce.

Quando ci conosciamo e ci accettiamo, quando impariamo ad amarci e a rimanere soli con noi stessi, allora non esiste luogo paragonabile al mondo. Solo noi possiamo riempire i nostri vuoti, curare le nostre ferite e vincere le nostre paure.

Solo noi possiamo lavorare sui nostri sogni e sui nostri obiettivi. Allora perché ci fa paura rimanere con noi stessi? Diamoci un’opportunità e scopriremo quanto ne abbiamo avuto bisogno per tutto questo tempo.


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  • Le Breton, D. (2006). El silencio. Madrid: Sequitur.
  • Hanh, N. T. (2016). Silencio: el poder de la quietud en un mundo ruidoso. Barcelona, España: Urano.

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