Induismo: come trovare l'equilibrio interiore
L’induismo ci insegna una condotta di vita e un senso di responsabilità in cui, a volte, il silenzio è il nostro miglior alleato. Dunque, ci sono cose che è meglio custodire segrete, aspetti riguardanti le nostre aspirazioni, essenze e successi che appartengono alla nostra sfera privata, a quello scrigno che costituisce la saggia riserva personale.
Una cosa che si dice molto spesso sulla filosofia induista è che si tratta di un invito diretto a ridefinire la nostra esistenza, a riflettere su di essa attraverso un prisma molto più ampio e, allo stesso tempo, responsabile. L’obiettivo ultimo di questa religione diffusa soprattutto in India e Nepal è guidare l’essere umano nel cammino della liberazione, luogo in cui i nostri pensieri, le nostre emozioni e parole ci portano alla serenità, a uno stato di coscienza in cui tutto è in armonia.
All’interno di queste correnti dall’essenza spirituale è molto comune incontrare alcuni consigli da seguire per trovare l’equilibrio interiore dove dimorano il benessere o la calma. L’induismo rappresenta l’essenza di varie dottrine in cui ci viene indicato che cosa non dobbiamo fare, che cosa è meglio evitare o limitare.
Non possiamo dimenticare che all’interno di questo quadro filosofico ogni azione ha il suo effetto, la sua conseguenza. Il buon induista, per esempio, è la persona che sa qual è il suo dovere, la sua responsabilità, quel “Dharma” in cui il progresso materiale ha la sua trascendenza spirituale, ed il vincolo che darà forma a una felicità reale in questa vita e nella reincarnazione successiva. Per questo motivo, è interessante sapere che cosa è meglio custodire in segreto, favorendo quel senso di responsabilità con noi stessi e con gli altri.
Insegnamenti dell’induismo
1. Pettegolezzi, dicerie o commenti negativi su terzi
Se qualcuno ci racconta un pettegolezzo, un commento spiacevole su un’altra persona, una critica offensiva rispetto a un comportamento altrui, la cosa migliore è sorvolare. L’induismo ci invita a innalzare un muro che raccoglie la negatività e l’insulto gratuito. In questo frangente, è utile ricordare il triplo filtro di Socrate, ovvero, se l’informazione che ci arriva non è né buona, né utile né veritiera, è bene non dargli importanza e relegarla al silenzio.
“Prima di giudicare una persona, cammina per tre lune nei suoi mocassini”.
-Proverbio indiano-
2. I nostri progetti
Se abbiamo un sogno, una meta ambiziosa, un progetto personale, dobbiamo essere prudenti. Non dobbiamo dirlo agli altri prima dell’ora, dobbiamo camminare con i piedi di piombo ed essere cauti, meglio non essere precipitosi. Lasciamo che i progetti maturino e diventino quasi realtà. A volte, quando comunichiamo un desiderio o un obiettivo, c’è chi, lungi dal condividere il nostro entusiasmo, ci dona il suo scetticismo o, peggio ancora, le sue critiche. Dobbiamo essere cauti e mantenere segrete quelle mete personali che sogniamo di raggiungere un giorno.
3. I nostri traguardi emotivi: quando siamo stati eroi di noi stessi
Solamente noi conosciamo le battaglie vinte, le barricate personali che abbiamo scavalcato per dimostrare a noi stessi che ce la potevamo fare, che meritavamo i nostri trionfi. A volte l’essere umano si vede costretto ad aggirare ostacoli nel cammino che solo lui è in grado d’intendere (una delusione, una bugia, un abbandono, una frustrazione…), si tratta di accadimenti dalla raffinata durezza che ci hanno forgiato, lasciato il segno ma che, a loro volta, hanno tirato fuori il meglio da noi stessi.
Queste vittorie, le più intime, appartengono spesso all’ambito personale. A volte, nel dirle a voce alta, perdono trascendenza, non vengono comprese oppure vengono interpretate in forma sbagliata, come se nelle nostre parole si percepissero sfumature d’arroganza.
4. I segreti di famiglia
Gli aspetti che dobbiamo senz’altro mantenere segreti sono l’intimità della propria casa, della propria famiglia, della propria coppia. Questo tessuto unico e privato appartiene soltanto a noi; si tratta di dinamiche, eredità, situazioni e legami che non vanno urlati ai quattro venti come se fossimo strilloni per le vie.
Soltanto se la situazione lo richiedesse o se il fine ultimo fosse quello di ricevere aiuto per migliorare la qualità di quei vincoli, potremmo raccontare a terzi certe cose. Ad ogni modo, saremo prudenti e sceglieremo bene le persone a cui rivelare quei segreti.
5. Le nostre buone azioni
Un altro aspetto della nostra vita che è meglio mantenere segreto, secondo l’induismo, sono le nostre buone azioni, i nostri nobili atti. La bontà non ha bisogno di spettatori, le buone azioni non hanno bisogno di essere pubblicizzate in striscioni o luci al neon, né sarebbero meno reali se non ci fossero sguardi a osservarci.
La vera bontà è quella che non si vede ma che si pratica quotidianamente in modo discreto con azioni che fanno la differenza, nelle grandi imprese e nelle situazioni più anonime.
6. Le nostre mancanze
Ci sono persone che si fissano con ciò che manca loro, si ossessionano con quello che non hanno e non sono capaci di vedere la ricchezza che possiedono potendo contare sulle loro qualità migliori.
Evitiamolo perché un’altra delle cose che è meglio mantenere segrete è ció che non abbiamo. Se non possediamo un telefono cellulare di fascia alta, teniamolo per noi, potremmo trovarci di fronte a qualcuno che non può permettersi uno. Se ci manca un partner, la casa dei nostri sogni, se quest’anno non possiamo permetterci le vacanze, non lamentiamoci, non proclamiamolo come se questa mancanza fosse causa d’infelicità assoluta.
A volte, ci lamentiamo per non avere cose che, in realtà, non sono vitali.
“Gli oggetti esterni sono incapaci riempire di felicità il cuore dell’uomo”.
-Proverbio indiano-
Per concludere, come abbiamo potuto osservare, la saggezza induista ci regala consigli che, in un modo o nell’altro, tutti abbiamo pensato almeno una volta. In realtà, si tratta soltanto di applicare quell’arte così appagante che scarseggia sempre più: la prudenza, la riservatezza e il rispetto altrui.
Allora, non dimentichiamo che, così come c’insegna quest’antico sapere religioso, ogni azione ha le sue conseguenze. Dunque cerchiamo di essere un pò più riflessivi e di capire che il silenzio, a volte, è quel luogo perfetto dove conservare certe parole, certi sogni e pensieri.