Intelligenza apprezzativa, la capacità di apprezzare le cose
L’intelligenza apprezzativa definisce una competenza molto simile a quella illustrata da Viktor Frankl nel suo libro L’uomo in cerca di senso: uno psicologo nei lager e altri scritti inediti. È la capacità di identificare il nostro valore e quello degli altri esseri umani e utilizzarlo per affrontare le difficoltà, le sfide e le situazioni complesse.
Questo concetto è stato sviluppato nel 2006 a seguito della pubblicazione di un articolo intitolato Appreciative Intelligence seeing the mighty oak in the acorn scritto da Tojo Thatchenkery, professore nell’Università di Arlinton, Stati Uniti. L’articolo riguardava principalmente il mondo del lavoro e individuava nell’innovazione e nella resilienza gli strumenti attraverso i quali si può raggiungere il successo sia personale che lavorativo.
Negli ultimi anni, i cosiddetti “cigni neri” non hanno fatto altro che aumentare la loro presenza all’interno di vari contesti. Questi elementi, definiti dal filosofo Nassim Taleb come “eventi imprevisti che minacciano la nostra stabilità”, sono sempre più comuni alimentando la nostra incertezza e mettendoci alla prova.
Tutto ciò che diamo per scontato può cambiare da un momento all’altro e, come ben sappiamo, non siamo sempre preparati alle novità. Il primo passo per affrontare qualsiasi sfida è non cercare strategie casuali né fuggire da ciò che pensiamo di non poter controllare. Per affrontare i problemi e per fruttarli a nostro vantaggio, dobbiamo controllare la nostra condotta.
È il nostro atteggiamento di fronte ai problemi a farci dare il meglio di noi. E questo si ottiene attraverso l’apprezzamento, riconoscere ciò che di buono abbiamo dentro e connetterci con la parte migliore di ognuno di noi. Approfondiamo l’argomento.
I tre elementi dell’intelligenza apprezzativa
L’intelligenza apprezzativa è definita come un’abilità che in teoria abbiamo tutti e che possiamo utilizzare in qualsiasi momento. Come già detto, questa definizione è stata coniata dal professor Tojo Thatchenkery nei primi anni 2000 dopo una ricerca attraverso la quale si cercò di capire cosa avevano in comune le persone e le aziende di successo.
Secondo questo esperto in processi di cambiamento e sviluppo, gli elementi che costituiscono questo tipo di intelligenza sono tre:
- La capacità di concentrarsi sul presente. È fondamentale ed essenziale avere un’intuizione ben affinata per analizzare le varie opportunità e vedere all’interno della complessità di un problema quali sono gli aspetti di cui dobbiamo occuparci, quali dobbiamo sfruttare e quali migliorare. Qualunque cosa sia successa in passato, le vere opportunità sono “qui e ora” e dobbiamo saperle valutare.
- Apprezzare gli aspetti positivi di ogni situazione. L’intelligenza apprezzativa non è basata su un ottimismo illusionistico o semplicistico. Questo tipo di intelligenza non finge di non vedere le difficoltà o le avversità. Al contrario, le tiene in considerazione, le accetta e le comprende. Tuttavia, sa che per ottenere il meglio da ognuno è necessario riconoscere le sue virtù migliori per farle diventare la propria arma segreta per affrontare le situazioni.
- La capacità di visualizzare un futuro realistico (sperando sempre nel raggiungimento degli obiettivi). Se vogliamo progredire, sia come individui sia come società, è necessario aver chiaro in mente quali sono i nostri obiettivi. Questi propositi devono motivare la nostra vita, il nostro impegno e le nostre speranze ogni giorno affinché tutto quello che succede possa aiutarci a progredire.
La “riconoscenza” come valore personale
Da quando è stato introdotto il concetto di intelligenza apprezzativa, sono emerse nuove teorie, soprattutto nel business coaching. Sono molti i libri che spiegano alle aziende come fare innovazione, rinnovarsi e posizionarsi meglio all’interno del mercato. Ma oltre alle aziende e alle società, anche noi dovremmo fare nostre queste interessanti teorie. Il loro utilizzo ci sarà di grande aiuto.
Come sviluppare l’intelligenza apprezzativa
- L’intelligenza apprezzativa è un atto deliberato. Richiede una connessione emotiva con noi stessi e l’ambiente circostante per risvegliare qualità assopite e per rafforzare l’autostima e la fiducia in noi stessi.
- Bisogna mettere da parte l’indifferenza e la paura di riconoscere il valore delle cose, delle persone e di ogni esperienza e situazione che abbiamo vissuto.
- Bisogna accettare la parte negativa, avversa e tragica delle cose. Inoltre, dobbiamo saper individuare le opportunità che la vita può offrirci e il lato positivo di ogni esperienza.
- Nel nostro quotidiano possiamo attuare dei cambiamenti che ci possono permettere di trovare la felicità e il benessere. Solo con uno sguardo attento che capisce e apprezza possiamo effettuare dei cambiamenti.
Per concludere, come diceva Alexandre Dumas, la vita è così incerta che bisogna approfittare di ogni momento di felicità, per quanto piccolo. Saper apprezzare le piccole emozioni, il potenziale e le opportunità presenti nella realtà che viviamo può fare la differenza. Proviamo quindi a fare nostro questo approccio e i cambiamenti nella nostra vita saranno sorprendenti.
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- Verma, N., & Pathak, A. A. (2011). Using appreciative intelligence for ice-breaking: A new design. Journal of Workplace Learning, 23(4), 276–285. https://doi.org/10.1108/13665621111128682