Ipervigilanza nella relazione di coppia
Alcune persone si comportano come dei detective nel rapporto di coppia, in cerca di indizi e segnali per verificare che stia andando tutto bene. Controllano continuamente il comportamento del partner in un costante stato di ipervigilanza nella relazione, che a lungo andare causa discussioni e conflitti.
La presenza dell’ipervigilanza in una relazione tende a deformare poco per volta la realtà. Si inizia con piccoli litigi o dubbi fino a mettere in discussione quasi tutti i movimenti, i gesti e le parole del partner. La persona ipervigilante trova segnali che in realtà non esistono perché è malfidente nei confronti delle intenzioni dell’altro.
L’angoscia dell’ipervigilanza
Lo psicologo Tyan Dayton descrive l’ipervigilanza nella relazione come uno stato di stress e angoscia che si manifesta in determinate situazioni alla base del trauma.
Quando l’ipervigilanza è presente nella relazione dei genitori, è più probabile che i figli abbiano la tendenza a sviluppare questa stessa condotta nelle proprie relazioni. In qualche modo, la apprendono fin dall’infanzia e la assimilano. Tuttavia, potrebbero esserci anche altri motivi.
Per esempio, se siamo stati vittime di un tradimento in un’altra relazione e ciò ha avuto un impatto emotivo molto forte su di noi, potremmo usare l’ipervigilanza come strategia per assicurarci che non accada di nuovo.
Il problema è che un comportamento simile finisce per generare stati di angoscia e alimenta il seme della sfiducia nella relazione.
D’altra parte, può anche verificarsi la situazione opposta; ovvero che siamo stati infedeli al partner e finiamo per proiettare su di lui o lei insicurezza e paura. È così possibile sviluppare a un certo punto comportamenti ipervigilanti.
Infine, le persone che soffrono di dipendenza emotiva tendono a ipervigilare i loro partner. Ciò si deve all’intensa paura di perderli a causa della loro bassa autostima e di certe convinzioni inconsce che le portano ad agire in modo malsano.
L’interpretazione sbagliata dei segnali
Una delle caratteristiche principali che indica la presenza di ipervigilanza nella relazione è l’interpretazione erronea dei comportamenti del partner. Ciò può succedere perché alcuni segnali (gesti o parole) vengono confrontati con altri passati. Di solito è una conseguenza dell’angoscia, dello stress o della paura provati.
Un esempio potrebbe essere quando il partner è più silenzioso del normale o riceve molti messaggi sul cellulare. Se un ex ci è stato infedele o prima di rompere il rapporto ha manifestato silenzio in diverse situazioni, la nostra mente potrebbe attivare il segnale di allarme e con esso il meccanismo dell’ipervigilanza.
Cominciano così a presentarsi pensieri irrazionali come “è troppo tranquillo, c’è qualcosa che non va”, “riceve molti messaggi, forse sta flirtando con un’altra persona” o “non è più interessato perché mi parla a malapena”.
Questi pensieri negativi aumentano la sfiducia e possono persino portare a scatti di ira. In questo modo, il rapporto di coppia si deteriora, soprattutto se non parliamo con il partner di ciò che ci sta accadendo e traiamo le nostre conclusioni.
È dunque importante ammettere una situazione di ipervigilanza nella relazione e cercare un aiuto professionale.
Il peso delle esperienze passate sulla ipervigilanza nella relazione
Cambiare la concezione che abbiamo delle relazioni, in particolare di coppia, risolvere esperienze passate e traumi radicati e imparare strategie per gestire le emozioni sarà essenziale per evitare l’ipervigilanza.
Se c’è ualche problema nelle nostre relazioni, se viviamo momenti di forte angoscia e sfiducia, dobbiamo agire per risolvere la situazione. L’ipervigilanza non solo danneggerà il rapporto attuale, ma ci impedirà anche di crescere e godere di relazioni più sane in futuro.
È importante ricordare che l’ipervigilanza nella relazione di coppia a volte viene “normalizzata”; quindi è difficile riconoscerla. Tuttavia, riconoscere in primis il danno che questo costante atteggiamento di allerta arreca ci permetterà di agire per iniziare a risolverla.
Ognuno di noi ha la responsabilità di superare i propri traumi, le esperienze negative e il dolore emotivo per instaurare relazioni sane che danno piuttosto che togliere.
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