Jean Martin Charcot, precursore della psicoanalisi
Sono molti i pensatori che hanno lasciato traccia del loro passaggio nell’umanità. Jean Martin Charcot è stato uno di questi grazie alle sue coraggiose idee volte a capire come funzioniamo e come non funzioniamo.
Jean Martin Charcot nacque nel 1825 a Parigi, in seno a una famiglia umile. Fin da piccolo mostrò la sua passione per lo studio rivelandosi il migliore fra i suoi fratelli, motivo per cui il padre gli consentì di proseguire gli studi.
“Se il clinico, come osservatore, desidera vedere le cose per ciò che realmente sono, deve fare tabula rasa della sua mente e procedere libero da ogni preconcetto.”
-Jean Martin Charcot-
Divenne medico neurologo e professore di anatomia. Spiccò per le sue abilità di analisi e sintesi, grazie alle quali offrì un grande contributo alla psicoanalisi, diventandone un vero e proprio precursore.
Jean Martin Charcot e Sigmund Freud
Charcot studiò Medicina all’Università di Parigi e si interessò presto alla neurologia. Lavorò per più di 30 anni nella Salpêtrière, dove dedicò gran parte del suo tempo alla ricerca. Grazie al suo contributo, è infatti considerato uno dei padri della neurologia moderna.
Nel centro ospedaliero della Salpêtrière ebbe l’opportunità di visitare diversi pazienti e studiarne i corpi dopo la morte nella sala delle autopsie. Ciò gli permise di individuare dei collegamenti tra i loro sintomi e alcune anomalie fisiologiche.
Fu durante il periodo alla Salpêtrière che Jean Martin Charcot e Sigmund Freud si conobbero. In quel periodo l’ospedale ospitava un gran numero di pazienti psichiatrici. Charlot li studiava e Freud apprendeva da lui.
Fu così che Charlot esercitò la sua influenza su Freud, che rimase affascinato dal suo modo sistematico di lavorare. Freud si ispirò al neurologo francese sotto molti aspetti, ad esempio per lo studio dell’isteria. Questa influenza andò oltre, e Freud arrivò ad assimilare come propria anche la sua tecnica diagnostica.
Jean Martin Charcot e i suoi studi sull’isteria e l’ipnosi
La maggior parte dei pazienti a Salpêtrière presentava sintomi isterici. Charcot si incaricò di analizzare il disturbo da un punto di vista diverso. Fu il primo ad affermare che non si trattava di un male dell’utero, bensì di un disturbo neurologico.
Suggerì, inoltre, che l’isteria poteva dipendere da esperienze passate. Fu così che iniziò a lavorare su una nuova ipotesi per i sintomi tipici di questo disturbo, quali paralisi, ipersensibilità, analgesia, dolori senza spiegazione e via dicendo.
Andò contro alle credenze popolari di molti medici del momento e si spinse oltre, rivendicando l’isteria maschile, in special modo in professionisti come ingegneri ferroviari e militari. Charcot non impiegò molto tempo prima di accorgersi che i sintomi isterici erano simili a quelli dell’ipnosi.
Iniziò così a dimostrare che sparivano a seguito di sessioni di ipnosi. Secondo le sue conclusioni, entrambe avevano sintomi simili, tra cui analgesia e paralisi. Ebbene, al termine della sua vita riconobbe che la sua teoria sulla suggestione attraverso l’ipnosi era errata.
Nonostante ciò, il suo contributo fu essenziale per la neurologia e la psicoanalisi. Di fatto, trasformò la neurologia in una specialità clinica e rese la Salpêtrière uno dei luoghi più prestigiosi in questo campo.
Contributi di Charcot alla psicoanalisi
Il contribuito di Charcot alla neurologia è innegabile, come la scoperta della sclerosi laterale amiotrofica. Ma non si limitò a ciò, fu anche uno dei precursori della psicoanalisi:
- Concepì l’isteria in maniera diversa. Grazie alla sua nuova visione, Freud studiò la malattia a partire dalle idee di Charcot.
- Avanzò l’ipotesi che la malattia potesse dipendere da esperienze passate. Un concetto fondamentale per la psicoanalisi e su cui Freud si incentrò gran parte del suo lavoro fu quello del trauma, già analizzato da Charcot come causa di alcune affezioni nervose.
- Si avvicinò ai disturbi mentali. La sua ricerca fu determinante per lo sviluppo della psicopatologia, di conseguenza di diverse brance che si dedicarono allo studio di tali disturbi, come la psicoanalisi.
- Gli insegnamenti al suo discepolo. Freud apprese dal suo grande maestro Charcot, soprattutto grazie al suo modo di investigare, analizzare e sviluppare una diagnosi. Gettò le basi per il consolidamento della psicoanalisi, seppur Freud in seguito la personalizzò.
Sebbene Freud imparò grandi cose da Charcot, trasformò ed elaborò i suoi insegnamenti verso un nuovo cammino per la comprensione dei disturbi mentali. Creò persino il suo proprio sistema nosologico.
Possiamo quindi dire che Charcot fu il precursore della psicoanalisi poiché ispirò in Freud idee che lo aiutarono successivamente a raffinare il concetto. Fu un’influenza importante per la psicoanalisi, anche se la storia non lo considera il padre.
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