La suscettibilità: il riflesso dell'insicurezza
La suscettibilità non è una ferita, bensì un sintomo. La persona che reagisce in modo negativo o esagerato, non è solo ipersensibile, non evidenzia solo problemi nella gestione delle emozioni. Al di là di ciò, c’è l’insicurezza di chi non si vuole abbastanza bene, di una persona che non ha fiducia nelle proprie competenze e nelle proprie abilità e si trova a rispondere al mondo in modo ostile.
Siamo tutti coscienti che la vita insieme a queste persone è complessa. Tuttavia, piuttosto che ritrovarci disorientati e costantemente in difficoltà quando dobbiamo rivolgerci a loro, converrebbe capirli. D’altra parte, tutti noi possiamo in un dato momento adottare una condotta simile, basta una brutta esperienza o un momento stressante per reagire nello stesso modo.
Dietro chi vive arrabbiato con il mondo e si offende con eccessiva facilità, c’è un Io di cristallo che deve essere riparato. Comprendere questa realtà può aiutare non solo ad affrontare meglio queste personalità, ma anche a conoscere noi stessi un po’ meglio. Vediamo come.
Cosa si cela dietro la suscettibilità?
Il mondo della psicologia studia da tempo il tratto della suscettibilità. Più che una vera e propria dimensione, è un sintomo di una realtà più profonda. La persona suscettibile si offende per un non nulla e si arrabbia per tutto, e si sente ripetere “Ma come sei permaloso!”.
La ricerca condotta presso la Ruhr-University Bochum in Germania ci mostra dati molto interessanti. Siamo influenzati tutti dal nostro ambiente, ma ognuno in modo diverso. Da queste ricerche risulta evidente che chi è suscettibile tende a soffrire di determinati disturbi psicologici.
Questa reattività può essere dovuta a fattori genetici. Può capitare che il cervello soffra di una alterazione nella produzione di serotonina, che causa una maggiore tendenza allo sconforto e a uno stato di allerta e sulla difensiva.
Non possiamo dunque scartare il fattore biologico; ma in linea di massima la suscettibilità corrisponde a un deficit nella gestione emotiva e nelle abilità psicologiche.
L’insicurezza personale e l’atteggiamento difensivo
L’insicurezza personale è una reazione emotiva a una percezione negativa di sé. Questa sensazione si instaura nella persona quando non ha fiducia nelle proprie competenze per avere la meglio, quando si sente svantaggiata o non si apprezza adeguatamente.
Questa combinazione fra bassa autostima e sensazione di fallibilità porta l’individuo a concentrarsi sul suo bisogno di protezione, e da qui nasce il suo atteggiamento difensivo. Per ogni minuzia si sente sminuito, offeso e persino minacciato dal comportamento altrui. “Il mondo intero ce l’ha con me” è la classica frase della personalità suscettibile.
Queste persone non hanno fiducia nemmeno negli altri. L’insicurezza cronica che le accompagna in modo quasi costante le porta a pensare che gli altri le inganneranno quando meno se l’aspettano.
L’ipotesi sulla suscettibilità
Perché c’è chi mostra una maggiore suscettibilità e altri invece sembrano non presentare affatto questa dimensione? Oltre all’insicurezza e alla bassa autostima di cui parlavamo prima, esiste un’altra interessante teoria che vale la pena di considerare.
L’ipotesi della suscettibilità differenziale dice che alcune persone, a causa delle loro caratteristiche biologiche, temperamentali o comportamentali sono più sensibili allo stress.
Uno studio condotto dall’Università di Londra mostra che alcune persone sono più suscettibili alle variabili stressanti presenti nell’ambiente circostante. Si tratta di persone che si preoccupano per un non nulla, che ingigantiscono qualsiasi situazione e che si sentono sovrastate da qualsiasi cosa. Questa suscettibilità genera un’elevata sofferenza e in certi casi avrebbe una spiegazione biologica.
Le esperienze traumatiche non superate
Insistiamo ancora una volta sul fatto che la suscettibilità è in una buona parte il sintomo di una realtà psicologica non trattata. Sebbene questo modo di fare possa sembrarci sgradevole e problematico, tutti potremmo soffrirne prima o poi.
- Quando si attraversa un momento complicato, doloroso e perfino traumatico, è comune sentirsi suscettibili.
- La suscettibilità è la ferita che duole quando viene sfiorata. È la reazione di chi si sente catturato dalla sofferenza, dall’incomprensione e dalla solitudine.
- Ci fa reagire negativamente quando, per esempio, stiamo male con noi stessi. Si tratta di realtà non affrontate e non gestite che si incapsulano e che fanno male al minimo tocco, davanti a qualsiasi parola o comportamento altrui.
Come possiamo immaginare, tutti possiamo vivere una situazione simile. Perché questa dimensione può essere innata o acquisita. La prima fa riferimento all’ipotesi dell’origine genetica della suscettibilità.
La seconda si presenta come reazione alle nostre esperienze complesse, anche a un’infanzia durante la quale i genitori erano troppo esigenti o basata sulla mancanza di amore.
Come possiamo trattare la nostra suscettibilità?
Quasi sempre ci chiediamo come trattare le persone suscettibili. Ma… se da diverso tempo ci sentiamo dispiaciuti oppure offesi per quasi tutto? In questo caso, possiamo affrontare la cosa nel seguente modo:
- Conoscere l’origine della sensazione e affrontarla.
- Lavorare sulla nostra autostima.
- Imparare tecniche di gestione emotiva.
- Lavorare sulla nostra accettazione e sulla nostra sicurezza personale.
- Migliorare il dialogo interiore e l’autocritica.
In linea di massima, la suscettibilità è un tratto che l’individuo porta con sé sin dall’infanzia. Non esitiamo a chiedere aiuto psicologico se questa sensazione ostacola il nostro benessere e la relazione con chi ci sta intorno.
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