La teoria del divertimento (The Fun Theory)
Fino a non molto tempo fa vivevamo in un mondo in cui si credeva che la punizione fosse uno degli elementi portanti dell’educazione. Educare significava limitare, e contemporaneamente, insegnare alla persona ad autolimitarsi. Nel tempo, tutto ciò è stato ampiamente messo in discussione e la teoria del divertimento ci mostra chiaramente che in alcuni casi esistono metodi più efficaci.
In quanto esseri umani, veniamo al mondo con dei modelli di comportamento altamente egocentrici. Per imparare a vivere in società, dobbiamo rinunciare gradualmente all’idea di essere il centro di tutto e che tutti i nostri desideri debbano essere soddisfatti.
La teoria del divertimento afferma che le persone sono più disposte a compiere azioni che potremmo definire “fastidiose” se ciò implica un’esperienza divertente.
In altre parole, uno stimolo positivo può tradursi in un grande incentivo per l’acquisizione di norme o comportamenti desiderabili per la società.
«Passione e divertimento sono le forze in gioco più potenti per ottenere qualsiasi cosa.»
-Rafael Santandreu-
L’origine della teoria del divertimento
La teoria del divertimento è nata nel 2009 in ambienti non propriamente accademici. La casa automobilistica Volkswagen ha sponsorizzato un esperimento per dimostrarne l’efficacia. A metà strada tra marketing e responsabilità sociale, il colosso automobilistico ha voluto dimostrare che il cambiamento sociale e individuale è possibile purché opportunamente incentivato.
La Volkswagen ha lanciato così la sua Fun Theory, o teoria del divertimento, affermando di voler ispirare la gente a vivere una vita più piena. E allo stesso tempo, ovviamente, per consolidare l’immagine del proprio marchio. Sono stati effettuati così una serie di esperimenti sociali con lo scopo di osservare le reazioni della gente.
Tutti gli esperimenti condotti presupponevano una scelta. Le opzioni erano due: una che propendeva per il comfort e l’abitudine, e l’altra che richiedeva un piccolo sforzo, ma implicava anche un’esperienza diversa e divertente. Vediamo cosa è successo.
Il primo esperimento
Il primo esperimento sociale condotto è stato tanto semplice quanto rivelatore. Ha avuto luogo in un posto molto affollato: la stazione della metropolitana più popolare di Stoccolma, in Svezia. Il dilemma nasceva di fronte all’uso di una scala mobile affiancata a una tradizionale. L’interrogativo era: come indurre la gente a usare la scala tradizionale per stimolarla a fare un po’ di esercizio fisico?
La soluzione, con la creazione di una cosiddetta scala pianoforte è stata un’idea decisamente divertente. È stata dipinta una tastiera di pianoforte sulla scala tradizionale predisponendo ogni gradino all’emissione di una nota da suonare mentre si sale, come un vero e proprio strumento musicale.
Il risultato è stato sorprendente. Il 66% dei passanti ha scelto di fare un piccolo sforzo e usare la scala pianoforte, rispetto alla media abituale per cui il 95% della gente usa la scala mobile. Ciò ha dimostrato, in linea di principio, che la teoria del divertimento funziona.
Altri esperimenti
Il secondo esperimento condotto per testare la teoria del divertimento ha avuto ancora più successo del primo. Sono ancora tante le persone che gettano i rifiuti a terra senza alcuno scrupolo. Da qui è nata l’idea di avviare un nuovo esperimento, sempre a Stoccolma.
Sono stati installati dei cestini della spazzatura con un sensore speciale. Ogni volta che qualcuno gettava un rifiuto nel cestino, veniva emesso un suono simile a quello dei cartoni animati quando qualcosa cade in un precipizio. La gente trovava molto divertente la cosa e non solo gettava i propri rifiuti, ma raccoglieva anche quelli intorno per buttarli nel cestino.
In un solo giorno la raccolta dei rifiuti era quasi raddoppiata. Si era dimostrato, ancora una volta, che la teoria del divertimento poteva rivelarsi molto utile. Tuttavia, finora, questa teoria è stata utilizzata solo come una risorsa di marketing in campo aziendale. Inoltre, è basata su esperimenti a breve termine, senza alcuna garanzia che gli effetti siano durevoli nel tempo.
Il grande interrogativo che rimane aperto è se tale approccio teorico possa funzionare ugualmente se applicato a contesti più rilevanti e se sarebbe in grado di generare cambiamenti comportamentali sostenibili nel lungo termine. Non abbiamo ancora dati al riguardo. Nonostante ciò, è servito a constatare che il gioco rimane un fattore dallo straordinario potere persuasivo. Novità e divertimento sono pertanto stimoli sufficientemente potenti da incoraggiarci a essere migliori.
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- Cervelló Gimeno, E., Escartí, A., & Balagué Gea, G. (1999). Relaciones entre la orientación de meta disposicional y la satisfacción con los resultados deportivos, las creencias sobre las causas de éxito en deporte y la diversión con la práctica. Revista de Psicología del deporte, 8(1), 0007-19.