La vita è bella
Dal mio punto di vista, La vita è bella rappresenta una delle più grandi produzioni cinematografiche italiane. Ci offre un viaggio attraverso diversi sentimenti, mischiando l’amore, la disgrazia, la gioia, la tristezza, il dolore, la paura, la tragedia: una passeggiata lungo la vita che, nonostante il suo sapore dolce-amaro, è decisamente bella.
La dedizione di un padre a suo figlio è il filo rosso del film, che di certo sarà riuscito a commuovere profondamente più di uno di voi. Alcuni critici hanno rimproverato al regista il fatto di aver trattato in modo troppo superficiale il tema dell’olocausto e di non aver mostrato con la necessaria crudezza la terribile situazione vissuta dagli ebrei nei campi di concentramento.
Io ritengo invece che il regista, Roberto Begnini, sia riuscito a dipingere anche senza l’utilizzo di immagini sanguinose la durissima realtà del tempo, a cui ha voluto aggiungere una pennellata di tenerezza, senza per questo volerne fare una barzelletta e, soprattutto, elevando la dignità delle persone nonostante la crudeltà di ciò che sono state costrette a vivere.
Guido (lo stesso Begnini) è un ebreo italiano che si trasferisce insieme allo zio Eliseo (Giustino Dorano) per lavorare in un hotel di lusso. Un giorno per caso conosce Dora (Nicoletta Braschi) e si innamora perdutamente di lei. Ma Dora è fidanzata, e Guido si prodigherà in mille peripezie per conquistarla.
Nel frattempo, il regime nazista in piena espansione inizia ad occupare la città in cui abita Guido. I primi ebrei iniziano a sparire, e questo renderà ancora più complicato il desiderio di felicità della coppia. Scoprite voi stessi come andrà a finire: ve lo consiglio.