Lasciare il lavoro: 7 segnali che è il momento

Avete mai pensato di lasciare tutto, lavoro compreso? Quando valutare questa opzione come reale al di là di un momento di forte stress o disagio?
Lasciare il lavoro: 7 segnali che è il momento
Sergio De Dios González

Revisionato e approvato da lo psicologo Sergio De Dios González.

Ultimo aggiornamento: 22 marzo, 2023

La decisione di lasciare il lavoro di solito ha implicazioni tali da meritare almeno una riflessione. Un’analisi che è consigliabile fare a partire da uno stato emotivo neutro, pur considerando sempre le sensazioni provate nell’ultimo periodo.

Detto questo, è anche importante imparare a leggere i segnali che indicano che è ora di lasciare il lavoro. Non è bene rimandare questa decisione se pensiamo davvero che sia giunto il momento di farlo. Potrebbe avere la meglio la paura dell’incertezza, ma se ci sono validi motivi, è bene fare questo passo.

È possibile anche giungere alla conclusione di dover lasciare il lavoro, ma non è ancora il momento giusto. Non sarebbe una decisione saggia saltare nel vuoto. Per prendere una decisione più consapevole, tuttavia, conviene prestare attenzione ad alcuni segnali.

“ La vita ha senso quando si aspira a non rinunciare a nulla”.

-Jose Ortega y Gasset-

Quando è giunto il momento di lasciare il lavoro?

1. Sensazione di noia nella routine lavorativa

La maggior parte delle attività lavorative prevede diversi compiti che non sono di nostro gradimento. Non tutto è allettante e di tanto in tanto fa capolino un po’ di noia o demotivazione di fronte ad alcuni compiti specifici.

Tuttavia, se questa sensazione è costante e si estende praticamente a tutti i compiti, potrebbe essere il momento di lasciare il lavoro. Il rifiuto dell’attività lavorativa si traduce in demotivazione, dunque è necessario cambiare rotta.

Ragazza annoiata al lavoro.
Se la demotivazione e la noia sono costanti, è importante riflettere sulla possibilità di lasciare il lavoro.

2. Ossessione per la remunerazione

Il compenso che riceviamo per il nostro lavoro raramente soddisfa le nostre aspirazioni. È curioso, ma ci adattiamo facilmente ai cambiamenti positivi, ovvero la motivazione o la gioia per una novità piacevole di solito durano pochissimo.

D’altra parte, il disagio dovuto alla sensazione di ricevere una retribuzione sbilanciata per le proprie responsabilità tende a permanere nel tempo.

Se questa è una preoccupazione frequente e provoca disagio, potrebbe essere necessario un cambiamento. In linea di principio, l’ideale sarebbe chiedere un aumento. Tuttavia, se non è possibile, è tempo di cercare altre alternative di lavoro.

3. Tensioni con il capo

Essere in disaccordo con il capo a volte risulta persino salutare all’interno delle dinamiche organizzative. Ciò può indurre cambiamenti positivi per entrambe le parti.

Un’altra storia è se le tensioni sono all’ordine del giorno, al punto da poter essere considerata una ripicca personale. In presenza di mobbing o mancanza di rispetto, è importante trovare un altro lavoro. Circostanze del genere sono sufficientemente gravi per smettere.

4. Lasciare il lavoro quando non vi è margine di crescita

Un fattore determinante nella motivazione e nel senso di appartenenza al lavoro è la convinzione che una buona prestazione sia anche sinonimo di crescita per il futuro. Ogni organizzazione sana offre incentivi o piani di promozione.

Se ritenete che i vostri sforzi non siano apprezzati o che non vi sia alcuna possibilità di evolvere, potrebbe essere il momento di lasciare il lavoro. In caso contrario, si va incontro a conformismo e stagnazione.

5. Lasciare il lavoro quando causa problemi personali

Il deterioramento della vita personale dovuto al lavoro è segno che le cose non stanno andando per il verso giusto. Molte volte viene rilevato in aspetti fisici, come la salute o l’aspetto. Lo stress lavorativo continuo rende il disagio fisico più frequente e può riflettersi nella cura di sé.

Allo stesso modo, un lavoro inappagante ha ripercussioni anche al livello emotivo: rabbia, isolamento e disperazione. In questi casi è tempo di trovare una nuova direzione.

6. Le opzioni sono state esaurite

Questo aspetto è molto importante per prendere una decisione sensata. Prima di lasciare il lavoro, bisogna aver esaurito le opzioni a portata di mano. Ovviamente i problemi vanno individuati, ma è bene provare a risolvere prima di gettare la spugna.

Se questo è già stato fatto, ma le cose non sono cambiate o non si è comunque soddisfatti, è chiaramente tempo di intraprendere un’altra strada. Non farlo è un tentativo contro il proprio benessere e crea le condizioni per un futuro poco idilliaco.

Uomo preoccupato che lavora.
Lasciare il lavoro è un’opzione, ma conviene esplorare possibili alternative.

7. Esiste un piano B o è stato raggiunto il limite

L’ideale sarebbe avere un piano B prima di lasciare il lavoro. In altre parole, un’opzione concreta di guadagno. A volte può essere mettersi in proprio, altre un nuovo impiego.

Conclusioni

Se tutto indica che è ora di licenziarsi, si consiglia di farlo nel modo più cordiale possibile. Vi invitiamo a pianificare quando e come porre fine al rapporto di lavoro.

Sebbene molte volte sia una decisione senza garanzie di successo, è comunque preferibile ad alimentare una situazione distruttiva.


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  • García, J. I. U. (2008). La remuneración del trabajo. Universidad Catolica Andres.
  • Rivas, A. M. (2006). El empleo o la vida: Perder el empleo para conservar la vida o renunciar a la vida para conservar el empleo ¿de qué conciliación hablamos? AIBR. Revista de Antropología Iberoamericana, 1(3), 361-368.

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