L'assertività è possibile se conosciamo i nostri diritti

L'assertività è una forma di comunicazione che bisogna imparare e allenare. È importante conoscere tutti i diritti assertivi fondamentali. Vediamone alcuni.
L'assertività è possibile se conosciamo i nostri diritti
Gema Sánchez Cuevas

Revisionato e approvato da la psicologa Gema Sánchez Cuevas.

Scritto Sonia Budner

Ultimo aggiornamento: 16 febbraio, 2023

L’assertività è la  capacità di difendere in modo non aggressivo i propri diritti. Il diritto di essere se stessi, di esprimere quello che si pensa o si sente nel massimo rispetto verso se stessi e verso gli altri. Oltre a ciò, una persona può essere assertiva quando conosce i propri diritti e le possibilità a sua disposizione per proteggerli.

Oggi ci concentreremo su tre diritti assertivi fondamentali, senza dimenticare che ne esistono molti di più. Così, anziché stilare una lista interminabile, ne analizzeremo tre: il diritto a non dare spiegazioni, il diritto ad affermarsi e il diritto di divertirsi.

L’assertività: un concetto poco conosciuto

I diritti assertivi di base sono tutti quelli che accompagnano l’esistenza. Questo significa che gli altri godono dei nostri stessi diritti assertiviUn dato che converrebbe non dimenticare quando dobbiamo scegliere il modo in cui li difendiamo.

Amiche che si chiariscono.

L’assertività è esattamente la qualità, intesa come conoscenza, audacia e saper fare, che ci permette di difendere i nostri diritti quando la situazione non favorisce tale difesa. Grazie all’assertività, possiamo dire di no al nostro capo o a un amico quando ci chiedono un favore oppure possiamo far notare un’ingiustizia quando a commetterla è un amico.

Grazie alla comunicazione assertiva possiamo esprimere opinioni, difendere diritti e dare suggerimenti senza violare quelli degli altri. Una comunicazione onesta con gli altri ci permetterà anche di mantenere un dialogo più sano, poiché non dovremo giustificare la nostra condotta e ciò eviterà i dissapori.

Parliamo di un modo di comunicare che si impara e si allena. A tale scopo, nelle righe che seguono descriviamo i diritti assertivi più importanti.

I 3 diritti assertivi fondamentali

Le spiegazioni sono volontarie

Sono innumerevoli le volte in cui ci sentiamo obbligati a giustificare le nostre decisioni o le nostre azioni, perfino le nostre opinioni. Ma di sicuro siamo obbligati a dare solo le spiegazioni che vogliamo dare.

Ognuno è giudice di se stesso, e il diritto assertivo fondamentale a non dare spiegazioni nasce dal fatto che nessuno può giudicare gli altri. Se vi trovate spesso in situazioni in cui dovete dare molte spiegazioni  che non volete dare, forse state concentrando la vostra esistenza sul voler compiacere gli altri per essere accettati.

Non dovete per forza piacere a tutti, ma di certo meritate di essere rispettati da tutti. Molte delle idee che sostenete non sono logiche, così come molte delle vostre convinzioni. Per sopportare questa incoerenza di fronte a voi stessi e agli altri e metterla in atto ci vuole pratica… e assertività.

Il diritto ad affermarsi

Apparentemente difendere questo diritto è un arduo compito, vero? In effetti a volte può esserlo, e molto. Per i tanti obiettivi a cui aspiriamo e che abbiamo raggiunto, forse non senza dolore, esiste una precisa competenza. Parliamo di una  capacità che non è sempre corretta o che, per invidia, non esita a sabotare quello che abbiamo conquistato.

D’altra parte, la sindrome di Procuste è la denominazione data a quelle persone che sentono il bisogno di sminuire chi le supera. La paura di essere vittime di questa spiacevole situazione obbliga alcune persone a fare tutto il possibile per non risaltare sugli altri.

Donna che ha successo.

L’assertività e il diritto di divertirsi

Il diritto di divertirsi ed essere felici. Molte persone che lavorano duramente, che si sforzano ogni giorno, che hanno superato un momento difficile o hanno vissuto un evento drammatico, dopo hanno la sensazione di essersi risvegliate. Ma certamente bisogna considerare il diritto alla gioia come fondamentale.

Il Medioevo fu un periodo buio, durante il quale in diversi luoghi erano proibiti l’allegria e i sorrisi. La visione della vita come un cammino di sofferenza era molto diffusa. E così, in un tale scenario i festeggiamenti erano censurati.

Di certo abbiamo fatto qualche passo in avanti in termini di assertività. Passi importanti, non ci sono dubbi. Ciò nonostante, ancora oggi alcune persone evitano di gioire o manifestare la loro allegria per paura di risultare istrioniche.


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