Le emozioni più comuni in quarantena: paura, tristezza e frustrazione
Paura, tristezza e frustrazione. Non è sbagliato affermare che siano le emozioni più comuni in quarantena. Accompagnano i nostri sguardi alla finestra, i momenti di quiete sul divano e l’iperattività di quando facciamo di tutto per non pensare. Sono tre stati emotivi del tutto normali, che curiosamente in questo periodo ci uniscono in quanto essere umani.
Secondo gli esperti, l’eccessiva enfasi sulla felicità dei manuali di auto-aiuto ci ha reso in un certo senso intolleranti alle emozioni negative. Ci ha insegnato a essere felici, dicono, dimenticandosi di dirci come affrontare l’emergere di emozioni come l’angoscia.
In realtà, gli esseri umani sanno bene cosa sono e che sapore hanno gli stati emotivi più negativi. E ognuno li gestisce a modo proprio, nel migliore o nel peggiore dei modi.
La sofferenza non è una novità per nessuno, ma questa volta è arrivata in modo insolito, prendendoci alla sprovvista. E ognuno di noi la sta vivendo in un modo del tutto personale.
C’è chi si sente fortunato perché è vicino alla propria famiglia, perché gode di buona salute o per la propria stabilità economica. Altri ancora, invece, vivono uno scenario negativo nel quale sono presenti perdite e incertezze riguardo al futuro.
Ovunque ci troviamo e qualunque sia la nostra situazione, tutti proviamo almeno una volta la paura, l’inquietudine e il sapore della tristezza.
Il Coronavirus ci mette di fronte a vuoti incolmabili ed è impossibile non essere colpiti da questa realtà. Alla luce di ciò, vediamo nelle prossime righe come e perché paura, tristezza e frustrazioni sono le emozioni più comuni in quarantena.
Paura, tristezza e frustrazione, le emozioni più comuni in quarantena
Le nostre vite sono giunte a un capitolo in cui il racconto si è tinto di sfumature surreali e spaventose. È come se questa fase dell’esistenza fosse stata scritta da un pessimo scrittore e il solo pensiero ci porta alla consapevolezza di non avere alcun controllo su ciò che accade.
Ma dobbiamo capire un aspetto molto importante: non possiamo avere il controllo degli avvenimenti che ci accadono, ma possiamo avere il controllo delle nostre reazioni e dei nostri comportamenti.
Il modo in cui lo facciamo determinerà il modo in cui affronteremo i giorni a venire. Le parole chiave da integrare in questi giorni sarebbero: accettazione, trasformazione e resilienza.
Come affermava Abraham Maslow, celebre psicologo umanista, la vita è un continuo processo di crescita e tale compito è spesso doloroso. Ma ci sono anche momenti in cui la sofferenza si fa più intensa e per i quali è bene essere preparati.
Il primo passo è guardare in faccia il proprio universo emotivo interiore e capirlo. Ricordiamoci che il cervello non parla inglese, italiano o cinese. Il cervello parla il linguaggio delle emozioni ed è per questo che è necessario comprenderle.
Così, paura, tristezza e frustrazione sono le emozioni più comuni durante questo periodo di quarantena e ci accompagneranno nella nostra permanenza a casa.
Tenere sotto controllo la paura
Siamo consapevoli del fatto che è perfettamente normale provare paura, provarla per quello che ci accade, per quello che vediamo e che ci circonda. Ma, ovviamente, non diamo essa più spazio del necessario, affinché non si traduca in una serie di pensieri irrazionali che alimentano il panico. Non diamo spazio a inutili anticipazioni di un futuro che non è ancora avvenuto.
Concentratevi, siate razionali e parlate con qualcuno di cui vi fidate quando sentite che le vostre paure cominciano a togliervi il respiro.
In psicologia esiste un meccanismo noto come bias della disponibilità che vale la pena di prendere in considerazione. Spesso, quando viviamo situazioni caratterizzate da incertezza e paura, diamo più credito e potere a ciò che abbiamo a portata di mano: a quella falsa notizia che abbiamo appena letto, a quello spiacevole messaggio che abbiamo ricevuto o a un pensiero che abbiamo avuto e che è del tutto infondato.
Ricordiamo che quando il cervello è in preda alla paura, cessa di ragionare in modo logico ed equilibrato. È così che la paura, l’emozione più pericolosa, prende il controllo.
Le emozioni più comuni in quarantena: la tristezza, la soffitta della riflessione
Paura, tristezza e frustrazione… Queste emozioni hanno di per sé un senso e uno scopo, anche in quarantena. La strategia da adottare consiste nell’accettarle, evitando però di darvi tropo peso affinché non prendano il controllo.
La tristezza agisce come una soffitta mentale alla quale accedere ogni tanto. Questa emozione è colma di significati, è un forziere da aprire per capire cosa vuole comunicarci. Nelle circostanze che stiamo attraversando è del tutto normale, nonché consigliabile, trascorrere un po’ di tempo con essa.
Proviamo dolore per chi ci ha lasciati, soffriamo per gli altri, siamo preoccupati per il futuro, per i nostri cari, che i nostri genitori si ammalino e per quello che stanno vivendo i nostri figli. Accettare tutte queste dinamiche interiori è assolutamente necessario.
Non illudiamoci di dover sempre “essere di buon umore al 100 %” perché è impossibile. Concediamoci anche questi momenti.
La frustrazione, un fuoco che bisogna canalizzare
Tra le emozioni più comuni in quarantena, la frustrazione è indubbiamente quella più dinamica. È bene capire al meglio questa dimensione.
È del tutto normale provare frustrazione in questi giorni: il nostro stile di vita è nettamente cambiato e veniamo divorati dall’incertezza esistenziale, professionale ed economica.
Siamo circondati da vicissitudini che ci preoccupano e che ci fanno arrabbiare. Ma attenzione, perché la frustrazione è anche il fattore scatenante della rabbia. È questa che ci fa essere di cattivo umore in alcuni momenti della giornata e ci riempie di insoddisfazione e di nervosismo.
Per farne buon uso, è necessario coglierne un dettaglio importante. Sia la rabbia che la frustrazione sono emozioni che invitano all’azione (al contrario della tristezza, molto più introspettiva).
Il segreto consiste nel canalizzarle nel modo corretto. La frustrazione richiede cambiamento, ingegnosità e creatività per rispondere alle preoccupazioni. Usate, quindi, la vostra immaginazione.
Se vi preoccupa il vostro futuro professionale, elaborate un piano, pensate alle alternative senza cadere nel fatalismo. Fate sì che la vostra mente si apra al flusso dei pensieri, che sia flessibile e positiva. Solo così potrete canalizzare la paura, la tristezza e la frustrazione.
Attivatevi, imparate a gestire al meglio le emozioni più comuni durante la quarantena e non dimenticate di prendervi cura di voi stessi e della vostra salute emotiva.