Le persone taccagne e la loro prigione interiore

Le persone taccagne e la loro prigione interiore
Sergio De Dios González

Revisionato e approvato da lo psicologo Sergio De Dios González.

Ultimo aggiornamento: 22 marzo, 2023

Tutti le conosciamo, anche se cercano di passare inosservate. Sono quelle persone che non hanno mai contanti con sé, che vanno al bagno quando arriva il momento di pagare il conto o che sono capaci di andare nei posti più inverosimili pur di ottenere uno sconto. Le persone taccagne non sono facili da riconoscere. Molti pensano che voler risparmiare così tanto non rappresenti nessun problema.

In psicologia, si parla molto delle patologie dell’eccesso: mangiare troppo, bere troppo, spendere troppo… Tuttavia, le patologie per difetto, a volte, appaiono camuffate: chi mangia di meno è a dieta, chi non gioca è una persona seria e chi spende poco è parsimonioso.

Nonostante ciò, è chiaro che “troppo” non è mai un aggettivo con una connotazione positiva. Esiste un modo patologico di risparmiare che non si riduce solo ai soldi o ai beni materiali, ma che tocca anche aspetti più profondi della personalità.

“Più date, e maggiore sarà la vostra gioia. L’avarizia soffoca la felicità, la generosità la rende più intensa”.

-Orison S. Marden-

Caratteristiche delle persone taccagne

uomo lampione

Il taccagno, o risparmiatore patologico, si riconosce perché evita di spendere del denaro che potrebbe usare tranquillamente, senza che ciò gli causi nessun problema. Di solito, hanno entrate copiose e un lavoro stabile. Se glielo domandate, vi dicono che la loro posizione economica è buona proprio perché si sono sforzati di risparmiare e di non spendere in stupidaggini.

È il tipo di persona che usa gli stessi vestiti per anni pur di non spendere. Non usano il telefono, spengono tutte le luci e comprano i prodotti più economici al supermercato, anche se non sono di buona qualità.

C’è bisogno di un’occasione davvero speciale perché invitino qualcuno a cena. Se comprano un regalo, lo acquistano in saldo e, a volte, sono persino in grado di mettere da parte gli oggetti che vengono loro donati per poi regalarli a qualcun altro ed evitare così la spesa.

La caratteristica distintiva del risparmiatore patologico è il fatto che il suo essere cauto con le spese non proviene da un motivo obiettivo. Non si tratta di mancanza di soldi o di voler fare un investimento.

Mettono da parte i soldi per il solo motivo di metterli da parte, per sviluppare progetti che non porteranno mai a termine, per poter affrontare eventuali “tempi difficili”, anche se nessun tempo è poi troppo difficile da convincerli a spendere.

Avaro materiale, avaro emotivo

L’aspetto più grave è che le persone taccagne non lo sono solo con i soldi. Sono avari anche con le proprie emozioni, con l’affetto e con l’uso della loro energia vitale.

Proprio come fanno con gli oggetti materiali, non sono generosi nemmeno per quanto riguarda i loro sentimenti verso gli altri o ciò che li rende felici. Le persone taccagne conservano per sé tutto quello che possono e, a questo proposito, non sono persone prudenti, bensì intrappolate in una prigione interiore.

L’avarizia: una struttura del carattere

cervello fatto di soldi

È molto difficile convivere o stabilire un legame profondo e duraturo con una persona taccagna. Proprio come pensano di dover proteggere i propri “risparmi” dai canti delle sirene del mercato, credono anche di poter essere “ingannati” dagli altri a livello emotivo.

Ci sono situazioni che sono davvero difficili da credere. Come nel caso di una studentessa spagnola di 21 anni, Laura Gual, che aveva un fidanzato davvero taccagno. Lui la invitava sempre in posti dove non dovesse pagare un centesimo e, se c’era da pagare, era sempre Laura a dover tirar fuori il portafoglio. Una sera, il fidanzato la sorprese pagando il conto della discoteca, ma al giorno dopo si presentò a casa sua con la fattura in mano, per farsi restituire i soldi.

Una visione dell’avarizia dal punto di vista psicoanalitico

In realtà le persone taccagne sono terrorizzate e organizzano la propria vita a partire da una fantasia di controllo. Secondo la psicoanalisi, questa caratteristica ha a che vedere con una difficoltà nel superare la fase anale (il secondo periodo di sviluppo del bambino secondo il modello di Freud).

Di solito quando il bambino percepisce come traumatica o eccessivamente severa la fase di controllo delle funzioni sfinteriche, tende a sviluppare un’ossessione nel trattenere quello che possiede, evita di dare agli altri. Nella vita adulta, ciò si traduce tanto in avarizia, quanto in egocentrismo. I taccagni, inoltre, sono persone che, in un modo o nell’altro, finiscono per utilizzare gli altri per i propri scopi.

Per questo motivo non vogliono dare niente e sono gli altri a dover metter mano al portafoglio per pagare il conto, anche se l’avaro sa benissimo che quelle persone guadagnano meno di lui. Non gli importa nemmeno se con il suo comportamento finisce per danneggiare se stesso.

Ci sono taccagni che muoiono di freddo pur di non spendere soldi per il riscaldamento; altri diventano “ecologisti” per non dover spendere. Cosa intendiamo dire? Un esempio famoso è quello di Leonardo Di Caprio che non usa il proprio aereo per “non inquinare” l’ambiente, ma non si fa problemi a usare gli aerei privati degli altri, come ha dichiarato il suo amico Mark Wahlberg.

uomo robotico a gettoni

Essere avari significa essere rinchiusi nella prigione della paura

Le persone taccagne sono intrappolate nelle proprie paure. Può trattarsi di qualcuno con una depressione e con fantasie catastrofiche. È possibile anche che abbia una personalità che tende allo sfruttamento. Di solito finiscono per trascorrere la vita da soli e con un’enorme fortuna risparmiata, che finisce nelle mani del primo che passa.

Immagini per gentile concessione di John Holcroft


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