Lutto perinatale: fasi e protocollo
Affrontare la perdita di una persona cara è sempre complicato. Ma cosa succede quando questa perdita avviene nel corso della gravidanza? In questo articolo parleremo del lutto perinatale. Riteniamo necessario dare visibilità a un problema molto più diffuso di quanto si pensa e sul quale esiste una grande disinformazione.
La mortalità perinatale indica il numero di decessi avvenuti tra la 28ª settimana di gestazione fino ai primi sette giorni di vita per ogni 1000 bambini nati vivi o morti. Il tasso di mortalità neonatale è il numero di decessi avvenuti tra la nascita e i 28 giorni di vita in un dato anno per 1000 nati vivi nello stesso anno (González, Suárez, Polanco, Ledo e Rodríguez, 2013).
I tipi di lutto perinatale
L’OMS nella decima revisione della Classificazione Internazionale delle Malattie (ICD-10) differenzia la perdita durante la gestazione nel seguente modo:
- Aborto spontaneo. Si riferisce a feti di meno di 22 settimane di gestazione e/o con peso inferiore a 500 grammi.
- Morte fetale intermedia. Comprende i feti tra le 22 e le 28 settimane di gestazione e/o con peso tra i 500 e i 999 grammi.
- Morte fetale tardiva. Riguarda le morti dei feti di almeno 1000 grammi di peso e/o maggiori di 28 settimane complete di gestazione.
Autori come López (2011) estendono il concetto di lutto. Quindi, inseriscono:
- I casi di aborto (volontario e involontario).
- L’interruzione volontaria della gravidanza dovuta a problemi del feto o a una minaccia per la salute della madre.
- La riduzione selettiva nelle gravidanze multiple.
- La morte intrapartum o intrauterina.
- La perdita nelle gravidanze multipli e del neonato.
Alla perdita durante la gravidanza non è stata attribuita sempre la stessa importanza. Nell’attualità, grazie a una maggiore informazione e a una maggiore sensibilità verso queste situazioni, sono stati sviluppati dei protocolli volti ad assistere i genitori durante la fase del lutto.
Protocollo per il lutto perinatale
Il protocollo invita a fornire un’assistenza che tenga conto del desiderio naturale dei genitori di vedere e abbracciare il proprio figlio dopo la nascita. Inoltre, consegna gli strumenti utili ai professionisti coinvolti nella procedura di assistenza (Contreras, Ruiz, Orizaola e Odriozola, 2016).
Il lutto ci sfida ad amare ancora una volta.
-Terry Tempest Williams-
Questi stessi autori distinguono diverse fasi in base al momento:
Dopo aver comunicato la notizia
- Instaurare una relazione con i genitori basata sulla sensibilità.
- Comprendere l’impatto della notizia sui genitori.
- Assicurarsi che i genitori siano seguiti durante tutto il percorso.
- Fornire informazioni chiare sulle diverse opzioni a loro disposizione. Quando dopo aver effettuato alcuni esami medici si scopre che il bambino non ha battito, ci sono due possibilità. Una è l’espulsione naturale, che consiste nell’attendere che il feto senza vita esca naturalmente, procedimento molto simile a quello del parto. La seconda opzione è il raschiamento, necessario quando la madre non entra in travaglio spontaneamente.
Durante il parto e la nascita
Se i genitori non hanno manifestato nessun dubbio riguardo al contatto con il proprio figlio, bisogna procedere con la stessa naturalezza e rispetto che si userebbe con qualsiasi genitore che voglia vedere il proprio neonato.
Dopo la nascita
- Orientare in modo delicato e personalizzato i genitori mentre conoscono il figlio.
- Normalizzare il contatto professionale con il bambino morto per dare ai genitori una guida su come procedere.
- Offrire la possibilità di conservare un ricordo del bambino.
- Rispettare e supportare totalmente il volere dei genitori che rifiutano di vedere o passare del tempo con il proprio figlio. Valutare se desiderano tenere un ricordo per qualche tempo. Valutare se desiderano che l’accompagnamento venga effettuato da un’altra persona.
A questo proposito, è importante segnalare che in Italia, se il bambino ha superato le 28 settimane di gestazione al momento del parto, deve essere iscritto all’anagrafe, come previsto dall’art. 74 del Regio Decreto 09.07.1939 n. 1238. Il bambino ha tutti i diritti che spettano a ogni altro essere umano, indipendentemente dal fatto che la sua morte sia avvenuta mentre era ancora nell’utero della madre. Egli ha quindi anche il diritto di ricevere sepoltura.
Affrontare il lutto perinatale: le fasi
Di fronte alla perdita di una persona cara, e a maggior ragione in questi casi, bisogna rispettare la libertà e le decisioni prese dai genitori. Bisogna comprendere, ascoltare e provare a mantenere il maggiore controllo possibile sullo sviluppo degli eventi.
Le fasi che di solito i genitori devono affrontare in questi casi sono tre (López, 2011; citato in Vicente, 2014):
- Prima di tutto, si provano shock e insensibilità, stordimento e limitazioni funzionali. Il tutto è accompagnato da un sentimento di malinconia.
- In un secondo momento, compaiono il disorientamento e la difficoltà di organizzazione della vita quotidiana. Questo viene accompagnato dalla sensazione di vuoto e di sconforto.
- Infine, si recupera una riorganizzazione in cui si ricostruisce la propria vita e si ritrova la capacità di provare gioia, ma senza dimenticare.
Per affrontare o superare la morte del neonato esistono, in diversi ambiti, risorse e strumenti di aiuto ai genitori (Vicente, 2014).
Nell’ambito sanitario
- Assistenza specialistica e informazioni sulle risorse disponibili. Fornire alle coppie e ai parenti informazioni sulle risorse bibliografiche, risorse web, associazioni, gruppi di mutuo aiuto, ecc.
- È necessario favorire l’espressione emotiva senza formulare alcun tipo di giudizio.
- Fornire sostegno durante il ricovero in ospedale, utilizzando l’ascolto come strumento terapeutico. Informare e orientare per permettere ai genitori di prendere le loro decisioni in maniera autonoma.
- Allo stesso modo, è necessario formare il personale sanitario. Sviluppare abilità e fornire strumenti e tecniche che migliorino l’assistenza di fronte alla perdita e al lutto perinatale nei primi momenti.
Fuori dall’ambito sanitario
- Creazione e propaganda di campagne di informazione e sensibilizzazione sociale.
- Creazione e propaganda di gruppi di mutuo aiuto: rivolti a madri e padri, a fratelli, nonni, ecc.
- Sostegno e supporto nell’elaborazione del lutto.
- Orientamento nelle pratiche burocratiche.
- Orientamento e terapia del lutto: a livello di coppia, familiare o individuale.
In conclusione, è necessario formare i professionisti per consentire loro di assistere, seguire e sostenere sia i genitori che tutto l’ambiente familiare, senza dimenticare, però, che sono i genitori a stabilire i tempi del processo.
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- Asociación Umamanita (2009): Guía para la atención a la muerte perinatal y neonatal. (en linea) https://www.umamanita.es/wp-content/uploads/2015/06/Guia-Atencion-Muerte-Perinatal-y-Neonatal.pdf
- García, M. C., Soto, B. R., & Ingelmo, A. O. (2016). PROTOCOLO-GUIA MUERTE FETAL Y PERINATAL.
- González Castroagudín, S., Suárez López, I., Polanco Teijo, F., Ledo Marra, M., & Rodríguez Vidal, E. (2013). Papel de la matrona en el manejo del duelo perinatal y neonatal. Cad Aten Primaria, 19(1), 113-117.
- Oviedo-Soto, S., Urdaneta-Carruyo, E., Parra-Falcón, F. M., & Marquina-Volcanes, M. (2009). Duelo materno por muerte perinatal. Revista Mexicana de Pediatría, 76(5), 215-219.
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- Vicente, N. (2014). Duelo perinatal. El duelo olvidado. Recuperado de https://gredos.usal.es/jspui/handle/10366/128540?fbclid=IwAR1tcqob0J973xlFTzwY3ZYs_c1qwJLNITa7MbyqOY4ghZp4W5-4gnHHQ3E