Metilfenidato, farmaco stimolante

Il metilfenidato è uno stimolante del sistema nervoso centrale. È il farmaco di scelta nel trattamento del disturbo da deficit di attenzione e iperattività (ADHD).
Metilfenidato, farmaco stimolante

Ultimo aggiornamento: 04 maggio, 2021

I farmaci stimolanti, come il metilfenidato, attivano il sistema di vigilanza del sistema nervoso centrale. Sono attualmente i farmaci più utilizzati ed efficaci per trattare i sintomi di disturbi come l’ADHD e la narcolessia.

Il metilfenidato è un farmaco psicotropo stimolante del sistema nervoso centrale. Agisce in particolare sull’attività psichica, mentale e comportamentale, di meno su quella motoria.

È stato approvato negli Anni 80. Da allora è diventato uno dei farmaci più studiati e prescritti, sia per bambini che per adulti. È commercializzato come Ritalin, Equasym, Medikinet e altri nomi.

Dal punto di vista chimico, è un derivato della piperidina ed è correlato all’anfetamina. La maggior parte delle formulazioni sono una miscela racemica di due isomeri:

  • d-destro-, responsabile dell’effetto terapeutico.
  • l-levo-, legato alla comparsa di effetti collaterali cardiovascolari e anoressizzanti.

In quali casi si usa il metilfenidato?

Il metilfenidato è indicato nel trattamento dell’ADHD, come parte di un programma terapeutico. Può essere usato nei bambini a partire dai 6 anni di età, così come negli adolescenti o negli adulti quando altre misure risultano inefficaci o insufficienti.

Il trattamento deve essere preceduto da un’esatta diagnosi del disturbo. Questa fa riferimento ai criteri del Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM-5), e alle linee guida di pratica clinica.

Dita con compressa.

Il metilfenidato è talvolta usato in modo improprio per migliorare le prestazioni intellettuali. In questo caso si sfrutta l’effetto stimolante per aumentare la concentrazione, la memoria o la motivazione senza considerare gli effetti collaterali e i rischi.

L’abuso di questo tipo di farmaco può portare a grave dipendenza ed effetti collaterali più intensi. Non deve essere quindi assunto senza la prescrizione dello specialista o senza supervisione.

Il metilfenidato attualmente trova anche impiego nel trattamento della narcolessia. Quest’ultimo è un disturbo del sonno che causa eccessiva sonnolenza diurna e improvvisi attacchi di sonno.

ADHD

L’ADHD  è oggi uno dei disturbi psichiatrici dell’ età infantile più diagnosticati e trattati. Esiste un acceso dibattito sulla sua esistenza come entità clinica. Le caratteristiche principali sono:

  • Deficit dell’attenzione, iperattività e/o impulsività.
  • Tende ad apparire in età precoce, prima dei 12 anni.
  • Riduce in modo importante il rendimento scolastico e lavorativo, oltre a interferire con la vita familiare o sociale.
  • Presenta intensità e frequenza superiori nei bambini.
  • Non è causato da altri disturbi di natura medica, tossicologica o psichiatrica.

Non si tratta, tuttavia, di un disordine esclusivamente pediatrico; può presentarsi anche negli adulti, attualmente con frequenza crescente. In Italia la prevalenza dell’ADHD nell’adulto varia dal 2,8% al 7,3%.

Il trattamento dell’ADHD prevede un programma di intervento psicologico, educativo e sociale. Viene integrato, se necessario, con una cura farmacologica.

Nel trattamento farmacologico di questo disordine, il metilfenidato è il medicinale più prescritto. Alcuni studi assicurano una buona risposta al trattamento fino al 70% dei pazienti.

Meccanismo d’azione del metilfenidato

Il meccanismo d’azione non è ancora del tutto chiaro. Si ritiene che amplifichi la neurotrasmissione agendo in due modi  principali:

  • Bloccando la ricaptazione della norepinefrina e dopamina nei neuroni presinaptici, attraverso l’inibizione dei trasportatori.
  • Aumentando la quantità di monoammine disponibili nello spazio sinaptico.

A differenza delle anfetamine, non aumenta il rilascio delle monoammine, blocca solo la ricaptazione. Questo meccanismo d’azione è simile a quello della cocaina.

Pertanto, aumenta il grado di allerta del SNC e rilascia gli effetti desiderati: miglioramento dell’attenzione sostenuta e aumento della vigilanza. Facilita inoltre la concentrazione e riduce gli impulsi motori.

Bambino iperattivo con libro dei compiti.

Effetti indesiderati

Le reazioni indesiderate più comuni nel trattamento con metilfenidato sono: 

  • Insonnia.
  • Nervosismo.
  • Mal di testa.

Altri effetti collaterali possono essere:

  • Anoressia.
  • Riduzione dell’appetito.
  • Perdita di peso.
  • Instabilità emotiva.
  • Comportamento anormale.
  • Vertigini.
  • Tachicardia.
  • Ipertensione.
  • Dolore addominale.
  • Disturbi gastrici.
  • Prurito e orticaria.

Si consiglia di iniziare il trattamento con un basso dosaggio. Si può in seguito aumentare, in base all’efficacia del farmaco, ma anche in base alla tolleranza del paziente e alla comparsa o meno di effetti secondari.

È importante che il trattamento sia monitorato e adattato a ciascun paziente, dal momento che la terapia potrebbe prolungarsi nel tempo. Il trattamento spesso deve essere mantenuto durante l’adolescenza o perfino in età adulta.

Durante la terapia con metilfenidato è importante informare il medico se si notano eventuali reazione avverse. Questo, di fatto, permette di aggiornare il rapporto rischi/benefici e di poter prevedere la sua efficacia sul lungo periodo.


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