Mini cervelli creati in laboratorio: inizio della clonazione umana?

È un dato di fatto: i mini cervelli esistono già e sono stati creati in laboratorio da un gruppo di scienziati dell'Università della California. Si tratta di un grande passo avanti che potrebbe rispondere a molti interrogativi in campo neurologico; tuttavia, presenta anche dei rischi etici.
Mini cervelli creati in laboratorio: inizio della clonazione umana?
Sergio De Dios González

Revisionato e approvato da lo psicologo Sergio De Dios González.

Ultimo aggiornamento: 28 marzo, 2023

Agli inizi del 2019 un esperimento ha riportato in vita i cervelli di alcuni maiali. La notizia ha avuto un forte impatto per via delle possibili implicazioni. Qualche mese dopo, è stato annunciato che un gruppo di scienziati aveva riportato in vita dei mini cervelli creati in laboratorio. È evidente che stiamo avanzando verso una nuova era biotecnologica.

La notizia dei mini cervelli creati in laboratorio è stata al centro di un dibattito etico molto acceso. Non c’è da stupirsi dato che l’essere umano è, sostanzialmente, il suo cervello. Non è chiaro fino a che punto gli scienziati si spingeranno con i loro esperimenti sulla vita e, date le implicazioni, è naturale chiedersi se questa scoperta possa segnare l’inizio della clonazione umana.

“La scienza non risolve un problema senza crearne altri dieci”.

-George Bernard Shaw-

Secondo quanto riportato sulla rivista scientifica Cell Press, questi mini cervelli creati in laboratorio hanno le dimensioni di un pisello e producono onde cerebrali simili a quelle generate dal cervello di un neonato prematuro. L’obiettivo a medio termine è quello di creare reti neurali sempre più sofisticate.

Neuroni nel cervello e connessioni sinaptiche.

I mini cervelli creati in laboratorio

La notizia dei mini cervelli creati in laboratorio è stata diffusa nell’agosto 2019. Il gruppo di ricerca dell’Università della California ha creato degli organoidi con strutture cellulari simili a quelle del cervello umano.

I mini cervelli sono un milione di volte più piccoli del cervello umano e sono stati sviluppati a partire da cellule staminali pluripotenti. Queste ultime, sono state poste in un ambiente che imita il cervello e ciò ha fatto sì che si differenziassero, trasformandosi, per poi auto-organizzarsi come farebbero nel cervello stesso.

Non è la prima volta che si tenta tale impresa. Già in passato sono stati condotti diversi esperimenti, ma finora non era stato possibile produrre organoidi che sviluppassero reti neurali identiche a quelle degli esseri umani. Ecco perché si parla di una scoperta senza precedenti.

Alcuni dettagli sull’esperimento

Il primo risultato ottenuto degli scienziati è la creazione di un ambiente ottimizzato per la crescita delle cellule staminali. Ciò ha permesso agli organoidi di maturare meglio di quanto avessero fatto negli esperimenti precedenti. L’esperimento, durato complessivamente 10 mesi, prevedeva un meticoloso monitoraggio per mezzo di alcuni multielettrodi che registravano l’attività neuronale.

Appena due mesi dopo l’inizio dell’esperimento, gli scienziati avevano già cominciato a rilevare gli impulsi delle onde cerebrali negli organoidi. Sebbene non si trattasse di segnali continui, bensì sporadici, le onde avevano comunque la stessa frequenza di quelle emesse dal cervello umano nelle prime fasi di sviluppo.

A mano a mano che gli organoidi crescevano, la produzione di onde diventava sempre più regolare e diversificata. In altre parole, si sviluppavano connessioni neurali sempre più strutturate. Tali onde e frequenze sono simili a quelle registrate nel cervello di 36 bambini prematuri, usate in precedenza come parametro di riferimento.

Usi e implicazioni

Secondo i ricercatori, è improbabile che gli organoidi possiedano di per sé un’attività mentale. Affermano, piuttosto, che si tratta di un modello alquanto rudimentale, dunque incapace di svolgere gran parte delle attività di un cervello vero. Non escludono, tuttavia, che in futuro si possano sviluppare organoidi più complessi.

Il team di ricerca afferma che i mini cervelli creati in laboratorio sono un eccellente punto di partenza per studiare più approfonditamente il funzionamento delle reti neurali. Ritengono che in futuro potrebbero aiutare a capire e trattare meglio alcune malattie come l’epilessia, l’autismo e la schizofrenia, tra le altre.

Nonostante ciò, tali sperimentazioni hanno sollevato grandi polemiche sin dal 2013. Secondo alcuni esperti, riprodurre in laboratorio processi di neurogenesi e circuiti neurali fornisce un supporto fisico allo sviluppo della coscienza. Non si può dunque escludere l’ipotesi che questi mini cervelli creati in laboratorio non possano svolgere, prima o poi, funzioni più complesse.

Al momento, tuttavia, è impossibile dato che un cervello senza corpo è privo dei sensi e, pertanto, incapace di percepire stimoli che possano essere tradotti in dati da elaborare. Alcuni, tuttavia, mettono in guardia su eventuali sorprese derivanti da un processo così azzardato. A ciò si aggiunge che siamo sempre più vicini alla clonazione di esseri umani. Ci stiamo addentrando in un territorio affascinante quanto sconosciuto.


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  • Tierra, C. S., & Bryson, B. Archivo de la categoría: Neurología.


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