Narciso: la storia di un inguaribile egoista

Narciso: la storia di un inguaribile egoista

Ultimo aggiornamento: 02 giugno, 2015

Durante il culmine dell’impero greco, c’era un giovane chiamato Narciso; era bello, vivace e soprattutto affascinante, cosa che faceva letteralmente impazzire le giovani greche di quel tempo. Tuttavia, Narciso era capace di amare solamente sé stesso. Non importava quanto belle o ricche fossero le fanciulle, lui le rifiutava tutte; il suo ego e la sua vanità gli impedivano di amare qualcun altro a parte lui.

Possiamo vederne un chiaro esempio quando Eco, una ninfa del Monte Elicona, cercò di sedurre il giovane con la sua bella e innocente voce. In effetti, antichi miti e leggende dicevano che la voce di queste divinità femminili poteva articolare le più belle e dolci parole mai sentite. Su Eco, però, si era abbattuta una terribile maledizione: Era, gelosa della ninfa, non voleva che questa brillasse agli occhi del suo sposo Zeus e, perciò, la maledisse portandole via la voce e facendo sì che l’unica parola che potesse pronunciare fosse la ripetizione dell’ultima parola della frase della persona che parlasse con lei.

L’amore incondizionato di Eco per Narciso

Eco non voleva perdere Narciso, perché, come tutti sappiamo, l’amore è un sentimento fortissimo. Un giorno lo inseguì furtivamente attraverso i boschi per rivelargli i suoi profondi e sinceri sentimenti. Ma, ovviamente, questo risultava impossibile a causa dell’orrenda maledizione. Cosa fece dunque Eco? Si avvalse della sua sintonia con la natura e con gli animali, affinché questi dicessero a Narciso che ella lo amava profondamente.

Narciso soppesò la dichiarazione della Ninfa e si burlò di lei. Com’era possibile che lui si innamorasse di una ragazza muta? LUI che era il più bello e affascinante di tutta la penisola del Peloponneso; LUI che poteva possedere tutte le giovani più belle ed eleganti di tutte Atene, Sparta e Corinto; LUI che non aveva rivali sulla faccia della terra … Insomma, Narciso era indignato.

Una terribile maledizione su Narciso

Dopo la reazione di scherno di Narciso, Eco se ne andò in una grotta a passare il resto della sua vita sola, triste e con il cuore a pezzi. Tuttavia, prima di morire, la musa pregò Nemesi, dea della vendetta e della giustizia divina, di maledire Narciso facendolo innamorare unicamente del suo riflesso.

La maledizione ebbe effetto, eccome. Quando Narciso un giorno si recò al fiume per rinfrescarsi un po’, si avvicinò, si vide riflesso nell’acqua e pensò: “Che bello sono. Mi avvicinerò ancora un po’, per assaporare meglio la mia bellezza”. Narciso si sporse così tanto al bordo, che finì per cadere nell’acqua e morire affogato. La maledizione proposta da Eco funzionò alla perfezione e Narciso rimase per l’eternità nell’Inframondo, tormentato dalla sua superbia e dalla sua vanità. Si disse che, con il passare dei secoli, in quel luogo fosse nato un fiore particolarissimo, caratterizzato soprattutto dalla sua incredibile bellezza e dal colore dei suoi petali. Gli si attribuì, appunto, il nome Narciso.

Portando questo racconto della mitologia greca ai giorni nostri, vogliamo suggerirvi di evitare le persone vanitose e narcisiste. Non faranno altro che provocarvi fastidiosi mal di testa, visto che sono soggetti che quasi sempre pensano solo a loro stessi. Il loro ego e il loro orgoglio impedirà loro di entrare in empatia con gli altri. Questo fatto, se avete prestato attenzione, era già stato subito da Eco, la protagonista di questa triste storia con la quale sicuramente molti di voi si saranno sentiti identificati.


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