Né lupo né cane: la psicologia di un anziano Indio

Né lupo né cane: la psicologia di un anziano Indio

Ultimo aggiornamento: 28 aprile, 2015

La terra è profonda, e la sua saggezza è grande. Ascolta le pietre e ascolta il vento.
Se ognuno di noi facesse qualcosa per gli altri, non ci sarebbero persone bisognose al mondo“.

Nel suo libro Neither Wolf nor Dog: On Forgotten Roads with an Indian Elder (Né lupo né cane: Lungo sentieri dimenticati con un anziano Indio), Kent Nerbun riporta la testimonianza di un indio Lakota. Vale sempre la pena ricordare la tradizione di questi popoli , dallo stile di vita così diverso dal nostro.

E perché?, vi chiederete. Prima di tutto perché non fa mai male imparare qualcosa di nuovo ogni giorno, soprattutto se sono insegnamenti che hanno a che fare con la nostra natura di essere umani. A volte, senza nemmeno rendercene conto, insieme al caffè della mattina mandiamo giù una boccata di fretta, impegni e preoccupazioni , chiudendo la porta a tutto ciò che invece ci porterebbe una ventata di ossigeno e di luce. Tutto ciò che di davvero importante abbiamo.

La filosofia dei nativi d’America Lakota affonda invece le sue radici nelle cose semplici e ci trasmette una vera e propria eredità di saperi psicologici che meritano di essere ricordati e tenuti in considerazione. Si tratta di un tipo di saggezza che può aiutarci ad accrescere le nostre capacità sociali e personali, e che quindi può risultare davvero utile.

L’eredità di un anziona Lakota

Ascolto attivo: gli indios Lakota spesso rimproveravano ai bianchi di avere sempre la necessità di litigare per risolvere i problemi. Dicevano che erano incapaci di ascoltarsi reciprocamente, per imparare gli uni dagli altri. Senz’altro si tratta di una dimensione essenziale in molti rami della psicologia attuale: l’ascolto attivo. “Noi indios conosciamo il silenzio. Non ne abbiamo paura. Di fatto, per noi è più potente delle parole. I nostri anziani sono stati educati con il silenzio, e ci hanno trasmesso questa conoscenza: osserva, ascolta e poi agisci, ci dicevano. Questo è il modo migliori di vivere.

Capacità di apprendimento: Avere una mentalità aperta, saper osservare, imparare per adattarsi e sopravvivere. Gli indios Lakota vivono della natura e comprendono la necessità di imparare giorno dopo giorno da essa e dalla loro gente, per migliorare la qualità della loro vita.

Il rispetto per loro è essenziale, per questo non capivano perché i bianchi non condividevano il loro punto di vista. “Osserva gli animali, guarda come si prendono cura dei loro cuccioli. Osserva gli anziani, guarda come si comportano. Osserva l’uomo bianco, guarda che cosa vuole. La prima cosa è sempre osservare, mantenendo fermi cuore e mente: solo così puoi imparare. Quando avrai osservato a sufficienza, potrai agire“.

Negozziazione e risoluzione dei conflitti: Di sicuro avrete letto e imparato molti dei consigli riportati in centinaia di libri e articoli sulla risoluzione dei conflitti, basati su diverse teorie psicologiche. Il bisogno di saper ascoltare in modo attivo, provare empatia verso l’altro per comprendere il suo punto di vista, ed essere abbastanza assertivi da riuscire ad esprimere ad alta voce i nostri pensieri e necessità.

Gli indios Lakota hanno ben chiare queste priorità: il bisogno di ascoltare e di sapere quando stare in silenzio , per capirsi al meglio. Uno stile di vita molto diverso dal nostro.

Nelle loro feste, tutti cercano di parlare. Al lavoro non fanno altro che organizzare riunioni in cui ci si interrompe a vicenda, e tutti parlano continuamente. Lo chiamano “risoluzione dei problemi“. Quando sono in un posto in cui c’è troppo silenzio, si innervosiscono. Devono riempire lo spazio di suoni. Per questo parlano in modo impulsivo, persino prima di sapere che cosa diranno“. Per gli indios, questo comportamento è molto irrispettoso, persino stupido. “Se inizi a parlare, non ti interromperò. Quando avrai finito, rifletterò sulla mia opinione su quello che hai detto, cercando prima di tutto di comprendere il tuo punto di vista“.

Il valore che i Lakota attribuivano alle parole era essenziale. Per loro, erano “semi da piantare e lasciare crescere”. Forse per questo motivo riuscirono a comprendersi a vicenda e a mantenere un’unione così salda del loro popolo e dei nuclei familiari.

Esseri fuori dal comune per gli occidentali, che non capirono mai il motivo della loro calma totale, della loro straordinaria armonia e di quell’aria primitiva e intimamente legata alla natura.

Forse oggi giorno ci sembrerà un popolo strano e un po’ antiquato, ma la loro eredità è ricolma di grandi verità e insegnamenti semplici, che vale la pena leggere e ascoltare. In silenzio, solo per noi… Per aiutarci a riflettere.


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