Nessuno può ridurre la mia autostima
Conoscere il significato della parola autostima è importante per imparare a non confonderla con il concetto di stato d’animo. Questi due termini vengono infatti spesso confusi, e capita di sminuire il proprio valore o riconoscimento personale credendo di essere semplicemente giù di morale.
Si tende spesso ad attribuire il motivo del cambiamento di un individuo a fattori esterni quali le azioni degli altri o alle circostanze, adoperando frasi come “qualcuno o qualcosa ha diminuito la mia autostima”. In realtà, l’autostima dipende solo da noi stessi.
“Si può amare gli altri solo dopo aver imparato ad amare se stessi”
-Abraham Maslow-
Le componenti dell’autostima
Per definizione, la parola autostima fa riferimento alla considerazione che ognuno ha nei confronti di se stesso, ossia la capacità di ciascuno di amarsi. Autostima è la percezione che si ha di se stessi. Essendo totalmente legata all’individuo stesso, le conseguenze legate al concetto di autostima non possono ricadere su alcun agente esterno. Essa è inoltre formata da diversi componenti, come ad esempio:
- Autoconcetto. È l’immagine che ogni individuo ha di se stesso, basata su idee o credenze relative alla propria persona.
- Autorispetto. È il modo attraverso cui ciascuno rispetta le proprie necessità e i propri valori, così come il modo di affrontare e risolvere i propri sentimenti e le proprie emozioni.
- Autoaccettazione. Significa accettarsi per quello che si è, nel proprio essere differenti da tutti gli altri, apprezzando i propri pregi e agendo in un’ottica di miglioramento dei propri difetti.
- Autovalutazione. Consiste nella capacità di valutare il proprio comportamento e la propria forma di agire, con sincerità ed equità nei confronti di se stessi, al fine di apprendere e continuare a crescere.
- Autoconoscenza. Nessuno ci conosce meglio di noi stessi, con le nostre qualità, abilità e persino le nostre debolezze, i difetti e i limiti.
“Non approvo tante cose che ho fatto, non mi piace sempre chi sono o chi sono stata. Ma io sono io. Dio lo sa. Io sono io.”
-Elizabeth Taylor-
Come si genera l’autostima?
Non v’è dubbio che il concetto che abbiamo di noi stessi nella nostra vita da adulti derivi da processi originati durante l’infanzia. La nostra autostima nasce dall’immagine che le persone con cui siamo cresciuti hanno proiettato su di noi, così come dal tipo di rapporti che abbiamo avuto con loro fin dalla nostra nascita.
Se nel passato i nostri parenti si sono interessati alle nostre necessità, dandoci affetto e amore e dimostrandoci quanto eravamo importanti per loro, l’immagine che senza dubbio si è generata in noi sarà positiva, buona, ovvero avremo una “alta autostima”.
Se al contrario abbiamo passato un’infanzia segnata da carenze affettive ed emotive nelle relazioni con chi ci stava intorno, e se costoro non sono stati in grado di mostrarci il buono che c’è in ognuno di noi, probabilmente saremo cresciuti con una limitata considerazione di noi stessi, sviluppando una “bassa autostima”.
Come ci si può relazionare con gli altri se si soffre di bassa autostima?
Non si può essere felici senza essere in sintonia con se stessi, poiché l’infelicità nasce dall’insoddisfazione del non sapere chi si è veramente o dal considerarsi incapaci di tutto. Far crescere l’autostima diventa dunque una necessità ai fini della sopravvivenza emotiva.
Quando i nostri livelli di autostima sono bassi, abbiamo bisogno di ricercare negli altri quel grado di apprezzamento, di considerazione e di sostegno che siamo incapaci di dare a noi stessi. In questo modo, ottenere dagli altri quel riconoscimento ci farà credere che “la nostra autostima è cresciuta”; così facendo, quando gli altri ci deludono o non si comportano come ci aspettiamo, tendiamo a credere erroneamente che ci stiano “abbassando l’autostima”.
“Più le persone ricercano approvazione meno ne ottengono; meno ne hanno bisogno e più ne otterranno.”
-Wayne Dyer-
Eppure non è così che funziona. Nessuno ha la capacità di modificare ciò che giace nella nostra interiorità. Nessuno può abbassare né accrescere la nostra autostima, poiché se si sente la necessità di cercare l’approvazione degli altri, significa che l’autostima era già bassa di per sé.
Cosa si intende per stato d’animo?
L’animo è uno stato emotivo che cambia in base al momento, la circostanza e altri fattori; per questo possiamo sentirci allegri, tristi o sfortunati con relativa frequenza. Lo stato d’animo è qualcosa di passeggero. Capita spesso che quando non otteniamo dagli altri ciò che ci aspettavamo, ad esempio stima o riconoscenza, il nostro stato d’animo emotivo sia negativo.
Tuttavia, il nostro stato d’animo è indipendente dalla nostra autostima, poiché essa è di per sé bassa nel momento stesso in cui sentiamo la necessità che gli altri ci ricordino chi siamo, cosa facciamo bene e cosa pensano di noi.
Anche l’autostima può cambiare
L’autostima può essere modificata, nonostante sia una componente del nostro io molto più stabile e profonda dello stato d’animo. Essa richiederà, infatti, un periodo più lungo per poter essere cambiata, ossia il tempo necessario a modificare l’immagine che si ha di se stessi.
È possibile imparare ad aumentare un’autostima bassa attraverso terapie che ci insegnano a penetrare nella nostra interiorità. Può anche succedere che dall’avere un’alta autostima si passi al provare una percezione negativa di se stessi, a causa di un disturbo o un problema personale che intacca la propria considerazione personale.
Assumendoci dunque la responsabilità e il controllo su noi stessi, potremo decidere di restaurare la nostra autostima ed entrare in sintonia con la nostra persona, imparando ad amarci e apprezzarci per quello che siamo. Così facendo, riusciremo a goderci una vita piena e felice, a prescindere dal fatto che ad altri non piaccia come siamo.
Immagini per gentile cortesia di Holly Sierra