Non sempre il meglio è passato, spesso deve ancora venire
Non è difficile immaginare perché frasi come “si stava meglio una volta” siano diventate famose e perché autori come l’argentino Ernesto Sábato ne hanno fatto la base delle loro opere. Si oppone a “il meglio deve ancora venire” e deriva da una visione nostalgica di chi ha già vissuto tanti anni della sua vita, quindi ha tante esperienze alle spalle.
Tuttavia, continuare a desiderare quello che si è perso significa perdere quello che ancora rimane da vivere. Per questo motivo, non è vero che il meglio è già passato, ma, come direbbe Mafalda, “il meglio deve ancora venire”.
Abbiamo la meravigliosa capacità di sorprenderci continuamente e dovremmo approfittarne ogni volta che conosciamo, impariamo e sperimentiamo sulla nostra pelle cose nuove.
Quello che voglio che mi riesca bene è la vita
Vogliamo essere felici a tutti i costi, il che ci porta spesso a commettere l’errore di dimenticare che la felicità richiede un po’ di pianto, in altre parole l’arcobaleno ha bisogno della pioggia prima di spuntare in cielo. Proprio così, pianto e felicità fanno parte della natura umana, si completano e sono entrambi reali e necessari.
Vogliamo che la vita “ci riesca bene”, ma non ci rendiamo conto che questo implica momenti di tutti i tipi: belli e brutti, cadere dalla montagna e arrivare in cima.
Non accettiamo che questa “vita” è quella che ci permette davvero di vivere appieno per valorizzare tutte le cose belle che ci offre, che è quella che ci smuove, ci scuote e ci spinge a crescere. Per questo “il meglio deve ancora venire”, perché le montagne, come le emozioni, sono infinite fino a che smettiamo di vivere.
La vita comincia a 40 anni
Mafalda aveva ragione quando diceva che la vita comincia a 40 anni. In questa fase della vita abbiamo vissuto abbastanza per iniziare ad ammettere che il passato insegna e, a volte, suscita nostalgia.
Ed è proprio in questa fase che capiamo che il futuro è illusorio perché dipende dal presente e che questo presente è l’unico a modellare quello che deve ancora venire: abbiamo l’opportunità di migliorare continuamente e di non retrocedere.
A 40 anni, cominciamo a renderci conto che la felicità non dipende da nessun altro se non da noi stessi e allora cominciamo anche a pretendere dalla vita quello che meritiamo davvero: ci vogliamo un po’ più bene, siamo più umili e ci mostriamo più coerenti. Vale a dire, capiamo quali sono i nostri limiti e siamo caduti abbastanza volte per sapere che c’è sempre qualcosa di meglio.
Basta soffermarsi sui ricordi, bisogna crearli! Il meglio deve ancora venire
Quando superiamo la fase dell’adolescenza e della giovinezza, sviluppiamo quella che potrebbe considerasi una “mania”, ovvero rivivere continuamente i momenti del passato. Ricordare diventa un’abitudine più frequente man mano che gli anni passano, ma non è negativo. L’aspetto negativo è rimanere indietro, ricordando i momenti brutti e dimenticandosi del presente.
Non possiamo mai dare per scontato il presente perché, come abbiamo detto, è solamente grazie al momento presente che possiamo stabilire i principi del domani. Così come ricordare non è una cosa negativa, non lo è nemmeno sognare: dobbiamo costruire sogni che alimentino le nostre speranze e ci riempiano di vita. Tuttavia, non possiamo permettere ai nostri sogni di rubarci la nostra realtà.
Non essere prigioniero del tuo passato, sii l’architetto del tuo futuro.
Robin Sharma
Il meglio deve ancora venire e lo capiamo quando accettiamo tutto questo: un passato che sia la base per il presente e un futuro che preservi la nostra curiosità, ma ci consenta anche di tenere i piedi per terra.
Il meglio deve ancora venire, così come non tutto il male conosciuto è meglio di un bene sconosciuto: ci sarà sempre un barlume di positività che ci aiuterà a crescere e a non fermarci.