Non sempre il meglio è passato, spesso deve ancora venire

Non sempre il meglio è passato, spesso deve ancora venire
Sergio De Dios González

Revisionato e approvato da lo psicologo Sergio De Dios González.

Ultimo aggiornamento: 21 dicembre, 2022

Non è difficile immaginare perché frasi come “si stava meglio una volta” siano diventate famose e perché autori come  l’argentino Ernesto Sábato ne hanno fatto la base delle loro opere. Si oppone a “il meglio deve ancora venire” e deriva da una visione nostalgica di chi ha già vissuto tanti anni della sua vita, quindi ha tante esperienze alle spalle.

Tuttavia, continuare a desiderare quello che si è perso significa perdere quello che ancora rimane da vivere. Per questo motivo, non è vero che il meglio è già passato, ma, come direbbe Mafalda, “il meglio deve ancora venire”.

Abbiamo la meravigliosa capacità di sorprenderci continuamente e dovremmo approfittarne ogni volta che conosciamo, impariamo e sperimentiamo sulla nostra pelle cose nuove.

Quello che voglio che mi riesca bene è la vita

Vogliamo essere felici a tutti i costi, il che ci porta spesso a commettere l’errore di dimenticare che la felicità richiede un po’ di pianto, in altre parole l’arcobaleno ha bisogno della pioggia prima di spuntare in cielo. Proprio così, pianto e felicità fanno parte della natura umana, si completano e sono entrambi reali e necessari.

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Vogliamo che la vita “ci riesca bene”, ma non ci rendiamo conto che questo implica momenti di tutti i tipi: belli e brutti, cadere dalla montagna e arrivare in cima.

Non accettiamo che questa “vita” è quella che ci permette davvero di vivere appieno per valorizzare tutte le cose belle che ci offre, che è quella che ci smuove, ci scuote e ci spinge a crescere. Per questo “il meglio deve ancora venire”, perché le montagne, come le emozioni, sono infinite fino a che smettiamo di vivere.

La vita comincia a 40 anni

Mafalda aveva ragione quando diceva che la vita comincia a 40 anni. In questa fase della vita abbiamo vissuto abbastanza per iniziare ad ammettere che il passato insegna e, a volte, suscita nostalgia.

Ed è proprio in questa fase che capiamo che il futuro è illusorio perché dipende dal presente e che questo presente è l’unico a modellare quello che deve ancora venire: abbiamo l’opportunità di migliorare continuamente e di non retrocedere.

A 40 anni, cominciamo a renderci conto che la felicità non dipende da nessun altro se non da noi stessi e allora cominciamo anche a pretendere dalla vita quello che meritiamo davvero: ci vogliamo un po’ più bene, siamo più umili e ci mostriamo più coerenti. Vale a dire, capiamo quali sono i nostri limiti e siamo caduti abbastanza volte per sapere che c’è sempre qualcosa di meglio.

Basta soffermarsi sui ricordi, bisogna crearli! Il meglio deve ancora venire

Quando superiamo la fase dell’adolescenza e della giovinezza, sviluppiamo quella che potrebbe considerasi una “mania”, ovvero rivivere continuamente i momenti del passato. Ricordare diventa un’abitudine più frequente man mano che gli anni passano, ma non è negativo. L’aspetto negativo è rimanere indietro, ricordando i momenti brutti e dimenticandosi del presente.

Non possiamo mai dare per scontato il presente perché, come abbiamo detto, è solamente grazie al momento presente che possiamo stabilire i principi del domani. Così come ricordare non è una cosa negativa, non lo è nemmeno sognare: dobbiamo costruire sogni che alimentino le nostre speranze e ci riempiano di vita. Tuttavia, non possiamo permettere ai nostri sogni di rubarci la nostra realtà.

Non essere prigioniero del tuo passato, sii l’architetto del tuo futuro.

Robin Sharma

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Il meglio deve ancora venire e lo capiamo quando accettiamo tutto questo: un passato che sia la base per il presente e un futuro che preservi la nostra curiosità, ma ci consenta anche di tenere i piedi per terra.

Il meglio deve ancora venire, così come non tutto il male conosciuto è meglio di un bene sconosciuto: ci sarà sempre un barlume di positività che ci aiuterà a crescere e a non fermarci.


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