Parlare con una persona affetta da tumore
Parlare con una persona affetta da tumore non sempre è facile. Vorremmo usare le giuste parole di conforto, ma non troviamo i termini, i tempi, i silenzi. Le buone intenzioni non ci impediscono di scivolare in situazioni scomode. In alcuni casi, non vuole nemmeno parlare del suo stato o p semplicemente stanca di sentire certe parole di incoraggiamento vuote e inutili. Il linguaggio richiede precisione, naturalezza e fiducia.
Pensiamoci un attimo. La metafora più abusata è quella usata per definire i malati di tumore come combattenti. Bambini, donne e uomini che, come guerrieri coraggiosi, affrontano la malattia. Tuttavia, con queste parole (per quanto cariche di buone intenzioni) possiamo anche arrecare fastidio o dolore.
A volte ci sono le ricadute. Casi in cui il tumore non risponde al trattamento e non ci sono più strategie percorribili… In queste situazioni, l’ultima cosa di cui una persona ha bisogno è vedere se stessa come qualcuno che non ha lottato a sufficienza o che non ha avuto coraggio. A volte, il linguaggio proietta un’inutile iperesigenza, e non sempre è possibile essere forti.
Susan Sontag, famosa scrittrice, romanziera, filosofa e saggista, nel suo libro Malattia come metafora, sostiene che è meglio evitare il linguaggio bellico con le persone che affrontano una qualsiasi malattia, sia essa organica o psichica. Spesso, non si tratta di essere guerrieri coraggiosi, ma semplicemente di affrontare e accettare una realtà sostanziale e, soprattutto, specifica.
Parlare con una persone affetta da tumore richiede empatia. Badando al linguaggio ed evitando di ricorrere a termini triti e ritriti è possibile offrire un migliore supporto.
Come parlare a una persona affetta da tumore
Prima di tutto bisogna conoscere la persona. Ogni individuo usa il proprio linguaggio e, spesso, ciò che può risultare utile per qualcuno può anche non esserlo per un qualcun altro. Tuttavia, vi sono una serie di aspetti sui quali gli esperti della comunicazione oncologica sono d’accordo: bisogna evitare alcune espressioni.
Come stai? Devi essere forte
Siamo ben consapevoli del fatto che, quando qualcuno sta male, solitamente gli si chiede come sta. Si può fare, non c’è dubbio, ma non bisogna mai spingersi oltre alla disponibilità che la persona mostra.
Ci saranno momenti in cui avrà bisogno di parlare della malattia, e altri in cui sarà l’argomento di cui non vuole parlare. Può comunicarcelo in modo franco, ma anche indirettamente. Uno dei segnali indiretti è la parsimonia di parole se la conversazione tende a concentrarsi sulla malattia.
È altrettanto consigliabile non ricorrere alla classica espressione “sii forte” o, come accennato prima, “non mollare, è una battaglia da combattere“. Eviteremo questo tipo di espressioni, in quanto il paziente oncologico deve affrontare quotidianamente una realtà estremamente mutevole e ogni emozione, ogni sentimento, va accettato così come viene.
Altri momenti, saranno caratterizzati da cali d’umore ed egli avrà tutto il diritto di affrontare questi periodi più complessi e negativi. Ci saranno poi giorni in cui starà meglio. La malattia richiede di concentrarsi sul giorno per giorno, e non tutti riescono a rimanere forti.
Devi essere positivo, un mio parente ha avuto la stessa malattia e ora sta bene
Quando si parla a una persona affetta da tumore, bisogna ricordare un dettaglio essenziale: ogni caso è unico. Non è affatto il caso di fare paragoni con qualcun altro; farlo non è né utile né opportuno. Ogni paziente affronta una realtà personale, specifica e delicata, pertanto, bisogna evitare i riferimenti ad altri casi o sommergerlo continuamente con messaggi speranzosi e positivi.
Che tipo di messaggi e di sostegno possiamo rivolgere alla persona affetta da tumore?
Spesso diamo per scontato che il modo migliore per comunicare con una persona malata passi attraverso la parola. Dimentichiamo, in un certo senso, che sono molto più graditi i gesti di sostegno, la presenza e l’aiuto per mezzo delle azioni.
Talvolta, inoltre, la sincerità e l’umiltà si rivelano grandemente utili. Di fatto, ricorrere a un semplice “non so cosa dire, mi dispiace per quello che stai attraversando e ci sarò sempre per qualsiasi cosa tu abbia bisogno”, è estremamente valido quanto catartico.
Strategie per comunicare ed essere di supporto per la persona affetta da tumore
Le persone che affrontano una malattia grave, non solo il tumore, sperimentano un ampio ventaglio di emozioni. Possono sentirsi infuriate, altre sconvolte, spesso oppresse e altre ancora semplicemente sole. Pertanto, avere vicino qualcuno che gli dice di essere forte non sempre aiuta. In tal senso, raccomandiamo quanto segue.
- Se non sapete cosa dire o come comunicare con una persona affetta da tumore, potete optare per il silenzio e per il contatto. Starle vicino o tenerle la mano è sempre positivo.
- Le faremo sapere loro che la pensiamo, che la amiamo e che siamo disponibili per qualunque cosa di cui abbiano bisogno.
- Le chiederemo come poterla aiutare. L’obiettivo è quello di essere utili, di essere una presenza attenta e disponibile a cui rivolgersi per qualsiasi cosa.
- Faremo in modo che possa sfogarsi con noi quando ne sente il bisogno. Permetterle di piangere, di sfogare la sua rabbia, lo smarrimento o la paura, è il miglior aiuto che possiamo dare.
Per concludere, come avete visto, più che delle parole, ciò di cui la persona ha veramente bisogno è la nostra vicinanza e l’essere un sostegno a cui rivolgersi quando ne sente il bisogno. Teniamolo presente.