Pericoli immaginari: fonti inesauribili di paura
Forse il problema non risiede nel pericolo reale che possiamo avere davanti. Magari siamo noi ad avere più paura di quella che ci crea la situazione; infatti, a volte, la nostra mente può essere il nostro peggior nemico poiché crea, a partire da un’immagine reale, quei pericoli immaginari di cui tutti prima o poi abbiamo sofferto.
Quando veniamo invasi dalla sensazione di paura, il corpo attiva un circuito interno per proteggerci ed essere preparati alla fuga. Il cuore batte più velocemente in vista di un’eventuale corsa, viene prodotto più sudore, la respirazione accelera, il sistema digestivo e quello immunitario smettono di sprecare energia per prepararsi a lottare o a fuggire e una grande quantità di sangue si concentra nei nostri piedi per poter correre.
Tutte queste reazioni accadono grazie al nostro senso di sopravvivenza, un sistema preparato a reagire velocemente in presenza di un pericolo. È per questo motivo che la paura ci mette in allerta e ci mantiene attivi.
Il problema della paura nella società attuale è che molte delle risposte che dovremmo dare per contrastare la minaccia percepita non sono risposte fisiche. Non veniamo più inseguiti dai leoni. Ebbene, al contrario, molte volte le risposte più adattive sono quelle intellettuali o non richiedono nessuna energia fisica. Tuttavia, il nostro corpo continua a reagire nello stesso modo da secoli.
In tal senso, lo spreco di energia è inutile di fronte ai pericoli immaginari. E se l’aereo si dovesse schiantare? Perderò il mio lavoro a fine anno? Mi sta seguendo qualcuno? I miei figli potranno tornare a casa da soli? Il mio partner mi lascerà? Tutti questi pericoli immaginari innescano il circuito descritto e mantengono il corpo in allerta, provocando dei picchi di pressione sanguigna inutili, perché non dovremo correre.
Inutile spreco di energie di fronte ai pericoli immaginari
Come spiega lo scienziato Robert Sapolsky, i pericoli immaginari generano uno spreco fisiologico e psichico a causa delle associazioni incoscienti che rafforziamo se le realizziamo con frequenza. Risulta curioso pensare che negli animali i meccanismi della paura si attivano solo quando il pericolo è reale. Tutti i loro circuiti iniziano a funzionare solo quando la loro vita è in pericolo.
Così come l’immaginazione può attivare questi circuiti, dobbiamo utilizzare la stessa immaginazione per poterli interrompere. Se siamo capaci di immaginare tutte le cose negative che possono accaderci, possiamo anche mettere in marcia l’immaginazione per calmare il nostro corpo, vale a dire immaginando tutte le cose positive che possono accadere.
Abbiamo il potere, attraverso il controllo dei nostri pensieri, di detenere la corsa incessante del nostro cuore, il tremolio dei muscoli o il sudore delle mani. Tali manifestazioni sono tutte sgradevoli e di poco aiuto quando dobbiamo affrontare un problema intellettivo.
La paura può raggiungere livelli molto alti
La paura ci protegge, ma ci impedisce anche di lasciare la nostra zona di comfort. Sostenuto dall’istinto di sopravvivenza, il cervello attiva il circuito di paura ogni volta che si trova in situazioni potenzialmente pericolose, per evitare che soffra a causa di quel danno che anticipa.
D’altro canto, la conoscenza delle nostre paure ci porterà a tenerle in considerazione, ma non le daremo il potere su quello che faremo. Si tratta di ascoltare l’emozione, non di darle retta a occhi chiusi. Valorizziamo i pericoli che possiamo correre quando ci immettiamo in un dominio che non gestiamo, sconosciuto, ma mettiamo sulla bilancia anche quello che possiamo vincere. In molti casi il rischio vale la pena.
Non possiamo scappare ogni volta che il circuito della paura si attiva. Dobbiamo acquisire gli strumenti che ci permettono di gestire le situazioni nelle quali è presente la paura, in modo tale che il risultato finisca per essere il migliore.
La paura è un’emozione che in nessun caso dobbiamo o possiamo scalciare dalla nostra paletta emotiva, ma abbiamo il potere di identificare quando indica un pericolo reale o quando uno stimolo che lo produce è solo una minaccia per la nostra immaginazione. La paura ci protegge, ma a volte metterla da parte o dare un’opportunità al rischio ci consente di continuare a camminare.