Prima di amare te, amo me

Prima di amare te, amo me
Gema Sánchez Cuevas

Scritto e verificato la psicologa Gema Sánchez Cuevas.

Ultimo aggiornamento: 22 dicembre, 2022

Lascia che ti dica che prima di consegnarmi a te, ho bisogno di consegnarmi a me stessa, di conoscere le mie tortuosità e addentrarmi nelle zone più silenziose e buie della mia anima. Voglio conoscere tutti i miei segreti, sapere cosa mi fa stare bene e cosa mi fa stare male e indagare sui loro perché. Appartengo a quella categoria di persone che pensa che prima di un “ti amo”, bisogna saper dire “mi amo” per essere corretto con l’altro.

Ho bisogno di sapere quali sono le mie ferite e qual è il punto esatto che le fa sanguinare di nuovo. Conoscere le mie forze e sapere cosa mi definisce di più, qual è la mia impronta, il mio punto forte…per poi, quando l’occasione lo vorrà, regalartelo con un sorriso. Preferisco amare prima me per poi, così, poterti amare bene e in modo sano. E, se dubiti ancora, non preoccuparti, quando finirai di leggere questa lettera, comprenderai tutto quello che ho da dirti.

Quando non sapevo amarmi

Ho iniziato a capire quanto fosse importante amarmi quando avevo ormai dimenticato come farlo. Proprio quando stavo peggio e mi dedicavo ad elemosinare amore agli altri per stare bene.

Il mio falso benessere dipendeva dall’approvazione altrui e dal loro stato d’animo. Se decidevano di valorizzarmi e di regalarmi qualche lusinga, pensavo di essere felice; quando mi criticavano o disprezzavano, invece, mi consideravo una fallita. Senza saperlo, avevo consegnato le chiavi del mio benessere a chiunque, dimenticandomi di me stessa.

Mi sono spinta tanto da diventare quella che volevano le altre persone e una totale sconosciuta ai miei occhi. Non sapevo nemmeno cosa mi piaceva, dove volevo andare o quali erano i miei sogni, perché mi veniva detto tutto dagli altri. Negavo a me stessa l’opportunità di conoscermi, benché la verità fosse che non sapevo che era possibile.

Un bel giorno sono scoppiata, da sola, ma l’ho fatto. All’inizio non capivo cosa mi stesse succedendo, provavo solo malessere e piangevo, ma con il passare del tempo, mi sono accorta che si trattava di una chiamata d’aiuto a me stessa. Da quel momento, ho capito che non potevo continuare ad essere una persona a metà e a spese di quello che pensavano gli altri. Mi ero stancata di essere chi non ero affinché gli altri stessero bene e ho iniziato a scoprirmi poco a poco. Ho iniziato ad amarmi.

Mi amo così, imperfetta, ma autentica

All’improvviso ho preso coscienza di poter essere più indipendente di quanto immaginavo, che anche la mia opinione era valida e che i miei occhi erano belli. Adoravo rendermi conto di saper agire senza che gli altri mi dessero il loro consenso (anche se, credimi, è stato difficile…).

Mi apprezzavo, mi chiedevo come stavo e se la giornata era nuvolosa, pensavo a come far uscire il sole. Non avevo più bisogno che gli altri mi dicessero quanto valessi perché io, in modo autonomo, ero capace di riconoscerlo: se mi rivolgevano qualche critica o non sapevo fare qualcosa, non era di me che dubitavo.

Ho imparato ad amare i miei difetti e ho provato a migliorarli e a valorizzare i miei successi e le mie abilità, e con ciò ho abbandonato il pensiero ossessivo di essere perfetta per piacere a tutti. Adesso amo le mie imperfezioni perché, altrimenti, sarebbe come amputare una parte di me.

Di certo ti starai chiedendo cos’abbia a che vedere tutto ciò con noi due, ma devi saperlo perché così comprenderai come sarebbe potuta essere la mia relazione con te quando nemmeno io scommettevo su me stessa.  

Se non mi amassi, affiderei a te l’obbligo di ricordarmi chi sono e di saziare di continuo i miei dubbi sull’amore e sulla mia diffidenza. Saresti il responsabile del mio stato d’animo o, almeno io ti vedrei in questo modo e agirei di conseguenza. Dovresti salvarmi tutte le volte che le mie insicurezze si presentano per mettere in dubbio il mio valore.

Non sarebbe un amore sano, bensì la nostra relazione sarebbe il tentativo di sanare le mie ferite. Con ciò non voglio dire che quando sto male tu non debba apportarmi il tuo calore o offrirmi le tue braccia come rifugio, ma che non tocca a te ricordarmi ogni giorno chi sono e quanto valgo affinché io stia bene. È compito mio.

Mi rifiuto di farti pagare per i fantasmi del mio passato. Per questo motivo, ho bisogno di tempo per amarmi, per mettere a posto le mie paure e le mie vulnerabilità e non trascinarle affinché ci danneggino. Perché non devi liberarmi né salvarmi dai miei vuoti, non sei il mio salvatore.

Immagine per gentile concessione di Clare Elsaesser


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