Quali regimi matrimoniali esistono?
Il matrimonio è l’unione di due persone, dello stesso o diverso sesso, sancita attraverso determinati riti o formalità legali. Questa celebrazione implica la creazione di una serie di diritti e doveri tra i coniugi, inoltre si traduce nell’esistenza di regimi matrimoniali, legati all’ordine del patrimonio. In altre parole, la gestione del patrimonio economico di entrambi i membri della coppia.
L’obiettivo di questo articolo è l’analisi dei diversi regimi economici matrimoniali. Questi sono definiti come l’insieme di regole che determinano gli interessi economici dei coniugi all’interno della coppia e le loro relazioni con terzi.
L’analisi di questi regimi matrimoniali è di grande importanza, soprattutto per capire cosa accadrebbe ai beni comuni in caso di separazione, così come nelle successioni ereditarie o nel divorzio. Vedremo anche quali sono gli effetti che ciascun regime matrimoniale ha nelle suddette situazioni.
Carattere necessario del regime matrimoniale
L’esistenza di un regime matrimoniale è una conseguenza inevitabile del matrimonio. L’esistenza di un matrimonio senza regime matrimoniale non è dunque concepibile; anche se ci fosse un totale silenzio nel momento in cui va stabilito il tipo di regime, questo verrebbe definito dalla giurisprudenza secondo un procedimento di silenzio assenso.
Detto in termini più semplici, la coppia può scegliere quale regime matrimoniale seguire. Nel caso in cui non effettuino questa scelta, verrà attribuito il regime matrimoniale stabilito per legge.
Ad esempio, in Italia, a meno che i coniugi non esprimano diversamente, nel formalizzare la loro unione matrimoniale lo faranno in comunione dei beni.
Il regime economico applicabile a ciascun matrimonio è stabilito da entrambe le parti nei certificati di matrimonio, senza altre limitazioni rispetto a quelle previste dal Codice Civile. Il regime patrimoniale coniugale, nel diritto di famiglia è l’insieme delle norme del codice civile che disciplinano i criteri di distribuzione tra i coniugi della ricchezza acquisita durante il matrimonio.
Tipi di regimi matrimoniali
Il codice civile italiano contempla tre regimi patrimoniali coniugali: comunione dei beni, separazione dei beni e partecipazione degli acquisti, una specie di regime misto. Ognuno ha le sue caratteristiche, che è importante capire e prendere in considerazione quando si deve scegliere il regime prima di sposarsi.
Comunione dei beni
La comunione dei beni è il sistema più diffuso. Rende comuni tutti i guadagni e i benefici che i coniugi hanno ottenuto durante il matrimonio. Tuttavia, all’interno di questa comunione, si possono distinguere due tipi di beni:
- Comunione universale: riunisce in un unico patrimonio tutti i beni e tutti i redditi dei coniugi, eccetto i beni propri per legge; la comunione appartiene, indivisa, a entrambi i coniugi; nessun coniuge può disporre della sua quota.
- Comunione d’acquisti: i beni comuni sono limitati agli acquisti, cioè i beni acquisiti da un coniuge a titolo oneroso durante il regime e i frutti dei beni propri.
In caso di separazione o divorzio, può essere complesso distinguere quali beni corrispondono a ciascun membro della coppia. Per separarli, in genere si procede con un inventario di tutti i beni in possesso dalla coppia.
Si stabiliscono così i beni privati e a quale dei due coniugi appartengono; per quanto riguarda i beni comuni, viene creato un inventario dell’attivo e del passivo esistente, e si procede alla liquidazione.
Per eseguire questo iter, si consiglia vivamente di rivolgersi a un avvocato matrimonialista. Soprattutto in casi complessi e con l’obiettivo di evitare ulteriori scontri tra i membri della coppia.
Regime di separazione dei beni
In questo regime si stabilisce che ogni membro della coppia ha i propri beni, senza necessità che esistano beni in comune. In questo modo, ciascuno dei coniugi gestisce i propri beni. Quando i coniugi acquistano beni insieme, entrambi appariranno come proprietari della suddetta proprietà.
Dobbiamo sottolineare che sebbene in questo caso non esista un patrimonio comune, entrambi i coniugi devono contribuire ai bisogni familiari, ciascuno in relazione alle proprie finanze e alla propria capacità di lavoro professionale o casalingo. Questo è ciò che impone l’articolo 143 del Codice Civile. Il vantaggio principale di questo regime è che, in caso di separazione o divorzio, la liquidazione del patrimonio è più semplice.
Regime ordinario della partecipazione agli acquisti
Ciascuno dei coniugi mantiene la propria autonomia economica durante il matrimonio , ma in caso di divorzio o separazione, si procede come se fossero in comunione dei beni. In realtà, è un regime che mescola aspetti dei precedenti.
La liquidazione effettuata in caso di divorzio o separazione sarebbe simile a quella del regime di comunione dei beni. Tuttavia, prima si procede alla creazione di un inventario del patrimonio iniziale e finale. Una volta effettuato il calcolo, viene determinata la partecipazione corrispondente a ciascuna.
Altri regimi matrimoniali
Esistono altri due regimi matrimoniali che, nonostante le controverse caratteristiche, sono ancora in vigore in alcuni paesi. In Italia, in particolare, non sono contemplati dalla legge.
Purtroppo, esiste ancora il regime in cui il marito assorbe interamente la personalità economica della donna. Questo significa che l’intera proprietà della donna viene trasferita al marito dopo il matrimonio.
Questo regime implica che le donne non abbiano alcun diritto, né durante il matrimonio né dopo il suo scioglimento. È un concetto maschilista e degradante, che non dovrebbe essere consentito dalla legge.
In alcune nazioni, infine, è ancora in vigore il regime dell’unione delle merci. In questo caso, la proprietà dei beni non viene trasferita, a differenza della loro amministrazione e del loro usufrutto. Quindi la donna mantiene il suo diritto di proprietà reale, ma non ha diritto al credito.
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