Quando una canzone entra in testa: che fare?
Quando una canzone entra in testa e non esce più, è come se entrassimo in un loop. Una melodia, un ritmo, una sequenza di parole ci intrappolano, si riaccendono all’infinito come un’eco insistente. A volte lo consideriamo un sottofondo piacevole, ma in genere è frustrante essere perseguitati dal tormentone del momento, dal motivetto di una pubblicità o dalla canzone che abbia sentito nel centro commerciale.
Il cervello ha i suoi misteri, si sa. Ammettiamolo, però, alcuni enigmi sono particolarmente inquietanti soprattutto quando sfuggono al nostro controllo. Statisticamente è un’esperienza vissuta dal 98% delle persone. Tuttavia, nel 15% dei casi diventa un fenomeno particolarmente fastidioso e invadente. È quanto sostiene una ricerca canadese condotta presso l’Università della Columbia Britannica.
Questo 15% ricade già nel campo dei disturbi ossessivo-compulsivi, in cui la musica può avere un effetto dirompente sulla mente di chi ne soffre. Per tutti gli altri, invece, resta un fenomeno passeggero, un’esperienza da condividere nelle conversazioni con la tipica frase “è tutto il giorno che non riesco a togliermi dalla testa questa canzone”
“Se non fossi stato un fisico, probabilmente sarei un musicista. Io penso spesso in musica. Vivo i miei sogni in musica. Vedo la mia vita in termini musicali”
-Albert Einstein-
Quando una canzone entra in testa: perché avviene?
Earworm è la parola inglese usata dagli psicologi per definire questo fenomeno. Sono i tarli musicali che si insinuano nel cervello e di cui ci liberiamo a fatica. C’è chi dice che prediligano artisti come Lady Gaga, Queen, Abba, Beyoncé, Adele, Coldplay, etc.
Ebbene, se è più facile subire l’attacco di un tarlo musicale con questi cantanti o gruppi, è perché siamo maggiormente esposti alle loro canzoni. In realtà qualunque canzone potrebbe entrarci in testa, qualunque musica o jingle.
Si può verificare perfino senza ilo bisogno di ascoltare musica. A volte basta che qualcuno ci ricordi il titolo di una canzone perché si intrufoli subito nella nostra mente. Vediamo allora cosa succede secondo la scienza quando ci entra in testa una canzone.
Più è semplice, più aderisce alla mente
I compositori di musica e i produttori lo sanno bene. Quanto più è semplice e ripetitiva una canzone, tanto più “appiccicoso” sarà l’effetto sulla nostra mente e più probabilità ci saranno che il pubblico la ricordi.
Kelly Jakubowski, docente all’Università di Durham, ha dimostrato il legame tra tipo di composizione e tarlo musicale.
Il nostro stato d’animo è determinante
Questo dato è molto interessante. La prossima volta che la vostra testa entra in un loop musicale per capire il perché cercate di analizzare il vostro umore.
La Dottoressa Vicky Williamson, esperta in psicologia musicale ci spiega che in genere siamo più recettivi a questo fenomeno quando ci sentiamo stressati, stanchi, nostalgici o quando abbiamo dormito poco.
È come se il nostro cervello stanco o bloccato in un determinato stato emotivo fosse più predisposto ad avviare schemi ripetitivi, soprattutto in presenza di stimoli musicali.
La memoria come detonante
Come abbiamo detto, non è necessario ascoltare una canzone alla radio o al supermercato per cadere vittima di un earworm. A volte siamo noi stessi che avviamo questo processo, con il semplice ricordo di una frase, un motivo musicale, una melodia che appartiene al passato.
Dall’ambiente può emergere all’improvviso un detonante: quelle scarpe che ci hanno accompagnato in un certo viaggio, il gelato che mangiavamo da bambini mentre nostra nonna cantava una canzone…
Il cervello ama ricordare. Sappiamo che la memoria emotiva è collegata in modo diretto con la memoria musicale. Lo è al punto che queste strutture vengono appena intaccate da malattie neurodegenerative come l’Alzheimer.
Quando una canzone entra in testa: come fermare il tarlo?
Certamente questo fenomeno può essere molto fastidioso. Specialmente quando la canzone che ci perseguita è stupida, infantile o molto distante dai nostri gusti musicali. Per riuscire a spezzare la maledizione o questo meccanismo reiterativo che il nostro cervello ha avviato in modo arbitrario, tenete a mente questi consigli:
- Ordinare a noi stessi di fermare il processo o far svanire la canzone non serve a niente. Il cervello agisce in modo opposto a queste richieste dirette. È come quando ci rigiriamo nel letto e ci imponiamo di dormire. È inutile.
- La cosa migliore è lasciarsi trasportare, accettare l’intruso senza opporre resistenza. Il fenomeno perderà gradualmente forza.
- Un’altra strategia può essere ascoltare una volta la canzone per intero. Se nella nostra mente appaiono frammenti musicali, offriamole il brano completo. In genere l’effetto è calmante.
Infine, e non meno curioso, i neurologi ci consigliano di masticare una gomma per diminuire l’effetto. Sembra che il movimento della mandibola interferisca con il ricordo musicale. In ogni caso, in genere, il fenomeno è destinato a svanire nel giro di 24 ore.
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- Jakubowski, K., Finkel, S., Stewart, L., & Müllensiefen, D. (2017). Dissecting an earworm: Melodic features and song popularity predict involuntary musical imagery. Psychology of Aesthetics, Creativity, and the Arts, 11(2), 122–135. https://doi.org/10.1037/aca0000090
- Taylor, S., McKay, D., Miguel, E. C., De Mathis, M. A., Andrade, C., Ahuja, N., … Storch, E. A. (2014). Musical obsessions: A comprehensive review of neglected clinical phenomena. Journal of Anxiety Disorders. Elsevier Ltd. https://doi.org/10.1016/j.janxdis.2014.06.003