Raffaello: il grande pittore del Rinascimento
Raffaello è senza dubbio uno dei più grandi pittori dell’Alto Rinascimento. Un artista celebrato, che si è distinto dai suoi contemporanei per le Madonne, i ritratti, gli affreschi e le composizioni architettoniche.
Il Rinascimento italiano è stato un periodo segnato da figure stilizzate e dallo sviluppo della prospettiva. Uno sguardo ai classici greco-latini nel tentativo di recuperare la bellezza ritenuta persa a causa dell’oscurità medievale. In questo periodo storico emersero tra i più grandi artisti della storia.
L’umanesimo è un movimento legato a questo periodo, in cui arte, filosofia e scienze andavano di pari passo. Gli artisti erano considerati anche scienziati. I pittori erano esperti osservatori della natura e riuscivano a catturare gli effetti di luce e ombra. Ma non studiavano solo la natura; gli artisti rinascimentali osservavano anche la società.
Gli artisti rinascimentali analizzavano molto da vicino le interazioni culturali e ne prendevano ispirazione. Le loro vite erano permeate da questa ricerca. Scoprite i fattori che portarono Raffaello Sanzio a diventare uno dei più grandi artisti della storia.
I primi anni del genio
Raffaello nacque il 6 aprile 1483 a Urbino. All’epoca la città era un centro culturale che incoraggiava le arti. Anche se le fortune della famiglia erano state distrutte dalla guerra, il padre, Giovanni Santi, sapeva leggere e scrivere. Era anche un pittore alla corte di Urbino.
Di sua madre non si sa molto, morì prematuramente e il marito si risposò. Raffaello era considerato un bambino prodigio e il padre riuscì a farlo studiare e a trasmettergli i principi della filosofia umanista alla corte del duca di Urbino.
Nel 1494, quando Raffaello aveva solo 11 anni, il padre morì. Il bambino si assunse il difficile compito di gestire la sua bottega. Il suo successo in questo ruolo superò rapidamente quello del padre.
L’artista fu presto considerato uno dei migliori pittori della città. Da adolescente lo incaricarono di dipingere una pala per la chiesa di Sant’Agostino di Città di Castello.
“Il tempo è un ladro vendicativo che ruba la bellezza della nostra gioventù.”
-Raffaello Sanzio-
Permanenza a Perugia e periodo fiorentino
Nel 1500 il maestro pittore Pietro Vannucci, conosciuto anche come Perugino, contattò Raffaello e lo invitò a diventare un suo apprendista a Perugia, in Umbria.
Durante questo periodo, Raffaello iniziò a sviluppare il suo stile personale. Era un giovane pieno di vitalità, che amava la città e la sua gente. Dopo aver lavorato a Siena, il giovane Raffaello giunse a Firenze. La città lo accolse nel 1504 con la raccomandazione della duchessa di Urbino al Gonfaloniere.
A Firenze, Raffaello fu molto influenzato dalle opere dei pittori italiani più famosi del momento. Tra questi Fra Bartolomeo, Leonardo da Vinci, Michelangelo e Masaccio. Per Raffaello, questi artisti innovativi avevano raggiunto un livello completamente nuovo di profondità nelle loro composizioni.
“Leonardo ci promette il Paradiso, Raffaello ce lo dà”.
-Pablo Picasso-
Studiando attentamente i dettagli del suo lavoro, si può notare che il periodo fiorentino fu cruciale per Raffaello. Grazie alla permanenza a Firenze e all’influenza di questi grandi pittori, riuscì a sviluppare uno stile personale ancora più espressivo. L’artista non visse sempre a Firenze, ma viaggiò e lavorò in diverse città del nord Italia.
Raffaello Sanzio a Roma, la capitale dell’arte
Raffaello si trasferì a Roma nel 1508 per dipingere le Stanze vaticane. Queste opere furono realizzate sotto il patrocinio di Papa Giulio II.
Lavorò alle Stanze vaticane tra il 1509 e il 1511. Divennero uno dei cicli di affreschi più rispettati dell’Alto Rinascimento italiano, in particolare quelli nella Stanza della Segnatura.
Questa serie di affreschi include alcune delle opere più famose di Raffaello: Il trionfo della religione e la Scuola di Atene. Qui, Raffaello sfruttò la filosofia umanista che aveva appreso alla corte di Urbino quando era bambino.
Durante la sua permanenza a Roma, fu più prolifico che in qualsiasi altro momento della sua vita. Trovava l’ispirazione nelle opere dei suoi contemporanei. L’ambiente artistico della città e la stessa Roma portarono Raffaello all’apice della sua carriera.
Raffaello e l’architettura
Nel 1514, dopo la morte dell’architetto Donato Bramante, Papa Giulio II assunse Raffaello come suo architetto principale. Raffaello creò il disegno di una cappella nella chiesa di Sant’Eligio degli Orefici.
Era conosciuto per il suo lavoro pittorico in Vaticano e ciò gli consentì di assumere una squadra di assistenti che lo aiutasse a terminare gli affreschi nella Stanza dell’Incendio di Borgo. Si liberò così di questo compito per concentrarsi su altri progetti.
Il pittore continuava ad accettare commissioni, inclusi i ritratti di Papa Giulio II e Papa Leone X, e il suo dipinto su tavola più grande, la Trasfigurazione (commissionato nel 1517).
Ciò nonostante, aveva già iniziato a lavorare come architetto. I dettagli dell’architettura di Raffaello preannunciavano già uno stile nuovo: era la nascita del barocco.
Morte e lascito di Raffaello
Il 6 aprile 1520, nel giorno del suo trentasettesimo compleanno, Raffaello morì all’improvviso e inaspettatamente per cause misteriose a Roma, senza poter completare la sua grande opera: La Trasfigurazione. Durante la celebrazione della messa del suo funerale in Vaticano, l’opera incompiuta di Raffaello fu posta davanti alla bara.
Alla sua morte, aveva più di 50 apprendisti nella sua bottega, una delle più grandi del suo tempo. Ma quello che interessava il pubblico dell’epoca era la morte prematura del pittore, oggetto di numerose speculazioni.
Vasari, uno dei primi storici dell’arte, descrive la morte di Raffaello come un evento misterioso. Attribuisce la morte prematura del pittore agli “eccessi d’amore”. Ma queste sono solo ipotesi.
Non è mai stato confermato il vero motivo del decesso del grande Raffaello Sanzio, che lasciò una notevole eredità, e fu celebrato e riconosciuto anche mentre era in vita. I suoi funerali furono maestosi, e migliaia di persone vi parteciparono per onorare la sua memoria. È interessante notare che il rinomato pittore nacque e morì di Venerdì Santo. Il corpo fu sepolto al Pantheon a Roma.
I suoi dipinti sono di una chiarezza compositiva immensa e contengono elementi equilibrati. Si tratta senza alcun dubbio del pittore che portò con maestria la prospettiva nella pittura. Dopo la sua morte, il suo movimento verso il manierismo influenzò la pittura del tardo barocco in Italia.
Raffaello Sanzio è ancora oggi considerato la principale figura artistica del classicismo italiano dell’Alto Rinascimento. L’inscrizione sulla sua lapide recita “Qui giace Raffaello: da lui, quando visse, la natura temette d’essere vinta, ora che egli è morto, teme di morire”.