Sindrome serotoninergica: sintomi e trattamento
La sindrome serotoninergica è una condizione clinica di solito associata a una reazione avversa ai farmaci antidepressivi. Le ricerche mostrano che a causa dell’aumento del consumo di questi farmaci, sono aumentati anche i casi di questa sindrome. Si manifesta con perdita della coordinazione, febbre, tachicardia, convulsioni, difficoltà respiratorie e nei casi più gravi può causare la morte.
Si dice spesso che la sindrome serotoninergica sia causata esclusivamente da un cattivo consumo dei farmaci antidepressivi. Bisogna dire, però, che non sempre la causa è quella appena descritta. Nella maggioranza dei casi, di fatto, non è ben chiaro il fattore scatenante.
La sindrome serotoninergica è una condizione medica poco conosciuta. Tuttavia, i casi aumentando anno dopo anno a causa del maggior consumo di farmaci serotoninergici.
Ogni organismo presenta una reazione diversa a un farmaco o agente chimico. A volte il farmaco non viene metabolizzato, bensì accumulato. Questo, con il tempo produce un’eccessiva stimolazione da parte di certi recettori. Questa irregolarità farmacologica può presentarsi in qualsiasi paziente. Non importa l’età o la condizione medica.
Nella maggioranza dei casi, la sindrome è lieve. Gli effetti non durano più di un giorno e sono facilmente trattabili. Ciò nonostante, una piccola percentuale dei pazienti che fanno uso di farmaci antidepressivi manifesta reazioni più serie.
Sindrome serotoninergica e antidepressivi
Gli antidepressivi agiscono in modo molto particolare: inibiscono la percezione della serotonina. Grazie a essi, disponiamo di livelli più alti di questa sostanza. Non solo nel cervello, ma in tutto l’organismo. È importante ricordare che la serotonina si produce sopratutto nell’intestino tenue. Grazie a questa sostanza chimica, regoliamo lo stato d’animo, l’appetito, le comunicazioni fra i neuroni, ecc.
D’altra parte, i farmaci antidepressivi non hanno il solo scopo di trattare la depressione. Sono efficaci anche contro:
- Angoscia.
- Ansia generalizzata.
- Stress post-traumatico.
- Bulimia.
- Disturbi ossessivi compulsivi.
- Disturbi disforici premestruali.
Al giorno d’oggi, gli antidepressivi più prescritti sono gli SSRI (inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina). E proprio questi medicinali, insieme a quelli per trattare il morbo di Parkinson o le cefalee più intense, vengono spesso associati alla sindrome serotoninergica.
Sintomi della sindrome serotoninergica
Questa sindrome prevede tre stadi:
- Disfunzione del sistema parasimpatico.
- Eccitazione neuromuscolare.
- Alterazione dello stato mentale.
Questi effetti diventano evidenti quando i livelli di serotonina sono troppo alti. Se questo succede, vengono stimolati precisi recettori. Parliamo del 5-HT1A e il 5-HT2A.
Questi recettori inducono effetti biochimici cellulari molto ampi. Questi con il tempo faranno posto ad alterazioni ed eventi fisici, organici e mentali come:
- Tachicardia.
- Febbre.
- Nausea e vomito.
- Diarrea.
- Alterazioni intestinali.
- Tremori muscolari.
- Confusione e ansia.
Nei casi più gravi questo stato può portare al coma. Compaiono:
- Complicazioni respiratorie.
- Rigidezza muscolare.
- Ipertermia acuta.
- Perdita di coscienza.
Cause della sindrome e possibili cure
Non sempre i fattori scatenanti sono chiari. Tuttavia, ve ne sono alcuni che vale la pena di tenere presenti.
- Malattie croniche, specialmente cardiovascolari.
- Allergie. Alcune persone che presentano una reazione inaspettata quando iniziano una cura serotoninergica. Per questo motivo, è sempre meglio iniziare con dosi basse e monitorare spesso le possibili reazioni del paziente.
- Altri farmaci per trattare malattie o disturbi di altro genere. La giusta supervisione medica è fondamentale. .
Cura contro la sindrome serotoninergica
La prima cosa da fare è determinarne la gravità. Spesso i sintomi scompaiono dopo 24 ore. Si sospende così l’assunzione del farmaco e si valuta la possibilità di somministrare un’altra terapia.
Quando i sintomi sono più gravi si procede con il ricovero ospedaliero. Risultano necessari la somministrazione di liquidi per endovena e un monitoraggio costante per evitare l’ipotermia. Se l’intossicazione è a uno stadio grave, il trattamento è molto più complesso. Si cercherà prima di tutto di mantenere stabili i parametri vitali del paziente.
Nella maggioranza dei casi, però, gli effetti collaterali dei farmaci antidepressivi sono quasi sempre lievi, avvisi puntuali. Reazioni che il nostro organismo usa per dirci che abbiamo bisogno di ridurre le dosi o di provare un’altra cura. Non esitate a consultare un professionista in caso di dubbio o preoccupazione.