La spirale del silenzio per paura del rifiuto

Avete mai messo a tacere le vostre opinioni perché diverse dalla maggioranza intorno a voi? La teoria della spirale del silenzio definisce una realtà molto comune nella nostra società.
La spirale del silenzio per paura del rifiuto
Valeria Sabater

Scritto e verificato la psicologa Valeria Sabater.

Ultimo aggiornamento: 03 febbraio, 2023

La spirale del silenzio definisce un comportamento in cui qualcuno (una minoranza) sceglie di tacere per paura di essere contrastato dal gruppo dominante (la maggioranza).

Se ci pensiamo bene, tutti noi abbiamo vissuto questo fenomeno sociale. È l’inquietudine sepolta che si prova quando si percepisce che il proprio punto di vista è diverso da quello assunto dal resto dell’ambiente circostante.

Una curiosa favola di Hans Christian Andersen è un esempio di questa teoria. Due tessitori compaiono davanti a un potente imperatore e alla sua corte. Spiegano che hanno realizzato i vestiti più belli del mondo, uno il cui tessuto è visibile solo alle persone intelligenti.

Questi due tessitori erano imbroglioni che andavano di regno in regno ingannando gli incauti. Ciò nonostante, riuscivano a ingannare tutti, perché nessuno aveva mai osato dire loro di non vedere nulla. Così, quando l’imperatore indossò quelle vesti inesistenti, tutti le lodarono sebbene tutto ciò che vedevano fosse la sua nudità.

La paura di essere emarginati, respinti e di essere le voci fuori dal coro conduce inevitabilmente alla spirale del silenzio così comune nella nostra società.

“Metà del mondo ha qualcosa da dire, ma non può parlare; l’altra metà non ha niente da dire, ma non tace.”

-Robert Frost-

Donna preoccupata.

Cos’è la spirale del silenzio?

La spirale del silenzio è una teoria che ha le sue origini nella comunicazione di massa e nelle scienze politiche. È stata proposta dalla politologa tedesca Elisabeth Noelle-Neumann nel 1977, come risultato del suo libro di successo La spirale del silenzio. Per una teoria dell’opinione pubblica .

Lo scopo di questo lavoro era capire perché alcune persone scelgono di rimanere in silenzio su determinate opinioni, eventi o esperienze di fronte a gruppi che intuiscono che non li condivideranno.

La prima risposta che può venire in mente è “paura”. Perché molti di noi assistono con frequenza a questa dinamica negli ambienti di lavoro.

Per esempio, in caso di molestia in molti preferiscono tacere per paura della pressione del gruppo, di perdere il lavoro o, ancora di più, di essere il prossimo a subire tali comportamenti intimidatori.

Noelle-Neuman ha spiegato che la spirale del silenzio è in realtà alimentata da due paure: dell’isolamento e del rifiuto.

Una delle teorie più studiate in psicologia della comunicazione

La teoria della spirale del silenzio ci dice che molto probabilmente siamo disposti a comunicare le nostre opinioni se crediamo che coincidano con quelle della maggioranza.

D’altra parte, se abbiamo la sensazione che ciò che proviamo o pensiamo non sia in linea con quanto condiviso dagli altri, è comune non dire nulla. Non esprimersi e rifugiarsi nel silenzio.

Questa reazione così ricorrente tra i gruppi sociali è sempre stata oggetto di studio da parte della psicologia della comunicazione. Così, studi più recenti, come quelli condotti dall’Università di Vienna, indicano dati interessanti.

Le persone che si sentono parte della maggioranza si percepiscono come più dominanti. In seguito a ciò, le loro opinioni diventano forti e persistenti. La cosa divertente è che queste opinioni della grande massa non sono sempre vere o coerenti.

Tuttavia, è sufficiente che un ampio gruppo difenda un’idea affinché quell’approccio diventi preponderante. Sebbene ci sia una minoranza che la pensa diversamente e sceglie di tacere.

La maggior parte di noi vuole sentirsi accettata e rispettata dagli altri. A volte questo ci porta a dover fingere di essere d’accordo con le opinioni degli altri. Anche se dentro di noi difendiamo il contrario.

La spirale del silenzio è un riflesso della nostra codardia? Assolutamente no!

A questo punto è possibile suppore che la spirale del silenzio sia il riflesso della nostra vigliaccheria. Niente di più lontano dalla realtà. Fingere di essere d’accordo con la maggioranza è un riflesso del nostro istinto di sopravvivenza.

La politologa Noelle-Neumann ha spiegato che disponiamo di un sesto senso . Questo radar interno ci consente di sondare il clima di opinione nell’ambiente per meditare sulle nostre azioni e risposte. Se percepiamo che c’è un’opinione dominante, nella maggior parte dei casi ci adatteremo a essa.

Entrare nella spirale del silenzio risponde al nostro bisogno fondamentale di non sentirci isolati, così come di prevenire scontri. Ricordiamo ancora una volta che gli esseri umani sono creature sociali e poche cose sono traumatiche come essere rifiutate, vivere in isolamento… o essere attaccate.

Maggiore è il divario tra la nostra opinione (minoranza) e quella degli altri (maggioranza), maggiore è la probabilità che ricorriamo al silenzio o, peggio, ci avviciniamo alla grande massa.

Giovane con mobile che rappresenta il potere della spirale del silenzio.

Il potere dei media di manipolare la nostra percezione sociale

I media e la pubblicità sono grandi molestatori e plasmatori della spirale del silenzio. Pensiamoci. I social network sono oggi la nostra finestra per vedere e capire il mondo. È molto comune che in questo scenario digitale fluiscano opinioni che diventano improvvisamente maggioritarie.

Vediamo messaggi e notizie che diventano virali e anche gli influencer difendono determinati punti di vista. Improvvisamente, quel sesto senso che Noelle-Neumann ha definito un organo quasi statistico si accorge che il clima di opinione sta andando in una direzione marcata. E se osassimo presentare un punto di vista completamente opposto?

Molto probabilmente saremmo vittime di vessazioni sui social network. Per questo, in molte occasioni, scegliamo di precipitare in quella spirale di silenzio che, come le tre scimmie sagge di Confucio, scelgono di non vedere, di non sentire e di tacere.

Tuttavia, teniamolo a mente: ci sono momenti in cui vale la pena di correre il rischio. Cerchiamo di essere una voce solitaria in mezzo alla grande massa, perché alla fine vale la pena essere coerenti con i nostri principi e valori.


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  • Noëlle-Neumann, Elisabeth. La espiral del silencio. Opinión pública: nuestra piel social, Paidós. Barcelona, 1995.
  • West, Richard y Turner, Lynn. Teoría de la comunicación: Análisis y Aplicación. McGraw-Hill. Aravaca, 2005.

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