Superare i traumi grazie alla neuroplasticità
I traumi sono alla base di numerosi problemi emotivi e mentali. Non è raro vivere un’intera esistenza all’ombra di un’esperienza traumatica e persino trasmetterla alle generazioni successive attraverso comportamenti contrassegnati dallo stress post-traumatico che ne deriva. Ma la neuroplasticità potrebbe aiutarci a superare i traumi.
La parola “trauma” non sempre è ben compresa, a volte viene minimizzata, altre volte ingigantita. In primo luogo, spesso il trauma è riconoscibile proprio attraverso lo stress post-traumatico. In secondo luogo, l’esperienza che lo causa non deve essere per forza eccezionale o devastante agli occhi degli altri.
Un evento diventa traumatico a seconda del modo in cui viene vissuto e dai suoi effetti disadattivi. A volte alla base vi è un evento doloroso, come la morte di una persona cara; altre volte nasce da situazioni in apparenza meno drammatiche, come vedere il padre baciare una donna che non è la madre.
“Ansia, incubi ed esaurimento nervoso. C’è un limite ai traumi che una persona può sopportare prima di mettersi a urlare in mezzo alla strada.”
-Cate Blanchett-
I traumi
Da quanto detto sopra, ne consegue che la caratteristica per eccellenza del trauma è l’impatto emotivo. In alcuni casi è innescato da un evento specifico, in altri a provocarlo è una catena di eventi dolorosi associati tra loro.
In entrambi i casi provoca uno shock, ovvero completo sconcerto. Ciò avviene quando non si trovano gli strumenti cognitivi o emotivi per capire la situazione e integrarla nel vissuto personale. Segue uno stato di stupore e di blocco.
Gran parte di questa confusione deriva dal fatto che il trauma si configura a seguito di situazioni completamente sorprendenti. Il sistema nervoso non è preparato ad affrontare l’evento e, pertanto, non è in grado di reagire in modo organizzato e coerente.
Lo stress post-traumatico
Tutti i traumi provocano un fenomeno noto come stress post-traumatico. Le manifestazioni e l’intensità dipendono dalla gravità dell’esperienza, dallo stato psicologico generale nel momento in cui si verifica l’evento, dal contesto in cui sorge e dalla ricorrenza dell’esperienza traumatica. Le manifestazioni tipiche dello stress-post-traumatico si verificano in quattro ambiti:
- Reiterazione dell’evento traumatico. Avviene attraverso il ricordo costante, gli incubi, i presentimenti e l’agitazione quando si ripensa all’evento.
- Evitamento. Tendenza a eludere l’argomento e tutto quello che lo riguarda.
- Cambiamenti nello stato mentale. Dimenticanza o soppressione dell’evento o parte di esso, distacco dalla realtà, apatia, pessimismo, incapacità di provare sentimenti positivi.
- Eccitazione e reattività. Insonnia, difficoltà a controllare la rabbia, mancanza di concentrazione, nervosismo, paura continua, ipervigilanza.
Perché la neuroplasticità aiuta a superare i traumi?
Il trauma non provoca solo effetti sulla mente, ma anche una specie di reset o ricalibrazione del sistema nervoso. Il cervello di una persona traumatizzata cambia, generando una costante attivazione del sistema d’allarme. Sarà possibile recuperare il suo normale stato solo tramite con un intervento formale. A volte non si raggiunge comunque.
Anche lo stress post-traumatico, dunque, lascia il segno sul cervello. I progressi nelle neuroscienze ci hanno permesso di stabilire che il cervello è plastico, ovvero si modifica se sottoposto a stimoli specifici. Gli esperti in questo campo sottolineano che, proprio come il trauma cambia il cervello, anche altre esperienze possono riportarlo alle sue normali funzioni.
La neuroplasticità è la capacità del cervello di cambiare in base all’esperienza. Attualmente esistono diverse terapie il cui scopo è superare lo stress post-traumatico sfruttando questa caratteristica cognitiva. Si tratta di interventi volti a indurre cambiamenti nel sistema nervoso centrale.
Come superare i traumi sfruttando la neuroplasticità
Il ricercatore olandese Bessel Van der Kolk è uno dei maggiori esperti in questo campo. A suo avviso, per superare lo stress post-traumatico sono molto efficaci attività come lo yoga, la teatroterapia, il neurofeedback, lo psicodramma esperienziale e i massaggi terapeutici.
Altri esperti, come Alain Brunet, psicologo clinico specializzato in traumi, propongono un trattamento in fasi: ricordo (spesso con sedazione simultanea), scrittura dettagliata della storia del trauma e lettura ad alta voce di quanto è stato scritto. Le sessioni si svolgono una volta a settimana, per cinque settimane.
È sorprendente notare come molte persone portino dentro di sé un trauma senza saperlo o volerlo sapere, perché sopraffatte da esso. Si può tuttavia intravedere la presenza dell’esperienza traumatica attraverso le manifestazioni dello stress post-traumatico.
Adesso, però, sappiamo che non si è costretti a vivere per sempre con questa impronta nella mente. La neuroplasticità ci permette di uscire dal labirinto.
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Carvajal, C. (2002). Trastorno por estrés postraumático: aspectos clínicos. Revista chilena de neuro-psiquiatría, 40, 20-34.