The Good Place: la serie che insegna ad accettare l'inevitabile
Vivere e morire sono il dritto e il rovescio dell’esistenza umana. Ma perché ci vuole così tanto tempo per accettare il rovescio? Come possiamo accettare l’inevitabile? Prova a spiegarcelo la serie The good Place.
Ogni cultura affronta questo dilemma in modo diverso; per esempio, nella tradizione buddista si vive e muore allo stesso tempo, come in una singola esperienza. n altre società, la morte è considerata un tabù.
C’è qualcosa di più inevitabile della morte? Lungi dal sentirci sconfitti, potremmo sviluppare più risorse e abilità per superare le situazioni intrinseche della vita. Comprendere la morte non significa che dobbiamo evitare il lutto, ma familiarizzare con un fatto naturale come la vita.
Bertrand Williams, studioso di filosofia morale considerato dal Times “il più importante e brillante filosofo morale del suo tempo”, afferma che se fossimo immortali perderemmo ogni capacità di rimanere sorpresi dalla vita. Sembra proprio che le cose acquisiscano un significato proprio perché sono destinate a finire.
“La morte è vita vissuta. La vita è morte che viene.”
-Jorge Luis Borges-
Cosa ci dice la filosofia sull’accettazione dell’inevitabile?
Cosa possiamo sapere sulla morte? Niente o quasi niente, al massimo tanti eufemismi e perifrasi, talvolta metafore e allegorie. Per questo motivo, la filosofia più di ogni altra disciplina ha il compito di riflettere su questa materia che ci affligge e che ci pone di fronte alla soglia dell’impensabile.
Gli uomini tendono a pensare che la morte sia la fine di tutto, ma non percepiscono che muoiono ogni giorno. Ramón Andrés, saggista e poeta spagnolo, afferma che la morte è al centro dei nostri pensieri perché è l’unica in grado di dare un significato alla vita. Trascendere la nostra visione della vita, accettare la morte, sembra più una tendenza riservata alla cultura orientale.
Forse l’unica cosa che sappiamo sull’inevitabilità della morte è il valore che attribuisce alla vita. Cosa ci aspetta dopo la morte? Questa è una domanda a cui nessuno è ancora stato in grado di rispondere, forse perché, in vita, è mal formulata. Accettare l’inevitabile rimane uno dei compiti irrisolti dell’umanità.
L’approccio filosofico di fronte alla morte ha molteplici accezioni. Siamo nati per morire, ma non ci è dato sapere in che modo moriremo e quando, per cui è impossibile rispondere a queste domande.
L’unica cosa certa è che ogni passo che facciamo nella vita ci conduce verso un percorso che ci avvicina alla morte. Scegliamo il percorso verso la fine o l’inizio imminente? Queste domande incuriosiscono i filosofi, che discutono soprattutto sul significato della vita e della morte. Perché, come diceva Seneca, nulla è più certo della morte.
La vita e la morte somigliano a un’onda. Le onde nascono, si formano, crescono e non appena raggiungono la riva l’acqua svanisce e ritorna nel mare.
The Good Place: il paradosso dell’autocoscienza della morte come significato della vita
In ogni episodio della serie The Good Place viene usata una teoria filosofica per spiegare le questioni morali essenziali nella nostra vita. I protagonisti della serie sono tutti morti e vivono in un aldilà alquanto bizzarro. Guardando la serie, ci viene da chiederci: cosa troveremo nell’aldilà?
Vale la pena di immaginare un luogo in cui è possibile esaudire tutti i desideri che ci vengono in mente per l’eternità? Cosa accadrebbe se non ci fossero limiti? Nella serie The Good Place vengono presentati diversi scenari permeati da un certo nichilismo.
In questa serie le grandi menti dell’universo si annoiano da secoli, stanno perdendo tutte le loro conoscenze e non fanno altro che bere cocktail… Il finale, poi, è un inno di riconciliazione con la vita e morte.
La mortalità dà un senso alla vita e la moralità aiuta a guidare quel significato. Inoltre, ci fa riflettere sul nostro ruolo nel mondo e in che modo le nostre azioni influenzano chi ci circonda.
Ma come possiamo accettare l’inevitabile? Questa è una domanda a cui ognuno di noi risponderà in un modo o nell’altro nei vari momenti della propria vita. Allora ci saranno tante risposte quante sono le persone che affrontano l’inevitabile.
“L’autocoscienza della morte dà senso alla vita”.
-Aurelio Arteta Aísa-
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