Un bambino difficile nasconde un'emozione non espressa

Un bambino difficile nasconde un'emozione non espressa
Valeria Sabater

Scritto e verificato la psicologa Valeria Sabater.

Ultimo aggiornamento: 15 novembre, 2021

Sono molti i genitori che si lamentano di avere un figlio “difficile”, che sembra sempre arrabbiato e sfoga la sua ira in modo inadeguato facendo scenate, usando parolacce o disobbedendo.

Bisogna tenere sempre presente che nessun bambino è uguale all’altro, e che non è possibile sapere a priori quali siano le necessità di quell’esserino che abbiamo appena messo al mondo e per cui vorremmo sempre ogni bene.

L’emozione è la fonte dell’energia umana, il mezzo che deve guidare i bambini prima di tutto verso la conoscenza di se stessi e, successivamente, verso la conoscenza del mondo.

I bambini difficili spesso generano a loro volta un livello di stress molto elevato nei genitori, che in alcuni casi si sentono addirittura impotenti. Non è un argomento facile da affrontare e, di fatto, i libri non ci sono sempre d’aiuto. E potrebbe non esserci utile nemmeno l’esperienza avuta in precedenza con un altro figlio o i consigli di altri genitori.

Vostro figlio, quel bambino difficile, è unico, speciale e inimitabile. E se c’è una cosa di cui avrà sempre bisogno, è di comprensione. La maggior parte delle volte questi bambini hanno necessità che non esprimono, emozioni che si trovano rinchiuse dentro di loro e che non sono in grado di tirare fuori. Oggi, con questo articolo, vogliamo invitarvi a riflettere su queste necessità.

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I bambini difficili e le emozioni represse

Facciamo un esempio. Pensate ad un bambino che ha avuto una brutta giornata a scuola, arriva a casa e, quando i genitori gli chiedono che cosa è successo, risponde in malo modo. Di fronte ad un comportamento del genere, i genitori decidono di metterlo in castigo nella sua stanza per tutto il pomeriggio. Che cosa ci guadagnano? Hanno risolto il problema? Nient’affatto.

L’emozione repressa è una spina circondata da un muro di pietra. Se innalziamo altri muri intorno ad essa, la spina sarà sempre più nascosta. Il primo passo da compiere, quindi, è togliere una pietra alla volta da quel muro, attraverso la comunicazione e l’affetto.

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Se il bambino difficile solleva dei muri, non aiutatelo costruendone altri, non isolatelo, non trascuratelo, non lasciatelo da solo. È chiaro a tutti che il cammino è lungo e complicato, ma dovete tenere in considerazione alcuni aspetti:

  • Un bambino difficile non è sempre la conseguenza di un’educazione sbagliata. Non dovete dare la colpa a nessuno.
  • Ci sono bambini che hanno molte necessità e richiedono più attenzioni di altri. È la loro personalità, il loro modo di essere, e questo non significa che voi, come genitori, abbiate fatto qualcosa di sbagliato.
  • Un bambino che chiede e non riceve ciò che cerca o che non sa come esprimere il suo bisogno, finisce con l’essere frustrato. Molto spesso loro stessi si sentono sopraffatti da un’infinità di emozioni: quella rabbia che si alterna a tristezza, ad astio, a volte a delusione…
  • I bambini difficili richiedono più attenzione, comprensione, sostegno e persino creatività da parte dei genitori.
  • Dobbiamo essere artefici del loro mondo, un mondo sicuro in cui si sentano a loro agio per esprimere quell’emozione repressa. In questo modo riusciranno a conoscersi, sfogarsi, sentirsi più liberi e sicuri, e potranno percorrere le varie tappe del loro ciclo vitale.

Come aiutare un bambino difficile a canalizzare le sue emozioni

Sappiamo già che un bambino difficile richiede tutta la nostra attenzione, e ci obbliga a sviluppare nuove strategie in modo creativo, per soddisfare le sue necessità, per aiutarlo a gestire tutte quelle emozioni che a volte lo sopraffanno e lo bloccano.

Ricordate sempre che l’intelligenza emotiva non è non è una caratteristica innata, ma un’abilità. E per questo, in quanto genitori, è nostro dovere trasmettere ai nostri figli le giuste strategie di apprendimento.

Prendete nota dei seguenti passaggi grazie ai quali educare i bambini difficili in quest’ambito, aiutandoli a canalizzare, dare forma ed esprimere l’emozione che hanno dentro.

Sì al potere del rinforzo positivo

Se rinfacciamo ad un bambino difficile i suoi errori, se lo sottovalutiamo o lo sgridiamo per le sue reazioni, genereremo ancora più rabbia e ansia. Ricordate sempre che i bambini di questo tipo sono, in fondo, molto fragili e spesso hanno un’autostima bassa.

  • Usate frasi semplici come “ho fiducia in te”, “so che ce la farai”, “so che sei speciale”, “so che sei un bambino coraggioso, e per questo ti voglio bene”…

Le parole positive generano emozioni positive, e le emozioni positive generano fiducia.

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Sì alla comunicazione che non giudica, non paragona e non dà sentenze

Ci sono genitori che commettono l’errore di paragonare un bambino difficile ai suoi fratelli o ad altri bambini. Non è una buona idea. Allo stesso modo, è un errore iniziare un dialogo con frasi che implicano un giudizio, come “visto che sei pigro, non ascolti mai e ti comporti male…”.

Evitate questo tipo di comunicazione e seguite sempre queste linee guida:

  • Non fate degli interrogatori e non siate insistenti. Scoprite qual è il momento in cui il bambino si sente più a suo agio per parlare.
  • Dategli fiducia, vicinanza e comprensione. Fate attenzione al tono della voce, è fondamentale per entrare in connessione con i bambini.
  • La comunicazione dev’essere quotidiana e continuativa.
  • Non ridete mai di qualcosa che vi hanno detto i vostri figli e non fate dell’ironia. Per loro è importante, e se riscontrano mancanza di empatia da parte vostra, eviteranno di confidarsi con voi.

Sì alla cura dell’equilibrio interno del bambino

  • Insegnategli che ogni emozione può essere espressa a parole, che la rabbia ha una forma, che la tristezza si può condividere per calmarla, che non c’è niente di male nel piangere e che voi sarete sempre lì per ascoltarlo.
  • Insegnategli a respirare, a rilassarsi, a canalizzare le sue emozioni attraverso determinate attività, che lo aiutino a sfogarsi e distrarsi.
  • Insegnategli ad accettare la frustrazione, perché le cose non possono andare sempre come vorremmo.
  • Insegnateli ad ascoltare e a parlare con assertività. Ditegli che lo ascolterete sempre, e che tutto ciò che dice è importante per voi.
  • Insegnategli a essere responsabile, a valersi da solo in ogni passo che fa e ogni decisione che prende.

Immagini per gentile concessione di Nicoletta Ceccoli


Questo testo è fornito solo a scopo informativo e non sostituisce la consultazione con un professionista. In caso di dubbi, consulta il tuo specialista.