Affrontare la rabbia con i principi buddisti

Alcuni sentimenti sono inevitabili per l'essere umano. In questo articolo vi sveleremo una serie di consigli ispirati dal buddismo per affrontare la rabbia.
Affrontare la rabbia con i principi buddisti
Gema Sánchez Cuevas

Revisionato e approvato da la psicologa Gema Sánchez Cuevas.

Ultimo aggiornamento: 20 febbraio, 2023

I buddisti pensano che affrontare la rabbia richieda un preciso allenamento. Per farlo correttamente, bisogna adottare determinati atteggiamenti e virtù che vale la pena di sviluppare. Così facendo, questo sentimento negativo non causerà gravi conseguenze né diventerà una forza autodistruttiva per noi e gli altri.

Ovviamente, a tutti capita di arrabbiarsi ed è normale. Il problema è che non sempre si sa come affrontare la rabbia in modo corretto, senza ferire gli altri e noi stessi. Non dimentichiamo che, a volte, uno scatto di ira di pochi minuti può cambiare un’intera vita.

“La mente è tutto. Ciò che tu pensi, tu diventi.”

Buddha

Nel buddismo, la meditazione è insita come un modo per ottenere maggiore autocontrollo e coscienza del proprio Io. Allo stesso modo, ci sono alcune principi che, insieme alla meditazione, permetteranno di affrontare la rabbia al meglio. In questo articolo ne presentiamo sette. Non perdeteli!

Affrontare la rabbia grazie a 7 precetti del Buddha

1. Accettazione, un asse per affrontare la rabbia

Il buddismo sottolinea che il modo migliore per iniziare a affrontare la rabbia è accettare che ci dispiace farlo. Sembra una verità lapalissiana, ma molte persone danno nomi diversi alla rabbia. Cercano di ammorbidirla o truccarla perché provarla li fa vergognare.

Nessuna emozione è di per sé negativa o positiva. Il negativo o il positivo dipende da come gestiamo quello che ci accade e che proviamo. Gli esseri umani sono soggetti a sperimentare tutti i tipi di sentimenti, l’importante è riconoscerli e accettarli.

Ragazza che pensa a come affrontare la rabbia

2. Essere eroi

Se di fronte alla rabbia l’unica cosa che sappiamo fare è esplodere e scatenare i nostri impulsi, significa che siamo ancora troppo deboli per affrontarla. Solo gli spiriti forti, gli eroi, sono in grado di gestirla e controllarla pienamente. Sanno che chiunque lasci andare la rabbia senza controllo tende a generare nuovi mali.

L’eroe non reagisce mai e sfrutta il potere della pazienza. Non si lascia trasportare dall’istinto, bensì aspetta, sceglie la calma mentale per non diventare prigioniero dei propri impulsi. Semplicemente, diamoci il tempo necessario per poter rispondere alle situazioni in modo intelligente.

3. Realismo

La rabbia è un’emozione che mette in pericolo e che minaccia la salute fisica e mentale. Non è un alleato, ma al contrario un vero e proprio nemico. Tuttavia, spesso si commette l’errore di considerarla come positiva, come qualcosa che permette di riaffermare il proprio Io e liberare ciò che si sente dentro. Ma non è affatto così.

Non dovete lasciarvi trasportare da questo miraggio. Allo stesso modo, è possibile che la stessa rabbia vi porti a sovradimensionare la situazione. Ecco perché è importante essere realisti, basarsi solo su ciò che si vede e si ascolta. La situazione è davvero così grave? La persona che ci ha stuzzicato l’ha fatto davvero apposta? Cerca davvero di danneggiarci? Evitiamo i comportamenti distruttivi, perché ci condurranno lontano dal nostro obiettivo. Che è quello di raggiungere una soluzione.

4. Osservazione per affrontare la rabbia

L’auto-osservazione è un modo molto utile per affrontare la rabbia. Prima di reagire, è bene fermarsi un momento per esplorare cosa succede nel nostro corpo. Com’è il nostro respiro? Perché i nostri muscoli sono tesi? Abbiamo mal di stomaco?

Allo stesso modo, è importante esplorare le nostre idee. Invece di pensare all’altra persona o alla situazione che genera disagio, concentriamoci su noi stessi. Questo esercizio di osservazione possiede un grande potere che consente di affrontare la rabbia e ridurla.

Ragazza mentre medita

5. Imparare dal nemico

Il buddismo consiglia di prendersi cura, proteggere e preservare la salute del nemico. All’inizio può sembrare contraddittorio, ma è un modo compassionevole e intelligente per affrontare la rabbia. La domanda che dobbiamo porci è: “Cosa posso imparare da quella persona, quell’oggetto o situazione che mi provoca rabbia?”.

È importante essere disposti a scendere a compromessi. Pensare che né noi siamo possessori della verità, né gli altri devono essere per forza d’accordo con noi. Proviamo a trovare la validità di ciò che ci crea opposizione. Sicuramente, c’è qualcosa di nuovo, interessante e diverso anche nell’altro.

6. Tenere a mente la morte

È molto comune incontrare persone con alle spalle esperienze di premorte che hanno cambiato la loro prospettiva sulla vita. Succede perché queste situazioni mostrano crudamente che tutto finisce, senza nessun appello. Per questo motivo, non vale la pena di sprecare il poco tempo della propria esistenza.

Una buona idea sarebbe chiederci quanto sarebbe importante una persona o una situazione se fosse l’ultimo giorno della nostra vita. Vale davvero la pena di dedicare le ore rimanenti a quella situazione, a quella sensazione o a quella persona?

7. Seminare

Secondo i buddisti, e il buon senso, di solito si raccoglie ciò che si semina. Siamo dunque responsabili delle nostre sofferenze. Se semineremo rabbia, raccoglieremo rabbia. Se iniziamo un ciclo di violenza, prima o poi, finiremo per esserne vittime direttamente o indirettamente.

Dobbiamo prenderci cura del nostro modo di reagire, pensare al nostro benessere ed essere consapevoli delle implicazioni che ne derivano. Fare tutto ciò quando si è in preda alla rabbia è  impossibile. La cosa più appropriata da fare, quindi, è concedersi un margine per poter riflettere.

Tutti questi principi del buddismo sono perfetti per affrontare la rabbia. Soprattutto, cercano di ricordarci che agire in modo impulsivo porta quasi sempre a conseguenze negative. È la nostra mente che deve dirigere le nostre azioni, evitiamo invece che le azioni condizionino la mente.


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  • Hanh, T. N. (2002). La ira: el dominio del fuego interior. Oniro.


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