Aiutare le vittime di violenza sessuale

Per una consistente parte della società, è difficile capire e, quindi, aiutare le vittime di violenza sessuale.
Aiutare le vittime di violenza sessuale
Laura Reguera

Scritto e verificato la psicologa Laura Reguera.

Ultimo aggiornamento: 05 gennaio, 2023

I recenti casi di stupro avvenuti a Pamplona (la sentenza ha sollevato un’ondata di indignazione espressa dal movimento #yositecreo) o in Irlanda (l’accusato fu dichiarato non colpevole perché la vittima indossava un tanga di pizzo) hanno messo in evidenza un problema cruciale. Per una consistente parte della società, è difficile capire e, quindi, aiutare le vittime di violenza sessuale.

La vittima a volte viene colpevolizzata e il suo tentativo di superare il trauma subito e recuperare la sua vita finisce per mettere in discussione la sua versione dei fatti.

Subire uno stupro è un trauma con conseguenze a lungo termine. Per questo motivo è importante capire quali aspetti della psiche possono venire danneggiati, in modo da poter aiutare le vittime di violenza sessuale a recuperare l’equilibro nel migliore dei modi.

Una donna su tre può subire abusi e violenze nel corso della sua vita. Si tratta di un’abominevole violazione dei Diritti Umani, tuttavia continua a essere una pandemia in gran parte invisibile e sottostimata del nostro tempo.

-Nicole Kidman-

Quali fattori conoscere per aiutare le vittime di violenza sessuale?

In primo luogo, è importante lavorare su un aspetto che influisce in modo decisivo sul malessere psicologico: l’autocolpevolizzazione delle vittime di aggressione sessuale.

Dopo aver subito il trauma, infatti, è comune che la vittima formuli su se stessa giudizi negativi, favorendo la comparsa di disturbi da stress postraumatico, depressione e malessere generale.

Donna triste che si copre il viso

La donna che ha subito uno stupro è spesso costretta a rispondere ripetutamente a domande come “hai provato a opporre resistenza fisica?”, “hai negato in modo diretto?”. Questo contribuisce a radicare nella vittima l’idea della colpevolezza.

No è no. E se non dice sì, è ancora no. Se aveva la gonna e si era truccata, è ancora no. E se cerca di riprendersi la sua vita, nonostante la paura, continua a essere un no. E se qualcuno cerca di darle la colpa, la risposta è no”.

La vecina rubia– Twitter

Non influisce soltanto l’auto-giudizio di chi ha subito l’aggressione. Anche il sostengo sociale su cui può contare è determinante. Non si tratta solo di dare supporto, la donna deve percepirlo affinché per recuperare il suo benessere.

Infine, le strategie di affrontamento e di regolazione emotiva adattiva sono molto utili.

Come lavorare su questi aspetti?

È importante lavorare mediante la ristrutturazione cognitiva sulle convinzioni che le vittime di violenza sessuale creano su di sé e sul senso di colpevolezza. In questo senso, occorre modificare l’idea, che talvolta nasce, di aver meritato quanto è successo. Non è difficile immaginare, alla luce di molti casi recenti, che si tratta di un lavoro da fare anche a livello sociale.

“Dobbiamo prendere posizione. Il silenzio aiuta l’oppressore, mai la vittima”.

-Elie Wiesel-

Purtroppo sono idee radicate in molti di noi. In quanto alle strategie di affrontamento, le vittime possono mettere in moto strategie centrate sul problema; in altri contesti sono adattive, ma in questo caso sono più adatte quelle che si concentrano sulle emozioni, dal momento che ci troviamo di fronte a eventi non controllabili dalla persona. 

Infine, è importante dire qualcosa circa il sostegno della società e di come viene percepito dalla vittima di violenza sessuale. In alcuni casi, quando la persona che ha vissuto un’esperienza di questo tipo ci è vicina, vorremmo aiutarla, ma non sappiamo come. Questo ci può portare a essere presenti, ma non nel modo in cui la persona ha bisogno.

Ragazza spettinata con il viso triste

In questo senso, è importante ricordare che a volte il modo migliore per aiutare le vittime di violenza sessuale è lasciare che un professionista (psicologo o psichiatra) faccia il proprio lavoro. Questo non vuol dire che non dobbiamo offrire il nostro supporto, ma che dobbiamo fare attenzione a darlo nella maniera più adeguata.

Immagini per gentile concessione di Kevin Laminto e Chau Luong


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