Ballo nella terza età e i suoi benefici

Fra i benefici più evidenti del ballo nella terza età troviamo la sua capacità di ridurre i sintomi associati a depressione, isolamento e solitudine.
Ballo nella terza età e i suoi benefici
Valeria Sabater

Scritto e verificato la psicologa Valeria Sabater.

Ultimo aggiornamento: 15 novembre, 2021

I benefici del ballo nella terza età sono tantissimi. Parliamo di un’attività che migliora la mobilità e l’equilibrio, e che diminuisce la rigidezza articolare. Una delle virtù più grandi del ballo, però, è il benessere emotivo. Ballare genera allegria, fiducia e motivazione. In questo modo, gran parte delle persone in età avanzata riesce a ridurre il tempo passato dentro il mare delle emozioni negative. Vengono date le spalle ai sentimenti suscitati dalla solitudine indesiderata.

Charles Baudelaire diceva che un modo per rivelare i misteri della musica è quello di canalizzarla attraverso il ballo. Coloro che hanno una certa esperienza con questa pratica lo sanno di già. D’altra parte, è piuttosto comune avvicinarsi al ballo nella terza età, ovvero a partire dai sessanta o settanta anni.

Il ballo non ha età, questo lo sappiamo. Tuttavia, in certe occasioni può rappresentare un autentico risvegliarsi in senso fisico ed emotivo. Non possiamo tralasciare l’importanza di continuare a trovare delle motivazioni in questa ultima fase del ciclo vitale che, come sappiamo, si estende per molti anni data la speranza di vita di oggi.

Attualmente l’immagine di questo gruppo della popolazione a cui attribuiamo l’etichetta di terza età è cambiato molto. Troviamo uomini e donne attivi disposti a esplorare nuovi ambienti nei quali continuare a sentirsi realizzati. Il ballo nella terza età è una pratica straordinaria in tal senso. Migliora la salute fisica e ottimizza le relazioni sociali e la connessione con l’ambiente circostante.

“Ogni ballo ti appartiene. Fa parte della tua collezione. Quando pensi al ballo in questi termini, vorrai rendere la tua prossima performance la migliore di sempre.”

-Torron Lee Dewar-

Donna anziana che balla

Il ballo nella terza età: quali sono i benefici?

La vecchiaia non deve essere associata a una recessione inevitabile nella quale le capacità fisiche e cognitive vengono ridotte a zero. Ogni persona affronta questa tappa della sua vita in un modo particolare. Questo modo dipende dal suo orientamento personale, dalle sue possibilità, dalle sue abitudini e dalla sua salute.

Un aspetto di cui tenere conto, però, è la prevenzione. Mantenere nel quotidiano una serie di strategie concrete condizionerà la qualità di vita goduta e percepita. Fattori come l’alimentazione o contare su una rete sociale e di sostegno significativo sono fattori che ottimizzano, nella maggioranza dei casi, il vivere la terza età con più felicità e in un miglior stato.

Tra i benefici del ballo nella terza età ricordiamo che armonizza molteplici dimensioni che favoriscono il benessere in questa fase del ciclo vitale. Se conosciamo qualcuno che non ha ancora intrapreso questa pratica, vale la pena di incoraggiarlo a iniziare.

Il ballo migliora la vita delle persone con Parkinson

In uno studio portato a termine nella Scuola di Medicina dell’Università di Washington, è stato dimostrato che il ballo migliora notevolmente la vita delle persone che soffrono del morbo di Parkinson. Questa pratica fa così bene da essere considerata un vero e proprio strumento terapeutico per migliorare i seguenti aspetti della salute:

  • Riduce l’indice delle cadute.
  • Migliora il moto, il ritmo, la velocità e la flessibilità.
  • Rende più forti i processi cognitivi come l’attenzione e la memoria.
  • Migliora l’autostima.
Ballo di gruppo

Riduce la sintomatologia associata alla depressione

I dottori Amanda Haboush e Mark Floyd, dell’Università del Nevada, hanno portato a termine una ricerca che ha coinvolto diversi ospizi che prevedono programmi di ballo. Una buona parte degli anziani a cui sono stati diagnosticati disturbi dello stato d’animo hanno iniziato a mostrare notevoli miglioramenti dopo sole due settimane. Si sentivano meno depressi, mostravano meno segni di stress, ansia e problemi di insonnia.

Una volta raggiunta la pensione, un modo eccellente per trovare nuovi incentivi è iscriversi in un centro specializzato. Fra i migliori benefici del ballo nella terza età troviamo evitare l’isolamento, instaurare connessioni con altre persone e prevenire dimensioni come l’apatia, la mancanza di incentivi e di motivazione.

Coppia che balla

Un corpo in movimento rende felice il cervello

Un corpo in movimento acuisce i sensi, rendendo così più forte ed efficace la connessione fra l’individuo e il mondo esterno. Muoversi a ritmo di musica “accende” il cervello, regala dosi extra di serotonina ed endorfina. Fa ridere, migliora l’attenzione, aiuta a dimenticare il dolore fisico e da un momento all’altro la vita ha più senso.

In seguito a una ricerca condotta dall’Università di Saint Luis si è constatato che due sessioni di ballo settimanale riducono, in soli due mesi, il numero di farmaci per calmare le infiammazioni negli ottantenni. Il dolore associato ad artrite e artrosi si è ridotto, la salute cardiovascolare si manteneva più stabile e addirittura i movimenti dei soggetti in questione erano più agili e veloci.

Gli esperti ci dicono che il ballo è di grande beneficio per il cervello perché permette di combinare un’attività cardiovascolare con una neuronale. È interessante ricordare che la danza ci obbliga a prendere decisioni veloci e questo non solo rende più forte la rete neuronale, ma permette anche di creare nuove comunicazioni.

I benefici del ballo nella terza età godono del sostegno scientifico. Allo stesso tempo, sono più che evidenti sia per chi lo pratica da sempre che per chi vi si è avvicinato da poco tempo. Il ballo non ha età e aiuta a dare qualità e vita a ogni anno compiuto.


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  • Kattenstroth, J-C., Kalisch, T., Holt, S., Tegenthoff, M., Dinse, H. R. (2013). Six months of dance intervention enhances postural, sensorimotor, and cognitive performance in elderly without affecting cardio-respiratory functions. Frontiers in Aging Neuroscience. Recuperado de: http://journal.frontiersin.org/article/10.3389/fnagi.2013.00005/full.

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