Come praticare la meditazione?

Come praticare la meditazione?

Ultimo aggiornamento: 09 giugno, 2015

Secondo gli esperti, la meditazione è una pratica in cui l’attenzione si focalizza su un oggetto o su un pensiero specifico, anche se, in certi casi, l’attenzione può anche concentrarsi sulla coscienza oppure si può avere la mente completamente libera.

Si tratta di un cammino che le persone aprono per sé stesse, per superare i limiti che il loro cervello pone. Esistono molti libri e articoli che parlano della meditazione, si può dire che sia una cosa che è diventata “di moda”; tuttavia, bisogna essere rispettosi su questo tema e non prenderlo alla leggera.

Per esempio, è bene sapere quale sia l’origine del nome: il termine “meditazione” deriva dal latino “mediato”, che significa “esercizio intellettuale”. Se si assume un punto di vista religioso, si può dire che la meditazione è uno stato di “contemplazione”; in questo caso ci si sta riferendo alla cultura orientale, in cui la meditazione viene praticata dalla maggior parte delle persone e, addirittura, sono migliaia coloro che si dedicano ogni giorno esclusivamente a quest’attività (i monaci). Quando il termine è arrivato in Occidente, ha perso un po’ del suo valore, perché spesso viene confuso con altre pratiche.

La meditazione possiede alcune delle seguenti caratteristiche:

  • È uno stato di concentrazione sulla realtà del presente.
  • È uno stato in cui si sperimenta il rilassamento della mente e la sua liberazione dai pensieri.
  • È uno stato di concentrazione in cui l’attenzione viene liberata per focalizzarsi su Dio.
  • L’attenzione si focalizza su di un unico oggetto, pensiero o percezione (come essere una spiaggia, un fiume o una cascata).

La meditazione non è destinata solo a fini religiosi, ma serve anche per mantenere la salute mentale e, conseguentemente, quella fisica: è provato che esiste una relazione profonda tra mente e corpo. Si consiglia di praticare la meditazione in momenti di stress, quando si ha un grave problema familiare, quando si cerca una risposta che non si trova, quando ci si vuole curare da una malattia o dolore, o per avvicinarsi alla spiritualità.

La postura per la meditazione

La postura corretta per il momento della meditazione è questa: seduti per terra su qualsiasi superficie (un tappeto, un cuscino, un materassino…) con le gambe incrociate, la schiena dritta e le braccia che ricadono dolcemente sulle ginocchia oppure con le mani giunte. La testa dev’essere allineata con il tronco e gli occhi devono rimanere ben chiusi.

Il passo successivo è respirare in modo consapevole, non come lo facciamo tutti i giorni: bisogna prestare molta attenzione al momento in cui entra l’aria, a quando rimane nel nostro organismo, a quando riempie i nostri polmoni e poi a quando la si esala dolcemente. Un interessante esercizio da fare in quel momento è pensare che l’aria che inaliamo rappresenti le soluzioni e quella che esaliamo i problemi o i dolori; così, ogni volta che l’aria uscirà dal nostro corpo, ci sentiremo un po’ meglio.

Il ritmo di respirazione dev’essere lento e calmo, ma non innaturale. All’inizio è possibile che non riusciate a controllarne la velocità, ma considerate che, man mano che vi rilassate, il vostro corpo si tranquillizzerà e si calmerà, senza arrivare al punto di addormentarsi. Ad occhi chiusi, la percezione dell’aria e delle nostre membra appoggiate sul suolo è differente.

Potete provare ad immaginarvi un bel paesaggio per calmarvi, come per esempio il mare, una cascata, un bosco, ecc. Certi maestri raccomandano di liberare la mente, una cosa che non si riesce a fare dall’oggi al domani; per aiutarvi ad arrivare a questo punto, una buona idea è pensare a un proiettore spento o a una tela bianca appesa a un muro.

Non bisogna cercare nulla, si tratta solo di rimanere presenti e di non confondere la mente. Quando arriva un pensiero, deve andarsene senza che gli mettiamo fretta: dobbiamo solo lasciarlo andare, come se fosse una nuvola che attraversa il cielo in una giornata poco ventosa. Non perdete mai la consapevolezza e rimanete sempre svegli.

La meditazione non è sinonimo di silenzio assoluto: ci sono musiche specifiche (conosciute come mantra) che si ascoltano di sottofondo. I suoni di queste musiche sono tranquilli e quasi sempre viene ripetuta una stessa frase o varie frasi durante la melodia, la quale dura, più o meno, dieci minuti. È fondamentale fare uso di candele e/o incensi per rendere l’ambiente ancora più propizio.

Se la pratica è costante e viene realizzata tutte le settimane (almeno una volta a settimana), comincerete a vedere dei cambiamenti: i pensieri non si presentano più così tanto come prima e, quando lo fanno, scompaiono rapidamente. Una volta individuata quella tela bianca su un muro, non vi distrarrete più a causa dei suoni esterni.

La mente vorrà continuamente dimostrarvi di essere presente e si manifesterà in vari modi per far sì che le prestiate attenzione: per esempio, con un formicolio alla gamba, un prurito sulla spalla, un pizzicore sulla testa, una sensazione di calore, ecc. Non date importanza a questi segni e non lasciate che rovinino la vostra pratica.

Se avvertite che la posizione delle gambe (che non è una posizione abituale) vi risulta scomoda, potete cambiarla. Stirate una gamba, poi l’altra, fate leggeri movimenti con le caviglie o con i polsi, muovete la testa o il collo, ecc. La cosa importante è sentirsi a proprio agio per tutta la durata della meditazione, che di solito equivale a circa 20 minuti.


Questo testo è fornito solo a scopo informativo e non sostituisce la consultazione con un professionista. In caso di dubbi, consulta il tuo specialista.